1.2. La protezione degli operatori

A livello europeo, l’agenzia coordinatrice per la valutazione dei rischi per gli operatori a contatto con i pesticidi è l’ANSES (Agenzia Nazionale Francese per la Sicurezza Sanitaria dell’Alimentazione, dell’Ambiente e del Lavoro). Quest’agenzia da anni lavora sull’efficacia dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e sulla correlazione tra l’esposizione a determinati pesticidi e l’insorgenza di alcune malattie croniche.

L’ANSES ha seguito per anni persone esposte a pesticidi con l’obiettivo di evidenziare l’eventuale relazione tra l’esposizione e l’insorgenza di patologie specifiche. Le ricerche sono state lunghe e complesse in quanto la correlazione tra questi due fattori non è quasi mai evidente a causa dell’esposizione simultanea a molteplici fattori potenzialmente pericolosi. Inoltre, l’uso nel passato di pesticidi molto pericolosi per la salute, ha in un certo senso inquinato le altre prove, rendendo più difficile il lavoro di isolamento e correlazione per ogni singolo pesticida.

Operatore equipaggiato con tutti i Dispositivi di Protezione Individuale necessari per un trattamento fitosanitario
Crediti immagine: Agricoltura Responsabile

Purtroppo lo studio e le ricerche dell’ANSES hanno evidenziato che, sebbene siano diverse le misure protettive già a disposizione degli addetti al lavoro, non tutti gli operatori le impiegano in quanto spesso vengono considerate poco pratiche o funzionali per le operazioni che si devono svolgere.

Le operazioni che espongono gli agricoltori ai prodotti fitosanitari iniziano con la preparazione della miscela, proseguono con l’applicazione dei prodotti fitosanitari e con la decontaminazione dei mezzi irroranti. Non sono inoltre da sottovalutare le lavorazioni compiute nei cosiddetti tempi di rientro senza l’ausilio delle protezioni dal rischio chimico, cioè gli interventi agronomici eseguiti durante la stagione, negli appezzamenti trattati, così come anche le attività di consulenza e di monitoraggio effettuate dai tecnici fitoiatri. 

1.1.1. I risultati dei monitoraggi sugli alimenti

A fine 2014 è stata pubblicata la nuova relazione sul monitoraggio effettuato a livello europeo sulla presenza di pesticidi negli alimenti. Dal report emerge che anche nel 2012, ovvero per il quarto anno consecutivo, oltre il 97% di tutti i campioni analizzati contiene livelli di residui che non superano i limiti di legge, con oltre il 54% dei campioni esenti da qualsiasi traccia rilevabile di fitofarmaci. La relazione è basata sulle analisi di oltre 79.000 campioni alimentari eseguite da 27 Stati membri dell’UE, oltre che da Islanda e Norvegia.

Il tasso di non conformità degli alimenti importati nell’UE, in Norvegia e in Islanda da Paesi extraeuropei era invece cinque volte superiore a quello degli alimenti provenienti da questi Paesi (il 7,5% contro l’1,4%).

Rapporto dell’EFSA sulla concentrazione dei pesticidi negli alimenti pubblicato nel 2014

Dai risultati del programma coordinato dall’UE è emerso che il 99,1% dei campioni analizzati conteneva livelli di residui nei limiti consentiti e che quasi il 60% dei campioni non conteneva alcuna traccia quantificabile di residuo. Gli alimenti con le percentuali più elevate di eccedenza degli LMR (Livelli Massimi di Residui) sono stati i broccoli (2,8%), il cavolfiore (2,1%), l’uva da tavola (1,8%), i peperoni (1,4%) e le melanzane (1%). Gli alimenti con le più basse percentuali di eccedenza degli LRM sono stati i piselli privi di baccello e l’olio d’oliva (0,1% per entrambi), il grano (0,7%) e le banane (0,7%). Non è stato rilevato superamento degli LMR nel succo d’arancia né nei prodotti di origine animale (burro e uova di gallina).

L’EFSA ha inoltre condotto una valutazione per stabilire se l’attuale esposizione alimentare ai residui di pesticidi rappresenti un rischio per la salute umana, sia a lungo termine (rischio cronico) che a breve termine (rischio acuto). L’Autorità ha concluso che è improbabile che la presenza di residui di pesticidi negli alimenti nel 2012 abbia avuto effetti di lungo termine sulla salute dei consumatori. Per quanto riguarda invece l’esposizione di breve termine ai residui di pesticidi, per circa lo 0,02% degli alimenti non è stato possibile escludere rischi nel caso di un loro consumo in grosse quantità.

 

1.1. Pesticidi e consumatori

I consumatori esprimono sempre maggiore attenzione alla qualità e alla salubrità degli alimenti che consumano. A causa dei lunghi anni durante i quali l’incidenza dell’inquinamento da pesticidi e dei relativi effetti sulla salute umana sono stati sottovalutati, ora l’attenzione dei consumatori è allertata e a volte senza una reale ragione di rischio.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA – European Food and Safety Authority) è l’agenzia dell’Unione europea per la valutazione dei rischi relativi alla sicurezza di alimenti e mangimi. L’EFSA, in stretta collaborazione con le autorità nazionali e in consultazione con le parti interessate, fornisce consulenza scientifica indipendente e comunica in maniera chiara su rischi esistenti ed emergenti.

Dettagli sull’EFSA

L’EFSA è un’agenzia europea indipendente, finanziata dal bilancio dell’UE e operante in modo autonomo dalla Commissione Europea, dal Parlamento Europeo e dagli Stati membri dell’UE.
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare è stata istituita ufficialmente nel gennaio 2002, a seguito di una serie di allarmi alimentari verificatisi alla fine degli anni Novanta, come fonte indipendente di consulenza scientifica e di comunicazione sui rischi associati alla catena alimentare.
La sfera di competenza dell’EFSA include la sicurezza di alimenti e mangimi, l’alimentazione, il benessere e la salute degli animali, e la protezione e la salute delle piante.

Nel sistema europeo di sicurezza alimentare, la valutazione e la gestione del rischio sono due processi distinti. L’EFSA, in qualità di organismo incaricato della valutazione del rischio, elabora pareri scientifici e consulenza specialistica per fornire un solido fondamento all’attività legislativa e alla definizione delle politiche in Europa e per consentire alla Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri dell’UE di assumere decisioni tempestive ed efficaci nella gestione del rischio.

Quanto fitofarmaco assorbiamo e dove

A ottobre 2014 è stato messo a disposizione sul sito dell’EFSA (EFSA Journal) il nuovo manuale correlato di foglio in Excel per calcolare la quantità di fitofarmaco di fatto assorbita dal corpo a seconda del tipo di esposizione a cui si è soggetti e della tipologia del pesticida.

Il documento analizza le varie forme di esposizione per tutti i tipi di pesticidi in commercio e crea una correlazione tra modalità di esposizione e tipo di pesticida con la quantità di fitofarmaco di fatto assorbito dalla persona, animale o ambiente sottoposto all’esposizione. Il foglio in Excel consente di quantificare in numeri l’esposizione e il presunto assorbimento del pesticida tramite il riempimento dei campi relativi al tipo di esposizione, pesticida, ecc..