“La mia Etiopia – Appunti disordinati di un volontario”
di A. Gris. Padova, Centro culturale San Gaetano, 12 aprile – 10 maggio 2017.
di A. Gris. Padova, Centro culturale San Gaetano, 12 aprile – 10 maggio 2017.
È alto 62,45 metri per una circonferenza del tronco di 3,31 metri e si trova in Toscana nella riserva naturale di Vallombrosa, località del comune di Reggello (FI).
È stato scalato e misurato da SuperAlberi, il team di esperti arboricoltori, agronomi e tree-climbers friulani che da quasi 30 anni lavorano in Italia, in Europa e nel mondo per studiare, tutelare e curare gli alberi monumentali in modo totalmente eco-sostenibile.
L’albero più alto d’Italia è un abete dell’Oregon o abete di Douglas (per gli addetti ai lavori Pseudotsuga menziesii): è una conifera sempreverde originaria del Canada e del nord America ormai ampiamente diffusa anche in Europa e in Italia.
Il metodo più qualificato, riconosciuto scientificamente a livello mondiale per determinare l’altezza dei grandi alberi, è la misurazione diretta sul campo, scalando la pianta, il direct tape drop. Tale metodo fa parte del dna di SuperAlberi che, con interventi in Italia, in Europa e nel resto del mondo, è l’unica azienda italiana a misurare gli alberi con questo sistema e a coniugare i sistemi di potatura sostenibili con interventi in "tree climbing" mettendo l’uomo al completo servizio della natura.
La ricerca di SuperAlberi è stata un’impresa unica nella storia del nostro patrimonio naturale, una vera e propria spedizione di 8 persone durata 20 giorni per 25 alberi e raccontata in nell’e-book “L’albero più alto d’Italia” e in docu-film.
Andrea Maroè, fondatore di SuperAlberi e attuale responsabile degli alberi monumentali per la regione FVG racconta: “Siamo partiti da una lunga ricerca bibliografica negli archivi del patrimonio forestale nazionale per individuare le 50 piante più alte del paese. Dopo una prima analisi, ne abbiamo scalate 25 tra Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Lazio fino ad arrivare a Vallombrosa"
Il “Tree King” d’Italia supera di quasi 3 metri il secondo albero sul podio, un altro abete della medesima riserva che prende il nome dall’Abbazia benedettina di Vallombrosa: la foresta fu creata e curata nei secoli dai monaci fino ad essere dichiarata nel 1973 Riserva Biogenetica Naturale. Al terzo posto, con “soli” 52,15 metri, c’è l’Avez del Prinzep di Lavarone, un abete bianco di circa 240 anni che 20 anni fa era stato misurato dal gruppo di Superalberi: a quel tempo era il più alto prima di essere sorpassato dagli abeti di Vallombrosa.
Fonte: superalberi.it
Un protocollo d’intesa è stato firmato nella sede dell’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni italiani) a Roma, dal Presidente Antonio Decaro e da Giovanni Valotti, Presidente di Utilitalia, la federazione che riunisce oltre 500 imprese energetiche, idriche e ambientali.un accordo molto importante per analizzare e promuovere lo sviluppo dei servizi pubblici delle città del futuro, accompagnandone l’innovazione.
Investimenti in infrastrutture, sviluppo industriale delle smart cities, contrasto all’inquinamento delle città, riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici: uno sforzo congiunto per trovare soluzioni e ottimizzare l’organizzazione dei servizi di pubblica utilità.
Il quadro operativo comprende anche la costituzione di gruppi di lavoro tematici congiunti, con la partecipazione dei maggiori esperti individuati dalle associazioni sulle singole materie, l’organizzazione di iniziative di formazione e informazione, la circolazione di dati statistici ed economici e lo studio congiunto del quadro normativo e regolatorio.
Tra le prime sfide da affrontare, figurano già da ora gli investimenti infrastrutturali nei settori energetici, idrici e ambientali, le gare per l’affidamento dei servizi, il raggiungimento degli obiettivi comunitari nel ciclo integrato dei rifiuti, la prevenzione e gestione delle situazioni di emergenza idrogeologica (alluvioni o frane) e la semplificazione dei servizi ai cittadini.
Alla base della costituzione del Comitato anche la condivisione, da parte di Anci e di Utilitalia, della possibilità di sostenere lo sviluppo dei servizi pubblici locali nell’ambito di un percorso industriale che ottimizzi gli investimenti, le sinergie territoriali, l’efficienza dei costi e i benefici aggiuntivi.