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Si conclude a Roma il road show dell’ENEA “Italia in Classe A”

“Italia in Classe A”, campagna di informazione organizzata dall’ENEA sul tema dell’efficienza energetica, si è conclusa lo scorso martedì a Roma. L’evento finale della campagna si è tenuto nella Sala della Protomoteca, presso il Campidoglio.


L’efficienza energetica scende “in strada”

Il quadro di misure per la promozione e il miglioramento dell’efficienza energetica volto a conseguire l’obiettivo nazionale di risparmio energetico, in accordo con il pacchetto “Clima & Energia 20-20-20” (Direttiva 2009/29/CE) della Commissione Europea, prevede per l’Italia la riduzione dei consumi di energia primaria di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) l’anno, pari a 15,5 Mtep di energia finale. Il pacchetto definisce tre obiettivi chiave:

  • taglio del 20% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990);
  • 20% del fabbisogno energetico ricavato da fonti rinnovabili;
  • miglioramento del 20% dell'efficienza energetica.

L’ ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) è tra i principali attuatori che il Ministero dello Sviluppo Economico ha scelto per sviluppare un programma triennale di informazione e formazione, finalizzato a promuovere e, allo stesso tempo, facilitare l’uso efficiente di energia. A questo proposito, l’ENEA, attraverso il Dipartimento Unità Efficienza Energetica (DUEE), ha avviato un programma operativo 2017-2019, denominato Italia in Classe A. Il programma prevede, in particolare, nel settore edilizio, una serie di azioni mirate a sensibilizzare ed incoraggiare i soggetti pubblici e le imprese verso l’applicazione di innovazioni tecnologiche, energie rinnovabili e comportamenti responsabili da parte dei consumatori al fine di migliorare l’efficienza energetica del patrimonio abitativo nazionale. Il programma “Italia in Classe A” ha dato vita alla campagna nazionale di informazione “Efficienza Energetica on the road”, che ha fatto tappa, con una serie di eventi, in alcune città italiane (Figura 1). 

 

Figura 1. Tappe del tour "Efficienza Energetica on the road"

 

Ultima tappa a Roma

Lo scorso martedì 13  marzo, nella Sala della Protomoteca, presso il Campidoglio, a Roma, si è tenuto l’evento conclusivo del tour “PA–PMI: Obiettivo Efficienza Energetica” (Figura 2).  

 

Figura 2. L’evento “PA – PMI: Obiettivo Efficienza Energetica” presso il Campidoglio a Roma (foto: Andrea Campiotti)

 

L’evento, organizzato dall’ENEA in collaborazione con il Comune di Roma, ha visto la partecipazione di esponenti della Pubblica Amministrazione (PA), associazioni di categoria, piccole e medie imprese (PMI) e liberi professionisti. «Con questa iniziativa – ha spiegato Roberto Moneta, Direttore del Dipartimento Unità Efficienza Energetica (DUEE) – l’ENEA mette a disposizione programmi, tecnologie e best practices per contribuire alla diffusione della cultura dell’efficienza energetica». «Grazie al road show – ha sottolineato Moneta – puntiamo a costruire un’alleanza tra tutti i soggetti interessati per promuovere un cambiamento virtuoso dei comportamenti individuali e sociali». Tra i temi trattati all’evento: gli strumenti, gli incentivi e i finanziamenti messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione al fine di migliorare il livello di efficienza energetica delle proprie strutture e raggiungere i livelli europei e nazionali (Tabella 1).  

 

  • Diagnosi energetiche.
  • Stanziamenti per 15 milioni di euro/anno per il periodo 2014-2020 per programmi di cofinanziamento da parte delle regioni a sostegno delle PMI per la realizzazione di diagnosi energetiche o per l’adozione di sistemi di gestione dell’energia conformi alle norme ISO 50001.
  • Schemi di certificazione e accreditamento per Società che forniscono servizi energetici.
  • Meccanismo dei certificati bianchi.
  • Conto termico.
  • PON (Programma Operativo Nazionale) Imprese e Competitività 2014-2020.
  • Piano Nazionale Industria 4.0.
  • Agevolazioni e fondi previsti da Bandi Regionali e locali.
  • Fondi strutturali 2014-2020.

Tabella 1. Strumenti e agevolazioni finanziarie messi in campo dalle istituzioni

 

Si è, inoltre, parlato del ruolo delle città, altro tema chiave quando si parla di efficienza energetica e sviluppo sostenibile. «L’obiettivo dell’efficienza energetica è il primo passo verso lo sviluppo di una nuova green economy», ha ricordato l’Assessore alla Sostenibilità Ambientale di Roma Capitale Giuseppina Montanari, presente all’evento. «La sostenibilità non si attua senza passare per le città. Se non orienteremo le nostre decisioni in questa direzione, rimarremo indietro». Sul tema si è espresso anche il Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico Sara Romano, la quale ha ribadito i risultati positivi raggiunti dall’Italia negli ultimi anni in termini di efficienza energetica. La Romano ha poi ricordato che il 2018 sarà un anno cruciale per il nostro Paese, elencando i principali obiettivi da attuare da qui al 2030, in primis, la SEN (Strategia Energetica Nazionale), varata a novembre 2017. «Anche Roma deve fare la sua parte – ha sottolineato la Romano – ed essere cantiere del futuro per le politiche ambientali ed energetiche». Nel corso dell’evento è stato presentato poi il Piano Ecobonus Condomini 2018 (Figura 3) presente nell’ultima Legge di Stabilità, per la riqualificazione energetica del patrimonio abitativo e Safe School 4.0, un’app realizzata dall’ENEA che misura i consumi di energia e la vulnerabilità sismica degli edifici scolastici (Figura 4)

 

  

Figura 3. Piano Ecobonus 2018  

 

 

Figura 4. Safe School 4.0 (app di ENEA)

 

«La “cassetta degli attrezzi” c’è tutta – ha affermato con entusiasmo il Presidente dell’ENEA Federico Testa anche se ora bisogna sostenere i “cappotti termici” nell’ambito dell’edilizia (Video ENEA Italia in Classe A)». «Occorre trasferire competenze e conoscenze per dare la possibilità di fare esperienze di efficienza energetica sia nel pubblico che nel privato», ha poi concluso Testa.

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Energie rinnovabili, Italia protagonista in Europa

Secondo il GSE, l'Italia è il terzo paese in Europa per consumi di energia coperti da fonti rinnovabili. La nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN 2017) prevede una riduzione del 30% dei consumi energetici complessivi entro il 2030, il 28% dei quali coperti da fonti rinnovabili. Anche i biocombustibili da biomasse contribuiscono. Sostenibilità e buone pratiche nel mondo, il ruolo delle città tra gli obiettivi dell’Agenda 2030.


L’Italia ha raggiunto in parte gli obiettivi al 2020

La Direttiva europea 2009/28/CE fissa per l’Italia due obiettivi nazionali vincolanti in termini di “quota del consumo finale di energia coperto da fonti rinnovabili” al 2020:

  • Raggiungere una quota dei consumi energetici finali lordi complessivi di energia coperti da fonti rinnovabili almeno pari al 17%;
  • Raggiungere una quota dei consumi energetici finali lordi nel settore dei trasporti coperti da fonti rinnovabili almeno pari al 10%.

In entrambi i casi, la Direttiva si riferisce all’energia totale consumata da tutte le fonti, incluse quelle rinnovabili. La Direttiva contribuisce, inoltre, a creare le norme comuni per l’impiego delle energie rinnovabili nell’UE, con l’obiettivo principale di ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l’uso di energia rinnovabile nel settore dei trasporti. In questo modo, la Direttiva attua uno dei tre obiettivi 20-20-20 del Pacchetto Energia e cambiamenti climatici dell’Unione Europea. Gli altri due obiettivi si riferiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 e al miglioramento dell’efficienza energetica del 20% entro il 2020.

Il primo obiettivo è stato raggiunto nel 2014 e mantenuto stabile negli ultimi anni. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, relativo ai consumi energetici derivanti dal settore dei trasporti, si è giunti al 7,3% dei consumi coperti da fonti rinnovabili. In particolare, l’elettrificazione dei trasporti non ha ancora raggiunto una quota significativa. Rispetto a una media europea (UE 28) del 17,04% di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili, l’Italia ha una quota complessiva pari al 17,41%. Nel settore elettrico la quota ammonta al 34%, cioè 5 punti percentuali sopra una media europea del 29,6%, mentre negli altri settori i risultati conseguiti sono sostanzialmente allineati con la media degli altri paesi europei: 18,88% nel settore termico e 7,24% nel settore dei trasporti rispetto ai valori medi europei del 19,06% e del 7,13% (Tabella 1).

 

Dati aggiornati al 2016

ITALIA

EUROPA (UE 28)

Quota FER su consumi energetici totali

17,41%

17,04%

Quota FER nel settore trasporti

7,24%

7,13%

Quota FER nel settore elettrico

34,01%

29,6%

Quota FER nel settore termico

18,88%

19,06%

Tabella 1. Quota, in percentuale, di copertura da FER (Fonti di Energia Rinnovabili) dei consumi energetici totali e dei principali settori (trasporti, elettrico, termico). Fonte: studio del GSE “Fonti Rinnovabili in Italia e in Europa, verso gli obiettivi al 2020” 

 

Sono questi alcuni dei dati che emergono da un recente studio condotto dal GSE (Gestore Servizi Energetici) dal titolo “Fonti Rinnovabili in Italia e in Europa, verso gli obiettivi al 2020”. Lo studio mostra i principali risultati ottenuti dall’Italia, con dati aggiornati al 2016, in termini di quota dei consumi energetici coperti da fonti rinnovabili rispetto agli altri paesi europei, con approfondimenti anche a livello regionale. Scorrendo i dati di questo studio, che vanno dal 2005 al 2016, la Germania risulta essere, in termini assoluti, il Paese europeo che ha aumentato maggiormente la copertura da fonti rinnovabili dei consumi energetici, incrementandoli di 18,1 Mtep. L’Italia, invece, si attesa al secondo posto nella classifica dei paesi europei – a pari merito con la Gran Bretagna – con un incremento pari a 10,4 Mtep. In particolare, dal 2005 al 2016, l’Italia ha raddoppiato i propri consumi energetici alimentati con fonti rinnovabili, portandoli dai 10,7 Mtep del 2005 ai 21,1 Mtep del 2016. Questo significa, in termini percentuali, che, su un consumo complessivo, a livello europeo, di 195 Mtep di energia da fonti rinnovabili, l'Italia rappresenta circa l'11% del totale. Una percentuale che pone il nostro Paese al terzo posto nella classifica dei consumi energetici coperti da fonti rinnovabili dopo Germania e Francia e prima del Regno Unito. Se si guarda invece ai consumi complessivi di energia – anche da fonti fossili – l’Italia risulta essere al quarto posto con una copertura del 10,6% sul totale europeo. Lo studio sottolinea, inoltre, che Germania, Francia, Regno Unito e Italia, da sole, sono in grado di coprire oltre la metà dei consumi complessivi dell’Unione Europea (UE 28). I dati contenuti nello studio del GSE indicano che la transizione energetica è stata avviata, anche se richiede di essere incrementata nei prossimi anni. In questo senso, la nuova SEN (Strategia Energetica Nazionale), approvata a novembre 2017 – a conclusione della COP23 (Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite), tenutasi a Bonn – rappresenta una spinta verso la transizione energetica a fonti di energia alternative, in primis, le rinnovabili, e lascia intravedere che la “decarbonizzazione” del settore energetico nazionale sembra essere più vicina.

 

Cosa prevede la nuova Strategia Energetica Nazionale

La SEN 2017 prevede la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2025 – con cinque anni di anticipo rispetto alla precedente Strategia, che prevedeva la chiusura entro il 2030 – e di coprire il 28% dei consumi energetici totali con fonti rinnovabili. In termini di efficienza energetica, la SEN prevede una riduzione del 30% dei consumi energetici entro il 2030. In particolare, con una riduzione dei consumi finali di energia da 118 a 108 Mtep, che porteranno ad un risparmio di circa 10 Mtep al 2030. Si dovrà, inoltre, arrivare al 2030 con il 55% dei consumi elettrici e il 30% di quelli termici alimentati da fonti di energia rinnovabili. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, l’obiettivo è di raggiungere quota 21% di copertura da rinnovabili entro il 2030, rispetto al 7,24% del 2016. Questo sarà possibile con un aumento dell’uso dei biocarburanti – come, ad esempio, il GNL (“gas naturale liquefatto”) nei trasporti pesanti e marittimi al posto dei derivati del petrolio – e della mobilità elettrica e condivisa, con la circolazione – prevista – di 5 milioni di auto elettriche in Italia entro il 2030. In questo contesto, è importante sottolineare che la Commissione Europea ha approvato per l’Italia un regime di sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per la produzione e distribuzione di biocarburanti avanzati, incluso il biometano di seconda e terza generazione per i trasporti. Il regime di sostegno sarà operativo dal 2018 al 2022. In particolare, per biocarburanti e biometano avanzati, la Commissione Europea intende quelli prodotti da biomasse (rifiuti, residui agricoli, alghe) che non richiedono l’uso di terreni coltivabili per la loro produzione. Inoltre, mentre il biometano è un gas, gli altri biocarburanti come bioetanolo e biodiesel (vedi Figura 2) sono energie liquide. Perciò, i rischi da emissioni di CO2, derivanti dall’utilizzo di questo tipo di biocarburanti, risultano fortemente ridotti e rispondenti agli obiettivi dell’UE rispetto al clima e all’energia. Infatti, i biocarburanti insieme con i veicoli elettrici, rappresentano una delle migliori alternative low-carbon (a basse emissioni di CO2) rispetto ai carburanti fossili usati nei trasporti e per di più non hanno controindicazioni operative insuperabili per la loro integrazione nell’industria dei trasporti.

 

Figura 2. Distributore di biodiesel 

 

Tra gli obiettivi previsti dalla SEN compaiono poi il rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento e la riduzione dei gap di prezzo dell’energia. In tema di “decarbonizzazione”, gli obiettivi sono: una diminuzione delle emissioni di CO2 del 39% al 2030 e del 63% al 2050 rispetto ai valori di riferimento del 1990. La SEN indica che il raggiungimento di tali obiettivi sarà possibile raddoppiando gli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico sulle clean energy, passando dai 222 milioni di euro del 2013 a 444 milioni nel 2021. Inoltre, stima un aumento degli investimenti al 2030 di 175 miliardi, di cui 30 miliardi per reti e infrastrutture per gas ed elettrico, 35 miliardi per le rinnovabili e 110 miliardi per l’efficienza energetica. L’aumento delle rinnovabili e dell’efficienza energetica avvierà una riduzione della dipendenza energetica da paesi esteri dal 76% nel 2015 al 64% nel 2030, con risparmi stimati in 9 miliardi di euro l’anno a livello nazionale.

 

Il ruolo delle città nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. L’Agenda riporta una lista di 17 obiettivi riguardanti tutte le dimensioni della vita umana e del pianeta, i Sustainable Devolopment Goals – SDGs, con 169 sotto-obiettivi (169 Target), che tutti i paesi del mondo dovranno raggiungere entro il 2030 (vedi Figura 3). L’obiettivo 11 dell’Agenda riguarda le città. Attualmente il 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane e si prevede che possa superare il 70% entro il 2050, soprattutto per la forte spinta dei paesi africani ed asiatici verso le aree urbane. Oggi, le città hanno enormi impatti in termini ambientali: occupano soltanto il 3% della superficie del pianeta, ma sono responsabili del 75% del consumo di risorse e di emissioni di CO2 globali. L’Obiettivo 11 prevede di ridurre gli effetti negativi dell'impatto ambientale delle città, in termini di qualità dell'aria e gestione dei rifiuti; fornire l'accesso ai sistemi di trasporto sostenibili, sicuri e convenienti per tutti; promuovere forme inclusive e sostenibili di urbanizzazione, basate su approcci partecipativi e integrati alla pianificazione urbana; garantire l'accesso universale per gli spazi verdi pubblici, sicuri ed inclusivi.

 

Figura 3. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile contenente i 17 obiettivi (SDGs) stabili dalle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030

 

Insieme con lo studio sulla situazione delle energie rinnovabili in Italia e in Europa e i relativi obiettivi al 2020, il GSE ha pubblicato un secondo studio dal titolo “Città sostenibili: buone pratiche nel mondo", che descrive invece esperienze virtuose e buone pratiche di sostenibilità sviluppate in alcune città del mondo. Tra le città analizzate, il GSE individua esempi virtuosi in città quali Milano, vincitrice dell'Eurocities Award 2015; Zurigo, al primo posto nel 2016 secondo il Sustainable Cities Index; Anversa, grazie all’avviamento del Market Place Mobility; Parigi, che nel 2015 ha ospitato la COP21 (Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite), che ha portato all’approvazione dell’Accordo di Parigi.


Fonti per approfondire:

  • State Aid Weekly e-News, No. 09/16, 3 marzo 2016.
  • "Fonti Rinnovabili in Italia e in Europa, verso gli obiettivi al 2020" (GSE, 2018). 
  • "Città sostenibili: buone pratiche nel mondo" (GSE, 2018). 
  • “L’utopia Sostenibile”. Enrico Giovannini (Laterza 2018).

 

Nota:

L'immgine d'intestazione dell'articolo mostra un impianto solare fotovoltaico nella provincia di Roma. La foto è stata scattata da Andrea Campiotti (autore dell'articolo).

batteria vanadio

Environment Park è partner DI StorEn Technologies Inc. nell’ambito del programma “Clean Energy Business Incubator”

Environment Park, il parco tecnologico di Torino, è stato scelto come partner dalla statunitense StorEn Technologies Inc. per testare e sviluppare un nuovo prototipo di batteria a flusso di vanadio, nell’ambito del programma "Clean Energy Business Incubator" (CEBIP) della Stony Brook University di New York. Il programma di collaborazione porterà le batterie alla brevettazione definitiva, dopo un anno di "patent-pending", e al lancio sui mercati EMEA.


Si tratta di batterie più evolute rispetto agli attuali dispositivi con tecnologie di accumulo dell'energia che consentono prestazioni più elevate e un costo otto volte inferiore rispetto alle attuali proposte agli ioni di litio. Ogni unità propone una durata della batteria di 25 anni e oltre 15.000 cicli senza diminuzioni della capacità nel tempo. Sono adatte ad applicazioni sia residenziali sia industriali e per i centri di comunicazione e data center.

Nello stesso ambito, oltre al progetto con StorEn, Environment Park sta seguendo Reflex, il progetto europeo che mira a sviluppare soluzioni innovative di stoccaggio dell’energia da rinnovabili. Durante il progetto, all’interno di Environment Park verrà installato lo “Smart Energy Hub”, che sarà abbinato alle fonti di energia rinnovabile del parco (solari e idriche) per fornire elettricità e calore alle strutture del campus.
Il progetto REFLEX è gestito da un consorzio che riunisce 9 realtà innovative – Cea, Environment Park, Sylfen, Dtu, Elcogen, Vtt, Engie, Ese, GpTech – di 6 stati membri: Francia, Italia, Danimarca, Estonia, Spagna, Finlandia.

Environment Park, il parco tecnologico di Torino, è un acceleratore di innovazione per tutte le imprese che puntano ad allargare il proprio mercato con soluzioni eco-efficienti. Attraverso partenariati con aziende e enti di ricerca il Parco contribuisce allo sviluppo di soluzioni di mercato sui settori Green Building (edilizia sostenibile), Plasma Nano-Tech (nanotecnologie al plasma), Green Chemistry (trattamento biomasse), Advanced Energy (produzione e stoccaggio di energia) e Clean Tech (trasferimento tecnologico). Il Parco offre inoltre alle imprese innovative la possibilità di insediarsi nelle proprie infrastrutture, fornendo i servizi immobiliari per la gestione del proprio campus che misura oltre 30.000 metri quadrati e ospita oggi oltre 70 aziende dedicate all’innovazione tecnologica.