Vol.II – Qualità prodotti agricoli e zootecnici

Questo ebook è stato realizzato con il contributo della Regione Lombardia nel quadro del Progetto “Produrre oggi: la diffusione dell’innovazione tecnologica e gestionale nell’impresa agricola, attraverso la social enterprise e altri strumenti di comunicazione”, ammesso a finanziamento con decreto n. 12782 del 27 dicembre 2013 della Regione Lombardia. L’iniziativa è inserita nel Bando anno 2013 del P.S.R. 2007-2013-Misura 111, sottomisura B, del FEARS – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia.

6.3. Gli allevamenti a basso impatto ambientale

Durante il progetto BATFarm sono state analizzate diverse realtà europee esistenti e quindi sono state delineate le Pratiche Migliori (Best Available Practice – BAT) nelle realtà agricole (Farm).

Il progetto ha risposto alle richieste della Comunità europea che dal 1991 mira a ridurre l’impatto ambientale delle attività agricole, a regolare le emissioni di gas in atmosfera e a contenere la diffusione nel terreno e nell’acqua di inquinanti o di elementi che comunque hanno un impatto ambientale negativo quando rilasciati in quantità eccessive.
Nella scelta della miglior pratica il fattore economico è ritenuto importante, pertanto è stato tenuto in considerazione.
L’Istituto Basco per la Ricerca e lo Sviluppo in Agricoltura (Neiker Tecnalia) ha coordinato il progetto.
L’allevamento intensivo è una pratica agricola comune e largamente diffusa in quanto consente un buon rientro economico, ma pone diversi problemi ambientali, come le emissioni di gas inquinanti (ammoniaca, ossido d’azoto e metano) in atmosfera e il rilascio di nitrati nel suolo e nell’acqua.
Le pratiche studiate comprendevano il tipo di suolo negli allevamenti a terra, l’impiego di additivi nello stoccaggio dei reflui, l’impiego e la rotazione del letame, contenitori flessibili per lo stoccaggio collettivo dei reflui, depuratori di gas all’esterno dei capannoni, e l’impiego dei reflui.
Data la diversità delle realtà presenti in tutta Europa, non è possibile creare un unico manuale di migliori pratiche bensì è stato creato un software capace di analizzare ogni singola situazione e fornire quindi le soluzioni più idonee. Ogni specifica realtà si può pertanto muovere al fine di rilasciare meno elementi nutritivi nell’ambiente (azoto, potassio, fosforo, rame e zinco) e diminuire la propria produzione di ammoniaca, metano e ossido nitroso durante tutte le fasi di produzione (alloggiamento, stoccaggio dei rifiuti, gestione dei reflui e applicazioni sul terreno).
Dal progetto emerge pure l’efficacia dei sistemi di raccolta collettivi per il trattamento dei rifiuti, elemento che si è rivelato ottimale per tutte le realtà agricole.
Il software messo a punto sarà disponibile a breve sul sito web di tutte le istituzioni partecipanti.

 

6.2. Un nuovo metodo efficace per la gestione dei reflui di allevamento

Innovazioni tecnologiche che possono consentire di migliorare la gestione dei reflui zootecnici vengono dalla Finlandia. Una ricercatrice dell’Istituto Finlandese per le Risorse Naturali, Dipartimento Ricerche Agroalimentari, ha sviluppato dei nuovi metodi per il trattamento dei reflui che consentono di:

  • aumentare il quantitativo di nutrienti riciclati;
  • diminuire la carica batterica;
  • ridurre lo sviluppo di odori sgradevoli.

L’impianto pilota messo a punto all’interno di questa ricerca prevede un sistema di trattamento a stadi.
Il fosforo viene separato con la frazione solida dei liquami.
La separazione dell’azoto invece avviene a stadi. Innanzitutto il letame viene sottoposto ad una areazione biologica in un reattore opportunamente creato a tale scopo. Dopo il trattamento biologico, si procede con la separazione dell’ammoniaca con il metodo dello strippaggio. La prima fase è di fondamentale importanza in quanto proprio durante il trattamento biologico il valore del pH dei reflui aumenta naturalmente e questo facilita la successiva fase di separazione dell’azoto. L’aumento del pH fa sì che si possa procedere allo strippaggio dell’ammoniaca limitando notevolmente l’aggiunta di altri reagenti chimici pur mantenendo lo strippaggio efficace. In particolare, lo strippaggio dell’ammoniaca può essere condotto senza l’aggiunta di basi forti quali l’idrossido di sodio (soda caustica).
La carica batterica e gli odori vengono abbattuti nella fase di trattamento biologico. In tale fase, i reflui di allevamenti di suini e bovini vengono confluiti in reattori areati dove è presente del materiale di semina microbica. Nel reattore i reflui rimangono quattro giorni e al termine del trattamento risultano praticamente inodori e presentano una riduzione del quantitativo di batteri fecali di oltre il 90%.

Fonte: Tesi di dottorato Anni Alitalo

Il reattore messo a punto nella ricerca risulta stabile ed efficiente sia in fase pilota sia nelle sperimentazioni su campo. Il trattamento dei reflui da allevamenti di suini, infatti, ha già superato la fase pilota ed è già stato sperimentato in alcune aziende agricole. Tuttavia, non è ancora noto se e quando si passerà alla fase di commercializzazione in quanto non sono ancora state individuate le fonti di finanziamento.