Il 9 ottobre 2013 è stato inaugurata a Crescentino, in provincia di Vercelli, una bioraffineria che produce bioetanolo sfruttando i residui della produzione agricola e non le biomasse alimentari. L’impianto è di proprietà di Beta Renewables, una joint venture tra Biochemtex, società di ingegneria del gruppo Mossi Ghisolfi, il fondo americano TPG (Texas Pacific Group) e la danese Novozymes, leader nella bio-innovazione. L’investimento è di 150 milioni di euro, il Progetto ha avuto il sostegno della Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo.
La grande innovazione sta nella piattaforma tecnologica impiegata per ottenere il bioetanolo, la PROESA® (PROduzione di Etanolo da biomasSA) che, combinata con gli enzimi Cellic® prodotti da Novozymes, utilizza gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche per ottenere alcol, carburanti e altri prodotti chimici con minori emissioni di gas climalteranti e a costi competitivi rispetto alle fonti fossili. PROESA® produce inoltre biocarburanti che assicurano una riduzione delle emissioni di gas serra vicina al 90% rispetto all’uso di combustibili di origine fossile; una riduzione notevolmente superiore a quella raggiunta dai biocarburanti di prima generazione. Lo stabilimento è totalmente autosufficiente per quanto riguarda i consumi energetici (13MW di energia elettrica prodotti utilizzando la lignina) e non produce reflui derivanti dalla produzione industriale assicurando un riciclo dell’acqua pari al 100%.
La bioraffineria occupa una superficie di 15 ettari, impiega un centinaio di addetti diretti e circa 200 indiretti, il suo sviluppo determinerà ricadute positive sul territorio in termini di occupazione. Entrato in funzione a gennaio 2013, l’impianto, a regime, avrà una capacità produttiva di 75 milioni di litri all’anno di bioetanolo di seconda generazione destinato al mercato europeo.
Come dichiarato dall’amministratore delegato di Beta Renewables, Guido Ghisolfi, si è aperta la strada verso una rivoluzione verde nel settore della chimica. “Sostenibilità ambientale e innovazione industriale sono fattori fondamentali per la ripresa economica del Paese”. Da qui la necessità che la politica mandi segnali chiari, che incoraggino gli investimenti necessari nel settore dei biocarburanti di nuova generazione.
Per Peder Holk Nielsen, amministratore delegato di Novozymes, delle norme sulla miscelazione stabili e prevedibili, degli incentivi per la raccolta dei residui agricoli e un supporto agli investimenti per i primi impianti di produzione su larga scala, aiuterebbero a ridurre in maniera sostanziale i gas serra, a stimolare l’economia e ad assicurare il fabbisogno energetico.
La bioraffineria di Crescentino sfrutterà le biomasse disponibili in un raggio di 70 km dallo stabilimento, soprattutto la paglia di riso, di cui l’area è ricca. L’azienda sta sviluppando anche una filiera dedicata per avere disponibile la canna gentile (Arundo Donax) che può essere coltivata su terreni marginali, senza sottrarre spazio alla produzione agricola ad uso alimentare.
Già da qualche anno Beta Renewables sta esportando nel mondo questa tecnologia tutta italiana e diversi accordi sono stati sottoscritti con società internazionali per l’utilizzo di PROESA®, quali l’americana Genomatica e la brasiliana GranBio, che grazie a questo accordo realizzerà la prima raffineria di bioetanolo di seconda generazione del Brasile, con una capacità produttiva di 82 milioni di litri/anno. Di recente è stato siglato un accordo con la società californiana Canergy per la costruzione di un impianto da 25 milioni di galloni negli Stati Uniti.
La tecnologia PROESA® è stata sviluppata nel Centro Ricerche di Rivalta Scrivia (Alessandria) interamente dedicato alle fonti rinnovabili, dove a partire dal 2009 è entrato in funzione un impianto pilota per produrre biocarburanti.
Beta Renewables sta facendo una serie di valutazioni preliminari su alcune aree in Italia che potrebbero rivelarsi strategiche per costruire nuovi impianti. Sarà aperto un nuovo Centro Ricerche a Modugno, vicino a Bari, e creato un impianto dimostrativo per produrre intermedi chimici a partire da lignina, un co-prodotto della produzione di etanolo.