1.1. I robot agricoli

I robot agricoli, detti anche Agbots o Farm Bots, rappresentano una nuova frontiera della tecnologia. La loro forma e dimensione dipende dallo scopo per cui vengono create. Qui di seguito ne citiamo alcune tra le più innovative.

Robot per il monitoraggio del terreno

Il progetto Plantoid coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera vuole realizzare un prototipo di robot che imiti gli apparati radicali. Grazie a questo nuovo robot sarà possibile creare un network di protesi rizosimili la cui capacità di esplorazione del terreno si avvicini a quella delle comuni radici.

"Progetto  Plantoid". Sperimentazione

Un appropriato set di sensori consentirebbe alrobot di orientarsi e valutare le caratteristiche chimiche e gli stimoli dell’ambiente edafico.
Questo robot radicale potrebbe essere impiegato anche per:

  • il monitoraggio del terreno;
  • l’ottimizzazione delle operazioni di fertilizzazione o irrigazione;
  • lo studio della rizosfera. 

"Progetto  Plantoid". Sperimentazione


Robot per la semina

Gli Swarm Farm Bots sono piccolissimi robot (swarm significa sciame) in grado di muoversi autonomamente sul piano e possono collaborare fra loro. Vengono impiegati per effettuare operazioni colturali che richiedono precisione e massima dislocabilità.

Robot “Prospero” realizzato dalla Dorhout R&D

Uno di questi robottini è stato realizzato dalla Dorhout R&D, una Company high tech che opera nel campo dell’intelligenza artificiale. Il robot si chiama Prospero. Prospero è un Autonomous Micro Planter-AMP (micro piantatrice autonoma), in grado di operare in grandi numeri, per effettuare la semina, la cura e la raccolta di una coltivazione in pieno campo o in ambiente confinato. Per adesso Prospero semina soltanto, ma è molto preciso: trivella il suolo, lo fertilizza e vi inserisce dei semi. Insomma, un lavoro accurato che può essere effettuato in file ma anche seguendo una tracciato bidimensionale a piacere.


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4.1. Caso pratico

In Olanda i piccoli produttori di energia, in genere aziende agricole che sul terreno hanno una fonte energetica rinnovabile (pala eolica, pannello solare, impianto per il trattamento della biomassa o per il recupero dell’energia idraulica) possono vendere con profitto la produzione in eccesso. A comprare sono direttamente i consumatori desiderosi di acquistare energia pulita a prezzi competitivi.

Questo scambio è possibile grazie ad una start up, Vandebron, attiva dal 2013.
Vandebron fa da collegamento tra produttori e consumatori attraverso una piattaforma web e si sostiene mediante il piccolo canone mensile che versano gli abbonati (consumatori).
I produttori che si iscrivono sono in genere agricoltori che nel loro terreno hanno una fonte di energia che produce più di quanto l’azienda ne consumi, come nel caso di Bernard e Karin Kadijk la cui pala eolica è in grado di rifornire altre 600 famiglie della zona.
Altri agricoltori producono un surplus energetico sfruttando il vento, il sole, l’acqua o la biomassa.

L’energia prodotta può essere commercializzata sotto forma di elettricità che direttamente venduta dal produttore al consumatore. Ciascun produttore stabilisce il proprio prezzo e la durata del contratto.

Fonte: Ecologiae.it

Vandebron funziona semplicemente da contatto amministrativo e non percepisce percentuali sulla vendita ma solo una canone mensile di 5€. Le voci all’interno della bolletta per il consumatore olandese non variano: consumo (va al produttore), canone mensile (va a Vandebron) e contributo per la manutenzione della rete di distribuzione (va al distributore nazionale di elettricità). In questo modo al produttore arriva il 100% dell’importo relativo al consumo energetico.
Il funzionamento dello scambio è molto semplice ed è più che altro di tipo amministrativo – finanziario. Infatti, non si crea nessun nuovo collegamento diretto tra il produttore e il consumatore, bensì si sfrutta la rete già esistente. Il produttore immette nella rete l’energia richiesta dal consumatore, il quale riceverà la sua energia direttamente dalla rete di distribuzione nazionale. In questo modo si tutela anche il consumatore stesso in quanto ha garanzia di continuità e stabilità del servizio.
Sia i produttori che i consumatori possono iscriversi mediante il sito web. Attualmente sul sito sono presenti 12 produttori che riforniscono circa 20.000 famiglie. 

4. Produzione di energia pulita e rinnovabile

Nel 2001 l’Unione Europea ha richiamato tutti gli Stati membri a mettere in atto politiche energetiche adeguate a quanto deciso nella conferenza di Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas serra; gli ultimi accordi fissano per l’Europa, entro il 2020, la produzione di una quota obbligatoria del 20% di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale di energia elettrica. Considerata la trasversalità del settore energetico, il raggiungimento di tale obiettivo è ottenibile attraverso una programmazione territoriale che contempli tutti gli ambiti economico-produttivi, non ultimo quello agricolo-forestale. In questo contesto, la nuova Politica Agricola Comunitaria ha promosso l’incentivazione della produzione di energie rinnovabili nel settore agricolo, prospettando all’agricoltura europea un nuovo scenario in cui l’azienda agricola potrà proporsi non solo come produttrice di materie prime per il mercato alimentare, ma anche come fornitrice di servizi per la comunità, quali la produzione di energia elettrica e di biocarburanti.

Gli investimenti nel settore agroenergetico possono diventare una valida opportunità per abbattere i costi energetici dell’azienda agricola e, in certi casi, per generare reddito grazie alla diversificazione delle attività aziendali.
Peraltro, si può affermare che, rispetto alle opportunità offerte dal settore delle fonti energetiche rinnovabili, il mondo rurale possiede diversi punti di forza quali:

  • disponibilità di prodotti e sottoprodotti (biomasse) derivanti dalle colture agricolo-forestali utilizzabili per la produzione di energia elettrica e termica e di biocarburanti;
  • disponibilità di superfici sufficientemente ampie per la realizzazione dei diversi tipi di impianto per la produzione di energia (superfici destinabili a colture energetiche, al fotovoltaico, al minioeolico);
  • esigenze energetiche generalmente contenute che ben si prestano alla ridotta produttività delle fonti rinnovabili.

Fonte: penisolabella

In questo contesto, l’azienda agricola potrà orientarsi verso investimenti per la produzione di energia da fonti agricole quali:

  • le colture oleaginose per la produzione di oli grezzi da utilizzare tali e quali o previa esterificazione (BIODISEL);
  • le colture zuccherine/amilacee per la produzione di alcool/etanolo;
  • le deiezioni zootecniche e/o le colture cerealicole per la produzione di biogas;
  • le biomasse erbacee e legnose da destinare alla produzione di energia termica ed elettrica;
  • il fotovoltaico e il minieolico. 

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