Fornire un’acqua potabile eccellente, ovvero, umile (proviene dalla terra e dalle falde acquifere), preziosa (cioè vitale), casta (pura e di elevata qualità): potrebbe essere così riassunta la mission dei gestori del servizio idrico integrato. Una sfida antica e nello stesso tempo moderna, un servizio per la collettività che permette di offrire a tutti l’acqua, bene comune, vigilando sulla sua qualità grazie a professionalità, competenza e tecnologia.
Nel Cantico delle Creature San Francesco utilizza tre aggettivi per l’acqua: umile, preziosa e casta. Il primo aggettivo proviene dalla parola latina humus, che significa terreno: l’acqua proviene dalla terra e ad essa ritorna ciclicamente. Secondo il Santo di Assisi, l’acqua è poi preziosa, vitale, centrale per la vita di ogni essere vivente. Motivo quindi di lode al Creatore: una risorsa da custodire come un tesoro. Ed infine l’acqua è, o dovrebbe essere, casta, incontaminata, pura. Tre aggettivi che hanno sulle spalle più di ottocento anni (il Cantico è stato presumibilmente scritto nel 1226), ma che risultano ancora attualissimi. Gli utenti finali del servizio idrico, siano essi cittadini, famiglie o imprese ancora oggi riconoscono nell’acqua una risorsa preziosa, ma soprattutto richiedono una qualità elevatissima. A guardia della purezza e della “castità” dell’acqua molti gestori del servizio idrico hanno creato negli ultimi anni laboratori ad alta tecnologia responsabili del controllo – dal punto di captazione (pozzo, sorgente) fino al consumatore finale – della qualità di questo bene comune, umile ma prezioso. Risale al 1996, ad esempio, l’intuizione di creare il Centro Idrico Novoledo a Villaverla, nell'area di captazione, una joint venture con il compito di effettuare il rilevamento dei parametri idrogeologici, idraulici, biologici, chimici e chimico-fisici che caratterizzano il sistema idrologico "Astico – Bacchiglione" (utilizzato per l'approvvigionamento idropotabile dagli acquedotti di Vicenza e Padova). L'azienda effettua il "controllo gestionale interno" sulla qualità dell'acqua distribuita nelle due città e su quella erogata da altri importanti acquedotti del Veneto. Nel corso degli anni il Centro si è trasformato da semplice laboratorio di analisi in un vero e proprio centro di competenze, specializzato in indagini idrogeologiche ed idrochimiche, ma ha anche sviluppato, assieme al Dipartimento ICEA dell’Università di Padova, modelli matematici avanzati ed innovativi per descrivere il deflusso idrico sotterraneo negli acquiferi dei bacini “Astico-Bacchiglione” e “Brenta” e ne simulano il comportamento a fronte di situazioni idrologiche particolari quali scarsità di precipitazioni atmosferiche o prelievi elevati.
Il Centro sorge presso l’Oasi Naturalistica di Villaverla, in provincia di Vicenza. L'Oasi naturalistica di Villaverla è uno dei più importanti "laboratori verdi" del nostro Paese. Qui l'uomo sta collaborando con la natura per riportare uno straordinario lembo di area umida di pianura all'aspetto che aveva prima dell'antropizzazione, ovvero prima dell'arrivo dell'uomo e della trasformazione che egli gradualmente ha operato per conquistarsi terra coltivabile là dove dominava una folta foresta planiziale. Da alcuni anni qui si sta facendo l'opposto: sono state bandite le colture agricole e vaste porzioni dell'Oasi sono state restituite al dominio incontrastato di quelle specie arboree ed arbustive che, secoli o millenni fa, ricoprivano non solo quest'area, ma l'intera Pianura Padana. Questo scrigno verde è destinato a proteggere e preservare un tesoro sotterraneo: l'acqua che "impregna" uno strato di ghiaia profondo sino a 140 metri, acqua che, è destinata ad alimentare l'acquedotto di Padova.
Un acquedotto costruito originariamente dall’ingegnere Vincenzo Stefano Breda, protagonista della vita industriale e politica nazionale dell’interno paese durante la seconda metà del diciannovesimo secolo. Fu proprio il Breda ad immaginare e poi costruire il primo acquedotto che collegava Villaverla a Padova. Correva l'anno 1878 quando gli esperti incaricati di individuare la migliore fonte dell'acqua destinata ad alimentare un acquedotto per la città di Padova, si indirizzarono verso quella che oggi è l'Oasi di Villaverla. A tutta prima, l'idea di ricorrere ad una fonte così lontana non convinse tutti: esistevano alternative più vicine e lo stesso sottosuolo della città non è privo d'acqua. Vincenzo Stefano Breda, senatore e grande industriale, impose Villaverla e a ragione, vista la ricchezza e la qualità dell'acqua che quest'area garantiva e continua a garantire. L'acquisto del terreno da parte della Società Veneta, che aveva in appalto i lavori del nuovo acquedotto, venne formalizzato nel 1885 e l'anno successivo vennero infissi i primi 131 pozzi profondi da 8 a 25 metri.
Questi, tuttora in uso, fanno confluire l'acqua nelle due vasche sotterranee che alimentano la "Canaletta" che da oltre un secolo continua a trasferire l'acqua da Villaverla a Padova. Custode della castità dell’acqua patavina e vicentina è dunque il Centro Idrico Novoledo. Grazie a strumentazione d'avanguardia e a un’èquipe tecnica di prim'ordine, il Laboratorio è in grado di compiere più di trentamila controlli l'anno su tutti i parametri chimico-fisici e batteriologici dell'acqua, dal momento della captazione dalle falde fino all'erogazione dai rubinetti di casa: poche acque, comprese quelle commercializzate in bottiglia, sono tenute così costantemente e attentamente sotto controllo.
E gli esiti di questi controlli possono rassicurare tutti gli utenti del servizio idrico integrato. Come è possibile osservare dalla tabella sottostante, i principali parametri della qualità dell’acqua sono ottimi e contribuiscono a definire l’acqua eccellente dal punto di vista fisico, chimico e batteriologico.
Caratteristiche di Qualità Medie dell’acqua distribuita nei comuni di PAdova e Abano Terme – dicembre 2012
parametro
|
u.m.
|
Valore misurato
|
V.d.P. D.Lgs. 31/2001
|
temperatura
|
°C
|
12,7
|
—
|
torbidità
|
NTU
|
0,2
|
(1)
|
attività ioni idrogeno
|
pH
|
7,5
|
(6.5 ÷ 9.5)
|
conducibilità elettrica specifica a 20 °C
|
μS/cm
|
450
|
(2500)
|
durezza totale in gradi francesi
|
Fr
|
26,1
|
(15 ÷ 50)
|
residuo conduttometrico
|
mg/l
|
305
|
—
|
ossidabilità secondo Kübel
|
mg/l
|
< 0,5
|
(5.0)
|
calcio
|
mg/l
|
68,5
|
—
|
magnesio
|
mg/l
|
22,0
|
—
|
sodio
|
mg/l
|
4,0
|
(200)
|
potassio
|
mg/l
|
1,0
|
—
|
cloruri
|
mg/l
|
8
|
(250)
|
nitrati
|
mg/l
|
15
|
50
|
solfati
|
mg/l
|
14
|
(250)
|
ammoniaca
|
mg/l
|
< 0,05
|
(0.50)
|
nitriti
|
mg/l
|
< 0,02
|
0.50
|
fluoruri
|
mg/l
|
< 0,1
|
(1.50)
|
cloro residuo
|
mg/l
|
0,03
|
(0.2)
|
fenoli totali
|
μg/l
|
< 0,05
|
—
|
cianuri totali
|
μg/l
|
< 0,5
|
50
|
solventi clorurati totali
|
μg/l
|
< 1
|
10
|
trialometani
|
μg/l
|
3
|
30
|
antiparassitari (singolo composto)
|
μg/l
|
< 0,10
|
0.10
|
antiparassitari totali
|
μg/l
|
< 0,50
|
0.50
|
benzene
|
μg/l
|
< 0,2
|
1.0
|
toluene, xileni, alchilbenzeni
|
μg/l
|
< 0,2
|
—
|
arsenico
|
μg/l
|
< 1
|
10
|
cadmio
|
μg/l
|
< 0,1
|
5,0
|
cromo totale
|
μg/l
|
1
|
50
|
ferro totale
|
μg/l
|
< 5
|
(200)
|
manganese
|
μg/l
|
< 1
|
(50)
|
nichel
|
μg/l
|
< 1
|
20
|
piombo
|
μg/l
|
< 1
|
25
|
rame
|
mg/l
|
< 0,1
|
1
|
Coliformi totali
|
in 100 ml
|
0
|
(0)
|
Escherichia coli
|
in 100 ml
|
0
|
0
|
Enterococchi
|
in 100 ml
|
0
|
0
|
Carica batterica a 37 °C
|
in 1 ml
|
3
|
—
|
Carica batterica a 22 °C
|
in 1 ml
|
2
|
—
|
Tra parentesi sono indicati i “valori di parametro” (V.d.P.) dei parametri indicatori di cui al D. Lgs. 31/2001