Inquinamento-Campiotti

Rapporto AIE: l’inquinamento atmosferico uccide ogni anno 6,5 milioni di persone nel mondo

Secondo un rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia, le morti premature legate all'inquinamento atmosferico passeranno dagli attuali 3 milioni a 4,5 milioni entro il 2040. Il maggior numero dei decessi si registrerà nei paesi in via di sviluppo in Asia. Tra i paesi più a rischio compaiono Cina e India.


Circa 6,5 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico e il numero è destinato ad aumentare significativamente nei prossimi decenni. Questo è quanto emerge dal World Energy Outlook 2016, rapporto dedicato all’inquinamento atmosferico globale, pubblicato dall’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), organizzazione intergovernativa che da oltre 40 anni si occupa di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche dei paesi membri e, negli ultimi anni, di direzionarli verso uno sviluppo economico sostenibile promuovendo l’uso di fonti energetiche alternative con un minore impatto per quanto riguarda l’ambiente e i cambiamenti climatici.

Secondo il rapporto, le morti premature legate all’inquinamento atmosferico passeranno dagli attuali 3 milioni a 4,5 milioni entro il 2040 e, il maggior numero di decessi si registrerà nei paesi in via di sviluppo dell'Asia. In particolare, ai primi posti tra i paesi che subiranno maggiormente le ricadute dell’inquinamento atmosferico, ci sono Cina e India dove, già oggi, lo smog uccide rispettivamente 1,4 e 1,6 milioni di persone, secondo i dati presentati al meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Scienze (AAAS) che si è svolto a Washington a febbraio 2016. Allo stesso tempo, le morti premature causate dall'inquinamento domestico, dovuto principalmente alla cucina e al riscaldamento, caleranno, al 2040, dagli attuali 3,5 milioni a 3 milioni, sebbene continueranno ad esserci nelle regioni più povere dove è più alta l’impossibilità di aver accesso a fonti di energia sicure.

L'AIE sottolinea inoltre che nessuna regione nel mondo può considerarsi non soggetta ad inquinamento atmosferico e riporta che oltre l’80% della popolazione totale che abita nelle città vive in condizioni atmosferiche che superano i parametri fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). L’Agenzia evidenzia anche che la produzione e l'uso di energia, derivanti soprattutto da un tipo di combustione non regolamentata o scarsamente regolamentata, o inefficiente di carburante, sono oggi tra le principali cause di emissioni di CO2 nell’aria.

Oltre ad evidenziare il livello di inquinamento atmosferico globale e i suoi legami con l’industria energetica e con la salute umana, il rapporto dell'AIE presenta anche le migliori strategie che possono essere adottate contro il fenomeno. In particolare, ci dice che il solo aumento del 7% di investimenti per una politica energetica più sostenibile potrebbe avere dei risvolti impressionanti per quanto riguarda la salute umana e porterebbe ad una riduzione delle morti premature annuali da inquinamento outdoor che passerebbero così a 1,7 milioni al 2040 (rispetto ai 4,5 milioni stimati), mentre quelle da inquinamento domestico arriverebbero a 1,6 milioni nello stesso periodo (rispetto ai 3 milioni stimati). Per fare questo, sostiene l'AIE, bisogna però attuare sin da subito politiche energetiche più sostenibili, in accordo con quanto previsto dall'Accordo di Parigi che punta a fermare il riscaldamento globale al di sotto  dei 2 gradi °C, con volontà di contenerlo entro gli °1,5 entro la fine del secolo, ed invita, in particolare, i paesi in via di sviluppo a controllare le loro emissioni di CO2, attuando al più presto politiche energetiche a bassa emissioni di carbonio, contribuendo così a stabilizzare il cambiamento climatico entro i livelli compatibili con la vita sul nostro pianeta.

L'AIE sottolinea inoltre che l’inquinamento atmosferico rappresenta attualmente la quarta causa di morte nel mondo, dopo la pressione sanguigna troppo alta, l’alimentazione inadeguata e il fumo e ci avverte circa la necessità di rivedere al più presto la nostra politica energetica in modo che le comunità non siano costrette a sacrificare aria pulita in cambio della crescita economica.

pneumatici

Economia circolare. 850.000 Pneumatici Fuori Uso raccolti e trattati in Toscana da Ecopneus nel 2016

In Toscana 7.690 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso-PFU sono state raccolte e recuperate nei primi sei mesi del 2016 da Ecopneus e riciclate in gomma per superfici sportive, asfalti silenziosi e duraturi, isolanti acustici, antivibranti ed energia sostenibile per famiglie e imprese. Pari in peso a 854mila pneumatici da autovettura, potrebbero coprire la superficie di 30 campi da calcio.

I dati sono stati diffusi nel corso di “Impianti Aperti”-Ecopneus, seconda tappa del 2016 dell’iniziativa che mostra da vicino alle istituzioni, al mondo industriale, agli organi di controllo e alla cittadinanza come viene gestito il processo di raccolta e recupero dei Pneumatici Fuori Uso e soprattutto fa conoscere le tantissime possibilità di impiego di questo prezioso materiale. L’evento si è tenuto presso la DIFE di Serravalle Pistoiese, azienda partner di Ecopneus specializzata nella raccolta, lo stoccaggio e il trasporto dei PFU. La filiera strutturata da Ecopneus in Toscana si avvale anche dell’attività dell’azienda “Microgomma energia” di Abbadia Montepulciano (SI), specializzata invece nella granulazione dei Pneumatici Fuori Uso.

La raccolta dei PFU preso i quasi 2.500 gommisti, stazioni di servizio e autofficine nella Regione è suddivisa tra le 1.889 tonnellate raccolte nella provincia di Firenze, 705 nella provincia di Grosseto, 591 a Livorno, 540 a Lucca, 535 a Massa Carrara, 413 a Pisa, 808 tonnellate a Pistoia, 510 a Prato e 898 tonnellate della provincia di Siena. La DIFE è inoltre partner Ecopneus anche per la raccolta dei PFU in Umbria, dove nei primi 6 mesi del 2016 sono state raccolte 2.213 tonnellate.

Attraverso un processo di frantumazione meccanica in passaggi successivi, il pneumatico a fine vita viene ridotto in frammenti sempre più piccoli fino ad arrivare alla separazione delle tre componenti di cui è costituito: fibre tessili, acciaio e principalmente polimero di gomma.Un concreto esempio delle possibilità di impiego di questo prezioso materiale sono le installazioni realizzate a Festambiente, il festival annuale di Legambiente che si tiene a Rispescia (GR): grazie ad Ecopneus negli anni sono state realizzate aree relax per famiglie, campi da calcio, aree gioco per bambini, piste ciclabili, sedute e panchine in gomma da riciclo. Anche l’auditorium del Festival è stato riqualificato acusticamente grazie alle proprietà fonoisolanti e fonoassorbenti della gomma da riciclo.
Un  sistema virtuosodi green economy che oltre ad assicurare il corretto trattamento dei pneumatici a fine vita genera positivi impatti economici, ambientali e sociali. Un esempio ne sono gli  interventi straordinari portati a termine da Ecopneus in due “stock storici” nella Regione: grandi accumuli di PFU formatisi in passato spesso a seguito di vicende al limite della legalità. Nel 2013, 1.200 tonnellate di PFU sono state rimosse da un deposito abbandonato ad Aulla (MS), mentre nel luglio 2015 2.000 tonnellate sono state prelevate a Rapolano (SI) dalla cosiddetta “collina della vergogna” dove da 10 anni giacevano abbandonati a deturpare uno dei paesaggi più belli del nostro Paese. Entrambi gli interventi sono stati portati a termine con risorse economiche Ecopneus senza nessun costo per l’Amministrazione Pubblica.

Fonte:www.ecopneus.it

 

Remedia Raee

Remedia presenta il primo Green Economy Report

Il Green Economy Report  fa il punto sull’impatto del sistema di riciclo dei RAEE in Europa, in Italia e sull’attività ultra decennale di Remedia, con un approfondimento sui risultati del 2015.

A livello europeo il riciclo dei RAEE ha permesso di evitare 2,9 milioni di tonnellate di CO2eq, mentre a livello italiano le tonnellate evitate di CO2eq sono 550 mila. Sono39.817 le tonnellate di rifiuti tecnologici raccolti complessivamente da Remedia nel 2015 con un risparmio di 70mila tonnellate di risorse, 660.000 m3 di acqua, 336 ettari di terreno e 205 mila tonnellate di CO2eq evitate

Del totale dei RAEE gestiti da Remedia nel 2015 ben il 92% dei volumi trattati è stato destinato a riciclo e recupero energetico.

Nel 2015 Remedia ha contribuito a ridurre i costi di importazione di materie prime per un valore complessivamente stimato in circa 16 milioni di euro mentre ammonta a 9,7 milioni di euro il valore economico distribuito dal Consorzio sulla filiera del riciclo.


Informazioni su ReMedia

ReMedia è tra i principali Sistemi Collettivi italiani per la gestione eco-sostenibile di tutte le tipologie di RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), pile e accumulatori e impianti fotovoltaici. Nato nel 2005 grazie alla volontà di 44 aziende leader nel settore dell’Elettronica di Consumo e dell’ICT il Consorzio conta oggi oltre 1400 iscritti ed è il primo consorzio per quote RAEE. Per quota di mercato e struttura, rappresenta quindi un punto di riferimento nella gestione di RAEE, Rifiuti di Pile e Accumulatori. Oltre ad essere senza scopo di lucro, il Consorzio è certificato ISO 9000 e ISO 14000, una ulteriore garanzia di trasparenza e serietà nei confronti dei consorziati, dei partner e dei consumatori.

Per maggiori  informazioni www.consorzioremedia.it