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Le Nazioni Unite lanciano un nuovo allarme sulle emissioni di gas serra

L’UNEP lancia l’allarme: se non si rispetta l’Accordo di Parigi si rischia un aumento della temperatura globale tra i 3,4 e i 3,9 °C entro la fine del secolo. In vista della prossima COP25, l’Europarlamento approva una risoluzione che impegna l’Ue a ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 e a raggiungere la “neutralità climatica” entro il 2050


La concentrazione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera ha raggiunto nel 2018 la soglia di “non ritorno” di 55,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente [1]. Tale quantità di anidride carbonica potrebbe portare a un aumento della temperatura media globale tra i 3,4 e i 3,9 °C entro la fine del secolo. Questi sono alcuni dei dati allarmanti contenuti nell’ultimo Emissions Gap Report, pubblicato in questi giorni dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente). La soglia raggiunta nel 2018 – si legge nel rapporto –, è in completo disaccordo con gli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi del 2015, che impegna i 195 Paesi sottoscriventi a sviluppare azioni e programmi per limitare l’aumento della temperatura globale entro i 2°C entro il 2100 (con volontà di contenerla entro gli 1,5 °C). Solo se i Paesi del G20, responsabili del 78 per cento delle emissioni globali, troveranno un accordo per mettere in atto a livello nazionale strategie di contrasto al cambiamento climatico, ovvero gli Intended Nationally Determined Contributions – avverte l’UNEP – sarà possibile centrare l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 °C, evitando le conseguenze, previste attraverso simulazioni modellistiche, sugli ecosistemi terrestri in termini di ondate di calore, frequenti periodi di siccità e piogge distruttive.

A fronte di tali previsioni, i Paesi europei, in particolare quelli del Sud Europa (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Malta, Croazia, Albania, Bosnia Erzegovina, Slovenia, Montenegro), sono chiamati a sviluppare azioni al fine di contenere l’aumento delle emissioni da gas climalteranti, in assenza delle quali non sarà possibile raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La strada per raggiungere tali obiettivi passa attraverso più binari paralleli: da un lato, occorre sviluppare azioni di mitigazione, passando per metodi e processi più innovativi ed efficienti dal punto di vista energetico, aumentando l’impiego delle energie rinnovabili; dall’altro, bisogna fare ricorso a soluzioni naturali, come l’impiego delle “infrastrutture verdi” (Figure 1 e 2) nelle città, riducendo i consumi di energia elettrica per la climatizzazione, soprattutto nei mesi estivi (che in Italia rappresentano oltre il 30 per cento dei consumi elettrici totali).

 

Figure 1 e 2. Sistema dimostrativo verde parietale (sopra) e tetto verde (sotto) sugli edifici (fonte: Centro ENEA Casaccia)

 

In questo contesto, di particolare importanza è l’iniziativa internazionale denominata Patto dei Sindaci per il clima e l’energia (Covenant of Mayor), il cui coordinatore nazionale per l’Italia è l’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che riunisce migliaia di autorità e amministrazioni locali per lo sviluppo di piani d’azione (Actions plan) per contrastare il cambiamento climatico, sostenendo l’ammodernamento e/o l’efficientamento energetico delle abitazioni per il risparmio di energia e l’impiego delle energie rinnovabili. Del resto, in Europa gli edifici sono responsabili del 36 per cento delle emissioni di CO2 e del 40 per cento dell’energia consumata. A questo proposito, lo sviluppo di programmi finalizzati a contrastare situazioni di povertà energetica, degrado e/o disagio abitativo (spetto dovuto alla mancanza di servizi di base come la presenza di fognature e la raccolta dei rifiuti) e favorire l’accesso sicuro dalle fonti idriche, costituiscono un ulteriore obiettivo del Patto dei Sindaci.

Significative ai fini dello sviluppo di iniziative e progetti sui temi della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici sono la “Strategia europea per l’adattamento ai cambiamenti climatici”, lanciata dalla Commissione europea nel 2014, e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi. In questo contesto, la cooperazione tra imprese, stakeholders e associazioni di cittadini gioca un ruolo fondamentale per diffondere la consapevolezza nella società civile nei confronti di nuovi paradigmi di produzione e consumo di beni industriali, manifatturieri e alimentari e l’accettazione di nuovi stili di vita più rispettosi dell’ambiente.

Sul fronte della decarbonizzazione delle città, particolare importanza assume la recente risoluzione del Parlamento europeo che fissa i nuovi target in materia di riduzione delle emissioni di gas serra. La risoluzione – approvata in vista della COP25, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dal 2 al 13 dicembre a Madrid, impegna l’Unione europea a ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 e  raggiungere la “neutralità climatica” (obiettivo “emissioni zero”) entro il 2050.


Nota: 

[1] La tonnellata di CO2 equivalente è un'unità di misura che permette di pesare insieme emissioni di gas serra diversi con differenti effetti climalteranti. Ad esempio, una tonnellata di metano che ha un potenziale climalterante 21 volte superiore rispetto alla CO2, viene contabilizzata come 21 tonnellate di CO2 equivalente (fonte: Ministero dell'ambiente).

 

Foto d'intestazione: Carlo Alberto Campiotti

Cimice asiatica, Halyomorpha halys

Identificati in Trentino due insetti antagonisti della cimice asiatica

Si tratta di una scoperta del gruppo di lavoro coordinato da Fondazione Edmund Mach (FEM) e dal Centro Agricoltura Alimenti Ambiente. Attraverso un assiduo lavoro di monitoraggio sono stati rinvenuti sul territorio provinciale trentino due insetti antagonisti naturali, anch'essi di origine asiatica, che potrebbero limitare e controllare la diffusione della cimice. Per concretizzare questa scoperta bisogna attendere l’applicazione della nuova legge per la lotta biologica, recentemente approvata e di cui si aspetta il regolamento attuativo che prevede proprio il rilascio di organismi utili esotici.


Grazie al lavoro di monitoraggio condotto dal gruppo di lavoro FEM e dal Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, è stato possibile rilevare per la prima volta la presenza sul territorio trentino delle due specie esotiche Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii. Sono questi i due principali agenti di biocontrollo della cimice in Asia la cui presenza in equilibrio con il fitofago impedisce pullulazioni devastanti della cimice nelle aree di origine. Sono probabilmente arrivati in Europa in maniera accidentale seguendo le stesse rotte di invasione del loro ospite. In Italia T. japonicus era stato rinvenuto finora solo in alcuni siti in Lombardia e Piemonte, mentre T. mitsukurii in aree ristrette del Friuli, Lombardia ed Alto Adige.
 

Le novità normative a livello nazionale aprono al rilascio di organismi utili esotici per la lotta biologica

La nuova normativa nazionale, recentemente promulgata, di cui si diceva sopra (pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 05/09/19, del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102) riguarda le norme necessarie all'immissione sul territorio di specie e popolazioni non autoctone). In attesa delle linee guida tecniche della nuova legge e/o di una rapida autorizzazione in fase di emergenza, FEM prevede che in un prossimo futuro saranno possibili rilasci in deroga di esotici utili per la lotta biologica dopo gli opportuni studi di efficacia e valutazione del rischio da condurre in impianti da quarantena.

All’inizio del 2019 è stato creato un tavolo di lavoro FEM, diretto da Gianfranco Anfora, che coinvolge ricercatori e tecnici del Centro Ricerca e Innovazione, Centro Trasferimento Tecnologico e Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento- FEM), per il coordinamento di tutte le attività di ricerca e sperimentazione in corso su questo tema. Una delle attività principali del gruppo di lavoro, coordinato da Livia Zapponi del Centro Ricerca e Innovazione, è lo studio della possibile applicazione della lotta biologica. In particolare FEM è partner di un consorzio nazionale per il monitoraggio e la valutazione dell’impatto dei parassitoidi locali ed esotici della cimice, soprattutto quelli di origine asiatica del genere Trissolcus. Livia Zapponi e Serena Chiesa del Centro Trasferimento Tecnologico, grazie a questa iniziativa, hanno partecipato ad un corso di alta formazione a Montpellier presso il Centre for Population Biology and Management dell’INRA per il riconoscimento tassonomico dei parassitoidi della cimice appartenenti al genere Trissolcus.

Il controllo biologico classico prevede l'importazione dalle zone di origine del fitofago dei suoi antagonisti, con l'obiettivo di acclimatarli e riprodurre le condizioni che ne consentono la naturale regolazione della popolazione. Nel caso di  Halyomorpha halys però, la scelta di tale approccio è stata limitata finora dai vincoli legislativi, nazionali, che hanno reso inattuabile finora la procedura per l'introduzione di nuove specie, anche se utili al controllo biologico. A questo proposito FEM ha da poco allestito una nuova struttura costruita seguendo i criteri degli impianti di quarantena internazionali per gli insetti e che sarà utilizzata dopo le opportune certificazioni ministeriali per tali studi.

 

Origine e diffusione della cimice asiatica 

La cimice asiatica, Halyomorpha halys, è una specie invasiva originaria dell’Asia orientale. Fuori dal suo areale originario, soprattutto negli Stati Uniti, è divenuto il fitofago chiave in numerosi agroecosistemi causando ingenti danni economici su colture arboree come melo, pero e pesco, nonché su molte orticole. Può inoltre essere fonte di fastidio per le persone, vista la sua abitudine di trascorrere l’inverno al riparo negli edifici e di emettere sostanze maleodoranti. Durante il 2016 sono stati ritrovati i primi individui di cimice anche in provincia di Trento, con i focolai più importanti nell’area della città di Trento e del Garda. Nel triennio 2017-2019 la specie ha continuato la sua espansione sul territorio insediandosi anche in Val di Non e in Valsugana, con popolazioni in grado di provocare danni sulle principali colture locali. 

 

Fonte: Ufficio Stampa FEM


Leggi gli articoli sulla cimice asiatica pubblicato sul nostro sito.

ECOLAMP_Concorso Scuole 2019 - 20

“Raccogliamo Valore”. Ecolamp presenta il nuovo progetto didattico dedicato agli studenti attenti all’ambiente

Il consorzio Ecolamp avvicina gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori ai temi della raccolta differenziata e dell’economia circolare attraverso un nuovo progetto didattico e un concorso a premi. Economia circolare, raccolta differenziata e RAEE: sono questi i temi principali di "Raccogliamo Valore". Un concorso creativo con in palio buoni per l’acquisto di materiali scolastici. 


"Raccogliamo Valore" nasce dalla collaborazione tra Ecolamp, il consorzio senza scopo di lucro attivo nel riciclo dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), ed Educazione Digitale, la piattaforma didattica gratuita riservata agli insegnanti. Attraverso materiali multimediali, diversificati per fasce d’età e studiati per coinvolgere bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, il progetto "Raccogliamo Valore" intende sensibilizzare studenti e insegnanti sugli effetti positivi di una corretta raccolta differenziata dei RAEE, oggetti sempre più presenti nella nostra quotidianità, sviluppando consapevolezza sulla necessità di recuperare le materie prime di cui sono composti, in un’ottica di economia circolare.

A completamento del percorso didattico "Raccogliamo Valore" propone anche un concorso a premi aperto agli studenti della scuola primaria e della secondaria di I grado e II grado. Partecipare è facile: ogni classe dovrà realizzare un video o un racconto correlato di testo e immagini in formato pdf sui temi della raccolta differenziata e del suo impatto sul futuro del pianeta, con particolare riferimento ai RAEE. Gli elaborati dovranno poi essere caricati sulla piattaforma di Educazione Digitale entro il 30 aprile 2020. La partecipazione è gratuita e i primi tre vincitori per ogni categoria, valutati da una giuria interna a Ecolamp e a Educazione Digitale, riceverannobuoni per l’acquisto di materiale scolastico. I criteri di valutazione si baseranno sulla qualità del contenuto e della forma degli elaborati, ma terranno anche conto dei like ottenuti tramite la condivisione social. "Raccogliamo Valore" premia anche gli insegnanti più attivi e propositivi che vorranno essere Ambassador del progetto e potranno vincere un premio Hi-Tech.


Maggiori dettagli e modalità di partecipazione sono consultabili sul sito di Ecolamp e sulla piattaforma Educazione Digitale nella sezione dedicata al progetto.