Le piante che assorbono più CO2
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Abbassano la temperatura dell’ambiente circostante durante le stagioni calde, catturano quasi 4000 chili di CO2 nell’arco di trent’anni e bloccano anche le polvere sottili PM10 che secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente provocano ogni anno circa 80.000 morti premature.
È quanto emerso dallo studio presentato nell’ottobre scorso dalla Coldiretti nel suo annuale Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, basato su informazioni del CNR, sulla funzione anti smog degli alberi nelle città. Di fronte al cambiamento del clima in atto, sostiene Coldiretti, non si può continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale, favorendo nelle città la diffusione del verde.
Ecco le piante più idonee a combattere l’inquinamento:
TOP TEN |
Specie |
CO2 Catturata (tonnellate in 20 anni) |
Capacità anti Inquinanti Gassosi |
Capacità Anti Polveri |
Capacità Totale di Mitigazione |
1 |
Acero riccio (Acer platanoides) |
3,8 |
Alta |
Media |
Ottima |
2 |
Betulla verrucosa (Betula pendula) |
3,1 |
Alta |
Media |
Ottima |
3 |
Cerro (Quercus cerris) |
3,1 |
Alta |
Media |
Ottima |
4 |
Ginkgo (Ginkgo Biloba) |
2,8 |
Alta |
Alta |
Ottima |
5 |
Tiglio nostrano (Tilia Plathyphyllos) |
2,8 |
Alta |
Alta |
Ottima |
6 |
Bagolaro (Celtis australis) |
2,8 |
Alta |
Alta |
Ottima |
7 |
Tiglio selvatico (Tilia cordata) |
2,8 |
Alta |
Alta |
Ottima |
8 |
Olmo comune (Ulmus minor) |
2,8 |
Alta |
Media |
Ottima |
9 |
Frassino comune (Fraxinus excelsior) |
2,8 |
Alta |
Media |
Ottima |
10 |
Ontano nero (Alnus glutinosa) |
2,6 |
Alta |
Media |
Ottima |
Le top ten (Fonte: Elaborazione Coldiretti su dati Cnr)
Nell’edizione 2018 del Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2018 su 120 città italiane, incluse le 14 Città metropolitane, sono state 19 quelle in cui sono state rilevate polveri sottili PM10 oltre il limite di legge giornaliero.
Nell’analisi delle cause (fattori sociali ed economici, suolo e territorio, acqua, inquinamento dell’aria e cambiamenti climatici, attività industriali, trasporti e mobilità, esposizione all’inquinamento elettromagnetico e acustico, azioni e strumenti per la sostenibilità locale; aspetti fondamentali della qualità della vita nelle aree urbane) anche la carenza delle infrastrutture verdi.
Che le piante siano organismi non passivi, ma capaci di esibire comportamenti complessi in risposta agli stimoli ambientali, è ormai provato. In biologia rimane però aperto il problema su come tali stimoli si innescano, si combinano e sono gestiti tra loro. Dei modelli matematici hanno aiutato a comprenderne alcuni aspetti, ma manca una visione più chiara e più larga sulla elaborazione dei molteplici processi chiave.
Un gruppo di ricercatori italiani del Gran Sasso Science Institute e dell'Istituto italiano di tecnologia, costituito da Fabio Tedone, Emanuela Del Dottore, Barbara Mazzolai, Pierangelo Marcati, ha creato un modello matematico, basato su equazioni differenziali, che descrive con accuratezza il comportamento di adattamento e la crescita di ogni singola pianta, con analisi approfondita degli stimoli principali che incidono sul suo comportamento.
Il modello è molto importante perché può essere adottato anche come strumento utile per altre funzioni nell’ambito, ad esempio, di discipline matematiche, della robotica, nella validazione di ipotesi biologiche.
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