2. 2. L’effetto del cambiamento climatico sui prodotti agricoli

Oltre alla necessità di aumentare la quantità di cibo da produrre per far fronte all’aumento demografico mondiale, c’è il problema del cambiamento climatico e quindi della necessità di adattarsi e di adattare le colture a tale cambiamento.

La necessità di adattarsi significa adottare una serie di misure che vanno dall’impiego di varietà colturali più idonee, fino all’uso di sistemi d’irrigazione più adatti.
Nella selezione di varietà idonee si deve tener presente che queste devono resistere non solo  al cambiamento climatico, ma anche al cambiamento della composizione dell’aria stessa. Come riportato su “Nature”, il cambiamento climatico, in particolare l’aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, si ripercuote sull’aspetto nutrizionale delle colture.


 

In colture quali grano, riso, mais, soia, piselli e sorgo è prevista una diminuzione del contenuto di zinco e ferro, due nutrienti importantissimi la cui carenza nell’alimentazione umana costituisce già un problema di salute planetario. Inoltre, grano e riso diminuiranno il loro contenuto proteico.
Reggono meglio mais e sorgo, grazie al tipo di fotosintesi caratteristico di queste piante.
Questo tipo di reazioni delle piante può comportare dei seri problemi futuri di malnutrizione.

Da un punto di vista della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici della coltura in sé, i ricercatori di Stanford, che hanno studiato le potenzialità di adattamento di grano, orzo e mais, affermano che mentre il potenziale di adattamento è limitato per grano e orzo, il mais è la coltura con il potenziale più alto.


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2. I vantaggi dell’agricoltura di precisione

L’agricoltura di precisione mira a una gestione innovativa dell’attività agricola che determina maggiore sostenibilità e salvaguardia ambientale, maggiore produttività e benefici economici più elevati.

Nell’agricoltura di precisione l’agricoltore può gestire “su misura” le attività della sua azienda in modo da ottimizzarne il potenziale. Infatti, l’intervento è previsto solo dove e quando sia veramente necessario.
Questa selezione degli interventi è possibile grazie all’impiego congiunto di software collegati a sistemi di posizionamento, quali GIS (Geographic Information System) e GPS (Global Positioning System), sensori controllori e attuatori posizionati sia sul terreno, sia su mezzi in movimento (trattori, trebbiatrici, etc.) sia su mezzi aerei.

I dati elaborati forniscono mappe georeferenziate con tutte le specifiche dell’appezzamento: tipo di suolo, coltura, situazione idrica e nutritiva ecc.; quindi mettono in evidenza eventuali carenze e forniscono indicazioni precise su dove e come intervenire.
Con tale sistema l’agricoltore ottiene telerilevazioni satellitari o aeree che identificano con precisione la topografia dell’azienda, lo stato e composizione dei suoi terreni con le relative zone di disomogeneità in termini di sviluppo vegetativo delle colture, e le dotazioni idriche e nutritive del suolo.


Mappa di prescrizione georeferenziata

Tali informazioni permettono di impiegare solo e soltanto le risorse necessarie per il corretto sviluppo delle colture e di evitare spese per trattamenti superflui. In questo modo si ottiene un risparmio economico e si migliora la sostenibilità ambientale.


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1.2.1. Monitoraggio della salinità del suolo

Un gruppo di ricerca dell’Università di Southampton (Regno Unito) ha sviluppato un nuovo gruppo di sensori per la misurazione della salinità del suolo senza asportare il terreno.

Le novità di questi sensori consistono in:

  • capacità del sensore di misurare la concentrazione di cloruro, uno dei due componenti del sale, nell’umidità del suolo;
  • raccolta delle informazioni in loco, ovvero senza il campionamento del terreno con successiva analisi in laboratorio;
  • misura della sola concentrazione di cloro presente nella parte umida del suolo, ovvero quella che di fatto viene vista dalla pianta, tralasciando quella cristallizzata, che non ha impatto rilevante sulla pianta;
  • capacità di condividere le informazioni raccolte con altri sensori grazie ad una rete wireless;
  • possibilità di creare mappe di tutto l’appezzamento di terreno.

I sensori possono essere istruiti per effettuare diverse misurazioni a intervalli di tempo programmati e a profondità diverse. Si possono quindi ottenere informazioni anche su come varia la concentrazione di cloruri con la profondità del suolo.
Il tempo di vita del sensore si aggira intorno all’anno.

I sensori sono collegati a una unità che può essere tranquillamente impiantata e lasciata sul terreno. L’unità di base funziona a batteria e può trasmettere dati e informazioni tramite connessioni radio, Bluetooth, rete satellitare o telefonica, oppure può registrare i dati in locale su scheda che può essere ritirata dall’agricoltore stesso. Ogni unità può controllare fino a 7 sensori.
Questo tipo di informazioni possono essere molto utili anche per studiare il metodo di irrigazione più idoneo.


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