Incoraggiare il consumo degli insetti per diminuire la fame nel mondo. Un programma FAO

Secondo una ricerca recentemente condotta dalla FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, in collaborazione con l'Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, un modo per sconfiggere la fame nel mondo può essere quello di incoraggiare il consumo degli insetti già presenti sulle tavole di tutto il mondo, specialmente tra gli abitanti delle foreste e dei paesi orientali. Sono infatti oltre 1.900 le specie consumate da due miliardi di persone; le principali, coleotteri (31%), bruchi (18%), api, vespe e formiche (14%), cavallette e grilli (13%). L’allevamento non è difficile,  richiede investimenti minimi perché sono sufficienti rifiuti e liquami. Con due chili di mangime si produce un chilo di insetti, contro gli otto chili di foraggio necessari per un chilo di carne di manzo. Inoltre gli insetti si riproducono molto velocemente, hanno un basso impatto ambientale e, con il loro alto tasso di proteine e grassi, sono anche molto nutrienti. Lo ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, intervenendo alla Conferenza internazionale su "Le foreste per la sicurezza alimentare e la nutrizione" tenutasi a Roma nei giorni scorsi. Gli insetti, dicono gli esperti, possono essere consumati interi, in polvere, in pasta o incorporati ad altri prodotti alimentari. La loro raccolta e il loro allevamento potrebbero offrire occupazione e reddito, al momento solo a livello familiare ma in futuro anche a livello commerciale.

Edible insects. Future prospects for food and feed security

Fonte FAO

Nuova generazione a rischio sovrappeso

Ai giorni nostri l’alimento principale al quale nessuno può resistere è la tanto amata merendina. Ma cos’è che rende la merendina una delizia per il palato? Grassi idrogenati, coloranti, emulsionanti, addensanti e chi più ne ha più ne metta. Queste aggiunte ad una cattiva educazione alimentare portano, molto spesso, all’obesità.  Ogni anno migliaia di famiglie si rivolgono all’ospedale Buzzi di Milano per avere consigli su come trattare tutte le problematiche legate al cibo e nel 30% dei casi sono stranieri. Quello che si evince, studiando i vari casi, è che spesso il cibo viene considerato più come un premio o come strumento per  tenere buono il bambino.

È fondamentale invece insegnare fin da piccoli una corretta alimentazione, imparando a mangiare ogni giorno il tanto temuto “ cibo verde”,come lo chiamano i bambini.
Secondo un’indagine finanziata dall’unione Europea e realizzata dal progetto Periscope in collaborazione con la Asi di Brindisi e le università di Aalborg e di medicina polacca della Silesia, risulta che addirittura il 27.5% non mangia mai verdura cruda e ben 4 su 10 non consuma mai verdura cotta. Da questo studio si evince anche che i bambini italiani sono quelli che si muovono meno e il 50% di loro, secondo quanto dichiarato dai genitori, non può giocare all’aperto contro l’11% ad esempio dei bambini danesi e polacchi.

Per contrastare questo fenomeno la Commissione europea ha finanziato anche per l’anno 2012/13 il programma “ Frutta nelle scuole”, introdotto dal regolamento (CE) n.1234  del Consiglio del 22 ottobre 2007  e dal regolamento (CE) n. 288 della Commissione del 7 aprile 2009. Questo programma dovrebbe incentivare  il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata, nella fase in cui si formano le loro abitudini alimentari.
Quindi risulta chiaro che la risposta più efficace a questo problema è la prevenzione. Contrastare l’obesità infantile è possibile ma solo se si agisce in tempo e con costanza.
É importante ricordare che un bambino obeso sarà nella maggioranza dei casi un adulto obeso, sia per l'esclusione dalle normali attività motorie, sia per l'eccessivo aumento delle cellule adipose durante l'età dello sviluppo.
Quindi bisogna correlare a delle corrette abitudini alimentari un’adeguata attività motoria, appoggiandosi ad un professionista nel campo dell’educazione psicomotoria, che aiuti inoltre le famiglie ad educare il bambino a diventare un adulto sano.

 

      FONTI:

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

PERISCOPE

      Salute e Benessere