Il World Energy Outlook 2018, pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), traccia un quadro dei possibili scenari energetici dei prossimi anni. Emergono tendenze contrastanti: nonostante l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, nel 2040 le fonti fossili continueranno a pesare per il 60% della domanda energetica globale. Se si vorranno centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, sottolinea l’AIE, le energie rinnovabili da sole non basteranno, ma occorrerà trovare altre soluzioni.
Da qui al 2040, le emissioni di gas serra derivanti dai settori energetico, industriale e dei trasporti giungeranno a coprire il 95% di tutte le emissioni di gas serra tollerabili secondo gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Questo è quanto emerge dal World Energy Outlook 2018 pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia internazionale dell’energia (AIE). Il rapporto traccia un quadro dei possibili scenari energetici dei prossimi anni e, in linea con quanto sostenuto dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) nel suo 15 Special Report, conferma la necessità di agire, quanto prima, per contrastare i cambiamenti climatici. A livello globale, sottolinea il rapporto dell’AIE, la produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico, sta aumentando rapidamente e, nel 2040, potrebbe coprire oltre il 40% dei consumi energetici a livello globale. Tuttavia, avverte l’Agenzia, al fine di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili dovrà essere maggiore. Nonostante gli sforzi per aumentare la quota di fonti rinnovabili, nel 2040, le fonti fossili (carbone, gas e petrolio) continueranno a pesare ancora per il 60% della domanda globale di energia (Figura 1).
Figura 1. Peso delle fonti fossili nella domanda globale di energia secondo i due scenari, NPS (New Policies Scenario) e SDS (Sustainable Development Scenario), individuati dall’AIE
Le fonti fossili, si legge nel rapporto, continueranno ad avere un peso considerevole nella domanda di energia globale in quanto, nei prossimi anni, le economie (oggi) considerate in via di sviluppo, raggiungeranno livelli record nella produzione di energia. A questo proposito, basti pensare che, sino ai primi anni 2000, l’Europa e il Nord America pesavano per oltre il 40% della domanda energetica globale, mentre le economie (allora) in via di sviluppo per circa il 20%. Nel 2040, la situazione sarà completamente mutata. L’Asia, sottolinea il rapporto, da sola, peserà per metà della crescita globale della domanda di gas, per il 60% di quella da eolico e solare fotovoltaico, per l’80% di quella da petrolio e per il 100% dell’aumento dei consumi di carbone ed energia da nucleare. Inoltre, sottolinea il rapporto, i forti investimenti nella mobilità elettrica, nel riscaldamento e nel raffrescamento, nell’assicurazione dell’accesso all’elettricità determineranno, da qui al 2040, un aumento del 90% della domanda elettrica complessiva globale. Una maggiore elettrificazione, ancorché ridurrà l’inquinamento a livello locale, porterà, entro il 2030, ad un picco della domanda di petrolio che comporterà, a sua volta, un aumento delle emissioni di CO2 a livello globale. A questo proposito, il rapporto individua tre possibili scenari al 2040: lo “Scenario politiche correnti”, che mostra crescenti tensioni su quasi tutti gli aspetti della sicurezza energetica; lo “Scenario nuove politiche”, che include le politiche energetiche e gli obiettivi annunciati, ma non ancora implementati, a livello globale; lo “Scenario sviluppo sostenibile”, che evidenzia la rapida transizione verso fonti di energia rinnovabili e che mostra la strada per conseguire gli obiettivi sui temi della lotta ai cambiamenti climatici, dell’accesso universale all’energia e del miglioramento della qualità dell’aria a livello globale. In funzione dei tre possibili scenari, il rapporto mostra, attraverso un grafico, l’andamento delle emissioni di anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra, sino al 2040 (Figura 2).
Figura 2. Andamento delle emissioni di CO2 in funzione dei tre possibili scenari individuati dall’AIE
Per aumentare gli investimenti nelle rinnovabili, ridurre l’uso delle fossili e diminuire le emissioni di gas serra, il rapporto invita i governi di tutto il mondo a delineare un futuro energetico globale differente da quello oggi prospettato secondo i dati e le tendenze attuali. Secondo il rapporto, la domanda energetica globale crescerà di oltre il 25% da qui al 2040, richiedendo almeno 2 miliardi di dollari all’anno di investimenti in nuove forniture energetiche. E in questo scenario, sottolinea l’AIE, la parola chiave sarà “flessibilità”. L’aumento della produzione di energia da fotovoltaico ed eolico, si legge nel rapporto, richiederà una grande flessibilità al sistema elettrico per riuscire a garantire la continuità delle forniture. Lo “Scenario nuove politiche” mostra che molti Paesi europei, come anche altri, tra i quali Cina, India e Messico, avranno bisogno, nei prossimi anni, di un sistema energetico in grado di essere flessibile. Nonostante la riduzione dei costi dei sistemi di accumulo (batterie), le centrali termoelettriche rimangono, ad oggi, la principale fonte di flessibilità del sistema energetico a livello globale. Ciò è dovuto, sottolinea il rapporto, anche al contributo dato dalle nuove interconnessioni, dai moderni dispositivi di accumulo di energia e dai meccanismi di modulazione della domanda. “Il destino energetico globale dipende dalle decisioni dei governi del mondo”, ha dichiarato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE, durante la presentazione del rapporto. “Elaborare le giuste politiche e gli incentivi adeguati – ha aggiunto Birol – sarà fondamentale per assicurare gli approvvigionamenti energetici, ridurre le emissioni di carbonio, migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane ed aumentare l’accesso all’energia nel continente africano”.