2. Le nuove tecnologie: i sensori

La tecnologia aiuta gli allevatori in diversi modi, un aspetto fondamentale è rappresentato dal benessere dall’animale. Un animale in salute produce di più, meglio e necessita di meno medicinali: tutti fattori che implicano anche un rientro economico per l’allevatore.

Per captare le necessità degli animali si fa ricorso a dei sensori, oggi disponibili anche a costi contenuti, e alla possibilità di una comunicazione senza filo. I sensori, posizionati in punti strategici della stalla o direttamente sugli animali, captano i bisogni degli animali, lo comunicano all’allevatore grazia ad una rete senza fili e l’allevatore può quindi provvede a soddisfare i bisogni in tempi stretti con un conseguente miglioramento dello stato di salute dell’animale.
I sensori possono controllare parametri base, come il consumo di mangime e il peso dell’animale, parametri specifici, come nel caso dei sensori per il rilevamento della la tosse, o parametri ambientali, quali qualità dell’aria, temperatura e umidità relativa.
I dai dati raccolti dai sensori vengono in genere inviati ad una centralina che grazie a degli algoritmi creati appositamente, li traduce in altri parametri utili, come ad esempio il “fattore di efficienza alimentare” (quanto cibo viene convertito in aumento di peso).
Tutti i dati vengono analizzati dal software e riorganizzati in indicatori che l’allevatore può controllare per avere una veloce visione dello stato globale della mandria nonché di ogni singolo capo.
Questi nuovi pacchetti tecnologici portano a un aumento dei profitti e, contemporaneamente, a un miglioramento del benessere animale.
Le tecnologie messe a punto dai ricercatori sono state create appositamente per essere versatili e facilmente adattabili alle varie realtà presenti negli allevamenti europei, tuttavia possono trovare delle difficoltà applicative in quanto necessitano di una buona connessione ad internet, cosa non sempre presente nelle zone rurali.

Per ottimizzare la zootecnia di precisione è necessario migliorare il funzionamento dei sensori e creare un software in grado di tradurre i segnali ricevuti in messaggi e indicazioni utili per l’allevatore.
I sensori fondamentali sono raggruppabili in quattro categorie:

  • sensori visivi;
  • sensori uditivi;
  • sensori per il movimento dell’animale;
  • sensori ambientali.

Torna al cap.1

1.5. L’importanza dello scambio di informazioni: l’esempio di TEAGASC

In Irlanda, la TEAGASC (Autorità Nazionale Irlandese per l’Agricoltura e lo Sviluppo Alimentare) sta impiegando i risultati in corso di acquisizione nel Progetto EU-PLF sul monitoraggio della tosse dei suini, per un proprio progetto riguardante vitelli delle razze Holstein-Friesian e Jersey in fase di svezzamento.

 

Gli studi in corso della TEAGASC stanno dimostrando che il piano nutrizionale in fase di svezzamento influenza la risposta del sistema immunitario, in particolare varia la distribuzione delle cellule ematiche. Per migliorare e velocizzare la ricerca, i ricercatori hanno fatto ricorse alle tecniche impiegate in via sperimentale nel progetto EU-PLF per il monitoraggio dei suini. Il sistema di monitoraggio in continuo in modo automatico è stato adattato ai vitelli.
I controlli giornalieri sui parametri fondamentali dei vitelli quali: temperatura, suoni respiratori, problemi intestinali, stato di orecchie, naso e occhi, sono stati automatizzati consentendo un notevole risparmio di tempo e ottenendo un maggior numero di dati. Di fatto, la ricerca TEAGASC ha subito una notevole accelerazione in termini temporali.
I risultati non sono ancora disponibili, tuttavia sono a disposizione le tecnologie e i risultati sul sistema di monitoraggio della tosse adattato per i bovini.


Torna al cap.1

 

1.4. IMPRO

IMPRO è un progetto europeo nato con lo scopo di migliorare lo stato del bovino da latte attraverso lo sviluppo di strumenti complessi di diagnostica. Anche in questo caso l’impronta ecologica ha un suo peso, infatti tra gli scopi del progetto c’è la ricerca di una gestione appropriata e strategica dell’allevamento. Al progetto partecipano 7 partner provenienti da 6 paesi europei, l’Italia non è tra questi.


Torna al cap.1