Reti Innovative Regionali. Presentata “RIBES”, la rete per l’Ecosistema Salute e l’Alimentazione smart

Il partenariato di RIBES coinvolge 12 enti e istituzioni della conoscenza (Università, Enti di Ricerca, Centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale) e 52 aziende venete con un fatturato di quasi 8 miliardi di euro e 12.000 dipendenti

Riconosciuta con una delibera di fine ottobre 2016 della Giunta della Regione del Veneto, a seguito della positiva valutazione effettuata da Veneto Innovazione, il 3 marzo 2017  è stata presentata a Padova, nella sede istituzionale dellUniversità, la Rete Innovativa Regionale (RIR) RIBES-Nest.

La rete raggruppa 52 aziende venete di grandi, medie e piccole dimensioni e 12 tra Università, Enti di ricerca, centri di eccellenza nell’ambito dell’innovazione e della ricerca applicata.

All’incontro di presentazione erano presenti, oltre alla professoressa Margherita Morpurgo della Fondazione Univeneto, in rappresentanza del Rettore dell’Università di Padova prof. Rosario Rizzuto, il presidente della neo-nata rete Mauro Fanin imprenditore del settore agrifood, Mauro Trapani Direttore Area Sviluppo Economico della Regione del Veneto e i rappresentanti delle aziende che aderiscono alla rete.

Mauro Trapani ha affermato che la nascita RIBES-Nest, come delle altre reti già costituite sulla base della L.R. n. 13 del 30 maggio 2014, risponde alla nuova impostazione delle politiche regionali di sostegno alle imprese, che guardano soprattutto ai progetti di innovazione. In un contesto di innovazione tecnologica la funzione delle reti è creare relazioni tra aziende grandi, medie e piccole e il sistema della ricerca.

L’avvio e l’operatività delle reti è precondizione per la partenza dei bandi regionali a valere sui fondi POR FESR 2014-2020, in quanto il sostegno è riservato a imprese aggregate in varie forme.

I due principali assi di sostegno, competitvità dei sistemi produttivi e ricerca e innovazione possono contare, rispettivamente, su dotazioni di 170 milioni e di 114 milioni di euro.

Le azioni e linee di finanziamento, previste all’interno degli assi, sono rivolte a sistemi imprenditoriali di tipo distrettuale e di filiera, tra cui le aggregazioni e le reti d’impresa.

Anche il mondo imprenditoriale sente la necessità di aggiornare i propri modelli di sviluppo e di orientarli verso progetti di innovazione di processo e di prodotto.

Anche gli interventi di Mauro Fanin, presidente di RIBES Nest, e di altri imprenditori associati alla rete, hanno inteso sottolineare come, in tempi di necessaria innovazione, la cultura d’impresa debba abbandonare l’individualismo e attivare strumenti di connessione, condivisione e scambio tra aziende in maniera trasversale, tra settori diversi ma contigui. Si prevedono grandi opportunità per l’agricoltura, l’alimentazione, le biotecnologie, la salute, tutti settori che sono rappresentati in RIBES Nest e che potranno svolgere insieme progetti di ricerca con il supporto delle Università e degli Enti di ricerca.

Per gli enti di ricerca associati in RIBES è intervenuto il professor Tullio Pozzan, attualmente direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche del CNR, che ha sottolineato come la rete finalmente riesca a superare l’annoso problema di collegamento e colloquio tra produzione e ricerca. In RIBES le aziende sono a contatto diretto con gli enti di ricerca e le loro richieste di ricerca applicata trovano solerte ascolto. La necessità di innovazione ha tempi molto stretti e non può attendere che la ricerca accademica o tradizionale ne prenda atto.

RIBES Nest, costituita come società consortile (riconosciuta dalla Giunta Regionale del Veneto con dgr 1697 del 2016), aveva posto le sue basi, con l’adesione delle prime imprese, fin da giugno 2015. L’obiettivo è stato, fin dall’inizio, agevolare la crescita e lo sviluppo attraverso l’interazione tra settori tradizionali e settori emergenti che gravitano intorno all’Ecosistema della Salute e dell’Alimentazione Smart.

I soggetti coinvolti sono principalmente imprese del territorio caratterizzate da una visione comune: l’attenzione verso la ricerca scientifica e l’innovazione applicata ai prodotti e ai processi. L’approccio metodologico individuato dai promotori della rete ha trovato un terreno fertile e recettivo nelle istituzioni di ricerca presenti nel territorio la regionale e nelle numerose e qualificate competenze scientifiche riconosciute a livello internazionale. 

I principali obiettivi della rete sono:

  •  rispondere agli input delle istituzioni
  •  concretizzare con azioni e risultati reali lo sviluppo del network, ad esempio attraverso azioni di fertilizzazione trasversale fra le diverse aree tematiche coinvolte (agroalimentare, agroindustriale, diagnostico, cosmetico e altre)
  • agevolare l’interazione tra i Soci per raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico identificati.

RIBES Nest, coerentemente con il documento sulla Smart Specialisation Strategy della Regione del Veneto, intende rappresentare una concreta opportunità per favorire la competitività delle aziende nei propri mercati di riferimento e sostenerle nelle fasi critiche del ciclo economico. La presenza nella stessa rete di piccole e medie imprese e di grandi imprese (rispettivamente 43 PMI e 8 GI) crea l’ambiente per agevolare la crescita delle piccole e per offrire alle più grandi competenze e tecnologie spesso presenti in aziende di piccole dimensioni, ma con alta specializzazione.

Siglato protocollo d’intesa tra A.P.I. e il Parco Tecnologico Padano

È stato firmato lunedì 6 febbraio, a Lodi, il protocollo di intesa tra A.P.I. l’Associazione delle piccole e medie industrie e il Parco Tecnologico Padano, dal 2006 cuore della ricerca nel campo della bioeconomia, dell’agroalimentare e delle scienze della vita.

L’intesa tra questi due importanti attori istituzionali permetterà di coniugare l’assistenza qualificata di A.P.I. con l’expertise  consolidata dell’incubatore e dell’acceleratore ALIMENTA, anima del Parco Tecnologico Padano. Duplice il fine: trasformare le idee all’avanguardia in realtà innovative in grado di rivoluzionare il modo di produrre e di lavorare e supportare le imprese associate che desiderano crescere sul mercato nazionale e internazionale nello sviluppo di prodotti, soluzioni e servizi dall’elevata valenza tecnologica.

Gianluigi Vho, componente di giunta di A.P.I. con delega al distretto di Lodi,ha commentato con entusiasmo la sigla del protocollo di intesa: A.P.I. e laRicerca faranno impresa insieme generando valore per le aziende, lodigiane e non, che vedono nelle nuove tecnologie una leva competitiva potente per contraddistinguersi dai concorrenti e affermarsi in Italia e all’estero.

Stessa soddisfazione per Stefano Valvasondirettore generale di A.P.I. e Gianluca Carenzo, direttore del Parco Tecnologico Padano. La sigla dell’accordo testimonia la volontà di continuare a operare per supportare le piccole e medie imprese, tessuto imprenditoriale forte del territorio lombardo e consolida l’integrazione tra il mondo della ricerca e il sistema delle imprese attraverso l’innovazione delle realtà che operano nel tessuto industriale di riferimento.

 

“Città d’Orti”

Città d’Orti è il progetto comune di LifeGate, Slow Food Italia e Comart per promuovere gli orti nelle aziende e l’agricoltura a misura di cittadino.

L’obiettivo del progetto è  divulgare il modello di agricoltura urbana tramite la diffusione e la promozione di orti domestici, aziendali e urbani.

Si tratta di una “scuola di orti”, nella quale i tre partner dell’iniziativa mettono a disposizione indicazioni e suggerimenti sulle colture più adatte, sulle loro proprietà e benefici nutrizionali e su tempi e modi di coltivazione. Frutto della loro collaborazione è il coinvolgimento diretto delle aziende italiane sul territorio. Mediante appositi moduli formativi, tenuti e organizzati dai referenti dell’ufficio Educazione di Slow Food Italia, i dipendenti possono imparare concretamente come dar vita a un orto, conoscere il ciclo delle stagioni e condividere questa esperienza con bambini e familiari. Inoltre, grazie a LifeGate, è possibile rendere le attività a Impatto Zero tramite il calcolo, la riduzione e la compensazione delle emissioni di CO2, e valorizzare anche il ruolo dell’orto nella diffusione di una cultura dell’alimentazione sana e di qualità.

L’aspetto formativo del progetto è anche online: sul portale di LifeGate è stata infatti creata una speciale sezione (www.lifegate.it/tag/citta-dorti) dove tutti i cittadini interessati a mettere in piedi il loro primo orto trovano le informazioni per creare e curare tale orto in città, dai terreni assegnati dall’amministrazione comunale a consigli sull’organizzazione di orti su balconi e terrazze. Invece le aziende possono trovare tutte le informazioni sul progetto nell’area dedicata ai progetti ambientali: www.lifegate.it/imprese/progetti/lifegate-trees/citta-dorti.