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“Agricoltura interconnessa”. La rivoluzione digitale passa per l’agricoltura

Dai sensori nei campi ai droni per la logistica controllata, dallo smart packaging alle etichette intelligenti per la tracciabilità dei prodotti, sono oltre 300 le soluzioni offerte dall’Agricoltura 4.0 diffuse in Italia. Osservatorio Smart AgriFood: “l’Italia leader per know how e idee imprenditoriali, ma in fondo alla classifica mondiale per investimenti fatti nel settore”. La tecnologia Blockchain offre opportunità che vanno oltre il mondo della finanza e toccano l’industria agroalimentare. 


Come si arriva all’Agricoltura 4.0

L’agricoltura ha visto quattro grandi rivoluzioni tecnologiche. Si comincia con l’agricoltura dei primi anni del ‘900 caratterizzata dall’impiego delle prime macchine a vapore (Agricoltura 1.0) e arriviamo agli anni ’60 con la “rivoluzione verde”, che vede aumenti formidabili delle produzioni agricole grazie all’impiego massiccio di fertilizzanti chimici e fitofarmaci. Al contempo, però, assistiamo ad un enorme consumo di suolo e di combustibili fossili per sostenere la forte meccanizzazione agricola, oltre che ad un aumento spropositato dell’impatto di tale settore in termini ambientali (Agricoltura 2.0). Successivamente, negli anni 2000, comincia la stagione della sostenibilità ambientale ed energetica anche nel settore primario (l’agricoltura, appunto) dove iniziano ad essere impiegate le energie rinnovabili per una agricoltura più sostenibile. A questa nuova visione dell’agricoltura contribuisce lo sviluppo tecnologie di geolocalizzazione satellitare (i GPS – Global Positioning System), che danno vita alla cosiddetta ”agricoltura di precisione” (Agricoltura 3.0). In questa terza fase dell’agricoltura, il lavoro delle macchine agricole è coadiuvato da quello delle tecnologie satellitari che permettono interventi più mirati ed efficienti (Figura 1).

 

Figura 1. Agricoltura 3.0: uso delle tecnologie digitali e delle energie rinnovabili in agricoltura

 

Oggi, lo sviluppo congiunto delle tecnologie digitali di nuova generazione e di quelle satellitari, stanno portando l’agricoltura in una nuova fase tecnologica. Internet delle Cose (IoT), Big Data Analytics, droni, robot e altre tecnologie stanno, infatti, trasformando nuovamente il paradigma dell’agricoltura, che, grazie a tali tecnologie, è in grado di fornire e gestire una maggiore quantità di informazioni in modo più accurato e tempestivo, permettendo di automatizzare parte delle attività produttive e integrare le attività di campo con altri processi – logistica in primis – che afferiscono all’azienda agricola e ne migliorano le performance nel suo complesso. È questo il mondo dell’”agricoltura interconnessa” (Internet of Farming) che, sommata all’agricoltura di precisione (Agricoltura 3.0), costituisce il paradigma della nuova Agricoltura 4.0

 

L’Agricoltura 4.0 raccontata dall’Osservatorio Smart AgriFood

Dai sensori nei campi ai droni per la logistica controllata, dallo smart packaging sostenibile alle etichette intelligenti per la tracciabilità dei prodotti. Ormai, sono oltre 300 le soluzioni offerte dall’Agricoltura 4.0 diffuse in Italia. Un mercato – quello dell’Agricoltura 4.0 – che vede il nostro paese leader dal punto di vista del know how e delle idee imprenditoriali, ma in fondo alla classifica mondiale per quanto riguarda gli investimenti fatti nel settore, circa sei volte inferiori alla media mondiale (dati Osservatorio Smart AgriFood). Infatti, nonostante i benefici offerti in termini di riduzione dei costi, qualità e resa del raccolto, il mercato dell’Agricoltura 4.0 vale in Italia appena 100 milioni di euro (a fronte dei 33 miliardi di euro rappresentati complessivamente dal comparto agricolo), cioè il 2,5% di quello globale, che vale circa 4 miliardi di euro. I dati emergono da una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Smart AgriFood in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano e il Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia, presentata al convegno “Coltiva dati. Raccogli valore. La trasformazione digitale del settore dell’industria agroalimentare”. Dalla ricerca emerge che sono circa 60 le aziende che attualmente operano in Italia nel settore dell’Agricoltura 4.0, cioè il 12% delle 481 aziende nate dal 2011 ad oggi a livello globale. Tuttavia, le soluzioni offerte dall’Agricoltura 4.0 interessano meno l’1% della superficie coltivata totale. Solamente l’11% delle aziende agricole italiane sfrutta i benefici offerti dall’Internet of Farming, mentre l’89% si ferma all’utilizzo di strumenti per l’agricoltura di precisione. La ricerca sottolinea inoltre che il 51% delle aziende agricole italiane ha utilizzato soluzioni innovative offerte dall’Agricoltura 4.0 per valorizzare la qualità di origine, in particolare nel caso dei prodotti ad alto valore aggiunto come vino, cacao e caffè; il 46% si è servito del digitale per migliorare la sicurezza alimentare; il 25% si è concentrato sui metodi di produzione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all’impatto ambientale, al benessere degli animali e alle tradizioni agroalimentari dei diversi territori; il 12% delle aziende ha impiegato le nuove tecnologie per migliorare la qualità del servizio (Figura 2). 

Figura 2. Soluzioni dell’Agricoltura 4.0 per la filiera agroalimentare: produzione, trasformazione, distribuzione, consumo.

 

In termini di attività, il 48% delle soluzioni abilita mappature e monitoraggio di terrenti e coltivazioni (droni), il 42% monitoraggio e controllo del movimento e delle attività di macchine e attrezzature in campo e il 35% irrigazione e fertilizzazione mirata. Le tecnologie digitali possono inoltre intervenire sulla tracciabilità alimentare, riducendo i costi, aumentando i ricavi e rendendo più efficienti i processi. Gli strumenti maggiormente utilizzati per migliorare la tracciabilità dei prodotti sono i codici a barra (39%), gli RFId – Radio Frequency Identification (32%), i sistemi gestionali (32%), i Big Data (30%), i dispositivi mobili (21%).

 

La Blockchain per la tracciabilità dei prodotti alimentari

Come può la Blockchain interessare l’industria agroalimentare? Siamo abituati a sentire parlare sempre più spesso di questa tecnologia in riferimento alle cripto-valute – prima fra tutte, i Bitcoin – o comunque alle transazioni finanziarie. Tuttavia, la Blockchain, come tecnologia, offre opportunità – ad oggi poco conosciute – che vanno oltre il mondo della finanza e che abbracciano tanti altri settori, tra i quali anche l’agricoltura e l’industria agroalimentare. La Blockchain è un sistema crittografico decentralizzato nato nel 2008 consistente in un sistema di registri diffuso. Le informazioni contenute nel registro (libro mastro) sono pubbliche, ma si ricorre alla crittografia per assicurare l'inviolabilità del sistema. Ogni transazione (block) va ad accodarsi a quelli precedenti formando una catena (chain) che non può essere modificata retroattivamente; da qui la certezza di una tracciabilità “assoluta”. Quale  ruolo può giocare la Blockchain nell’industria agroalimentare? Nel caso dei Bitcoin e delle altre cripto-valute, ad essere scambiate sono informazioni sul possesso della moneta virtuale. Nel caso del settore agroalimentare sono invece le informazioni relative a un prodotto agricolo, al trasporto, alla lavorazione, all’impacchettamento e alla distribuzione. Ogni attore della filiera agroalimentare diventa così un nodo della “catena a blocchi”, che inserisce e certifica da sé le informazioni. Ad esempio, quando un agricoltore prepara una cassetta di mele e la consegna al grossista locale, questi due soggetti dovranno registrare la transazione avvenuta nel sistema Blockchain. Alla cassetta di mele verranno poi collegate informazioni sulla serra di provenienza, i trattamenti effettuati, il giorno di raccolta ecc. che saranno rintracciabili attraverso un codice QR affisso sul prodotto (Figura 3).

 

Figura 3. Tracciabilità del prodotto attraverso il codice QR (etichetta intelligente): l’apposita App, scaricata sul proprio smartphone, consente di risalire alla storia del prodotto che si vuole acquistare.


Fonti per approfondire:

salviamo il Paesaggio

“Norme per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati” Una legge d’iniziativa popolare per arrestare il consumo di suolo

 La proposta del Forum "Salviamo il Paesaggio"

Dieci articoli per una legge attesa da decennio, almeno dal 2009, quando un'ampia aggregazione nazionale di associazioni, comitati e singoli cittadini rese evidente l'insostenibile peso della speculazione edilizia. 

 


 La legge che  il "Forum Salviamo il Paesaggio" ha presentato e messo a disposizione del nostro Paese è stata scritta dal basso, frutto del lungo lavoro di un folto gruppo di esperti (architetti, urbanisti, docenti e ricercatori universitari, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, funzionari pubblici, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi, attivisti) ed è stata arricchita dalle ulteriori proposte di tutte le migliaia di suoi aderenti e delle oltre 1.000 organizzazioni che lo compongono.

I dieci articoli della proposta di legge,  se approvati dal Parlamento Italiano costituirebbero la mera applicazione della nostra Costituzione, pur sembrando una vera rivoluzione.

Per questa legge il "Forum Salviamo il Paesaggio" è pronto a raccogliere le firme dei cittadini, dopo averla presentata all’attenzione della prossima XVIII legislatura della Repubblica Italiana"…
 


Fonte: www.salviamoilpaesaggio.it/blog/

Nell'allegato il testo integrale della Proposta di Legge e della sua premessa introduttiva.

 

Contenitori aerosol sempre più ecosostenibili. La riduzione di spessore fa risparmiare 3.880 tonnellate di CO2

Gli imballaggi metallici si confermano protagonisti di una efficiente economia circolare.
Lo rivelano i dati presentati da Metal Packaging Europe all’"Aerosol & Dispensing Forum" di Parigi.


Facili da utilizzare, sicuri e sempre più ecosostenibili, i contenitori aerosol in acciaio e alluminio sono stati  protagonisti dell’Aerosol Dispenser Forum (ADF), la prestigiosa conferenza annuale del settore che si è tenuta lo scorso 31 gennaio a Parigi. Un elemento chiave dell'evento è stato la presentazione di "Aerosol in metallo nell’economia circolare", con la quale Metal Packaging Europe ha evidenziato la comprovata sostenibilità degli imballaggi metallici e le performance record lungo tutta la catena produttiva.
Stando ai dati presentati, grazie a ricerca e innovazione negli ultimi dodici anni lo spessore dei contenitori aerosol in metallo si è ridotto del 22%, e la riduzione di peso ha comportato un risparmio di 3.880 tonnellate di CO2 per ogni 100 milioni di contenitori prodotti.
Tre relatori hanno esposto i diversi aspetti della circolarità: Dimitrios Soutzoukis (Responsabile Settore Tecnico & Sostenibilità di Metal Packaging Europe), Jose Oliveira (Direttore della Divisione Packaging di Colep) e Federico Fusari (Direttore di RICREA, il Consorzio Italiano per il Riciclo dell'Acciaio).
Al centro delle relazioni, l'importanza del riciclo per stabilire una vera economia circolare, i costanti miglioramenti tecnici nell'efficienza delle risorse e la competitività degli imballaggi in acciaio in uno dei modelli EPR (European Extended Producer Responsibility – responsabilità estesa del produttore) più completi a livello europeo.

Dimitrios Soutzoukis ha spiegato che la crescita  del mercato delle bombole aerosol risponde alle esigenze dello stile di vita attuale. I consumatori utilizzano gli aerosol metallici per molte applicazioni, dai prodotti per la casa al cibo e all'igiene personale. I maggiori incrementi in questo settore riguardano soprattutto i prodotti per capelli, per radersi e i deodoranti. I contenitori aerosol sono facili da usare, sicuri e resistenti. Hanno grandi caratteristiche di sostenibilità e questo è ciò che vogliono oggi i consumatori in tutti gli imballaggi.
I contenitori aerosol si raccolgono, separano e riciclano facilmente, in un processo competitivo che beneficia della domanda di mercato e dell’elevato valore del rottame. Tutti gli imballaggi metallici costituiscono un esempio perfetto di economia circolare, poiché acciaio e alluminio sono materiali permanenti che si riciclano all'infinito.

Per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi in acciaio, l’Italia è un’eccellenza europea con 5,6 milioni di tonnellate avviate al riciclo in 20 anni. Grazie al riciclo degli imballaggi in acciaio nel nostro Paese, dal 2005 ad oggi si sono risparmiati 350 milioni di euro di materia prima e sono state evitate 4 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra.
 


Per ulteriori informazioni:

Paolo Steila – Miriam Pagano
Ufficio stampa ANFIMA c/o Black & White Comunicazione
Cell. 3385957266 – 3492373166  
p.steila@bwcomunicazione.it 
m.pagano@bwcomunicazione.it