La “Carta del consumo circolare”

 Cittadini, imprese e istituzioni insieme per promuovere scelte e produzioni sostenibili.


Le Associazioni dei Consumatori ACU, Adoc, Adusbef, Adiconsum, Altroconsumo, Assoconsum, Assoutenti, Casa Del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, CODICI, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa Del Cittadino, Udicon, Unione Nazionale Consumatori, in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno elaborato la “Carta del consumo circolare”, per promuovere il passaggio dalla cultura dello scarto e dello spreco alla cultura del riciclo e del riuso. La Carta vuole essere un contributo di idee alle grandi scelte che stanno di fronte al Paese per affermare una nuova politica economica che acceleri la rivoluzione green per affrontare i gravi problemi climatici e ambientali che investono il Pianeta. La transizione ecologica, infatti, ha nella economia circolare il suo fulcro.

Con la “Carta” le AACC vogliono contribuire al dibattito e alle scelte economiche, politiche e di Governo che impegneranno il Paese nell'immediato e sul lungo periodo e affermare una partecipazione dal basso alla realizzazione del PNRR. Essa è rivolta non solo ai cittadini, che sono chiamati a modificare le proprie abitudini di consumo nell’ottica di una svolta green, ma alle imprese, al mondo della produzione di beni e servizi alle Istituzioni perché si affermino nuovi modelli produttivi, le politiche di uno sviluppo sostenibile e una radicale riconversione delle risorse energetiche necessarie alla produzione.

Primo Evento in programma il 17 giugno con il coinvolgimento di ENI e altre primarie imprese italiane, per far sì che la Carta diventi parte integrante delle scelte che bisognerà compiere per la realizzazione delle azioni delineate dal PNRR e dal programma Next Generation UE.

“La “Carta del consumo circolare” è la vera sfida italiana del terzo millennio, che  mette insieme le forze giovani del paese, la memoria dei nostri anziani cresciuti nell'epoca "pre-consumista", le imprese e le istituzioni. E' una carta di tutti aperta a tutti, per entrare nell'era consumerista dove produzione e consumi fanno pace con l'ambiente e con il rispetto della persona" – commenta il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.

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Sostenibilità e cambiamenti climatici, a Bologna il primo centro interdisciplinare di formazione manageriale in Europa

Bologna Business School, la scuola di formazione manageriale dell’Università di Bologna, inaugura il nuovo Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici, punto di riferimento europeo per la formazione aziendale sui temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.


Si è svolta lo scorso 17 maggio la presentazione del Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici di Bologna Business School, progetto innovativo che mira a diventare punto di riferimento europeo nell'applicazione della ricerca interdisciplinare e d’avanguardia sulle tematiche dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, finalizzata a programmi e iniziative di alta formazione manageriale.

Il progetto è stato inaugurato durante un evento in streaming a cui hanno partecipato il Dean di Bologna Business School, Massimo Bergami, il CEO di Enel, Francesco Starace, e Romano Prodi, Presidente del Collegio di Indirizzo di BBS.

Istituito in collaborazione con l’Università di Bologna, il Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici di BBS costituisce infatti il primo centro di formazione manageriale di portata e ambizione multidisciplinare in Europa. Qui 11 nuovi Assistant Professor, provenienti da diverse discipline – tra cui Management, Ingegneria, Fisica, Geografia, Medicina e Legge – lavoreranno a stretto contatto con la Core Faculty della Scuola con l’obiettivo di supportare le aziende nel loro percorso di transizione sulle tematiche della sostenibilità e della responsabilità ambientale d’impresa.

Nel corso dell’evento la presentazione del Centro, delle sue attività ed obiettivi, è stata in particolare affidata alle parole del Direttore, il Professor Matteo Mura, e a quelle dell’Assistant Professor Jelena Lonkarski.

Leggi il comunicato stampa allegato

* Consorzio RICREA: Italiani sempre più virtuosi nella differenziata


Nonostante le restrizioni che hanno duramente colpito i settori della ristorazione e dell’industria non alimentare, l’Italia si conferma un’eccellenza europea nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, quali barattoli e scatolette, bombolette spray, tappi corona, capsule, scatole fantasia, latte, fusti e fustini. Nel 2020 è stato riciclato il 79,8% degli imballaggi in acciaio immessi al consumo. Il dato percentuale è molto vicino a quello all’anno precedente (-0,8%) nonostante la pandemia abbia avuto un impatto importante sulla componente industriale.
Molto positivo invece il dato sulla raccolta differenziata nei Comuni, anche grazie all’impegno dei cittadini. Rispetto al 2019, lo scorso anno si è registrato infatti un aumento del 6% della quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,01 Kg per abitante. Un risultato favorito dal maggior tempo trascorso in casa e dal crescente utilizzo di imballaggi per uso domestico, ma anche una conferma che il sistema di raccolta e riciclo in Italia è ben collaudato, e che quello della sostenibilità è un tema sempre più presente nella coscienza comune. 

I dati sono stati resi noti da RICREA, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio, uno dei sei consorzi di filiera del Sistema CONAI. Nel 2020 le tonnellate di imballaggi in acciaio avviate al riciclo sono state 370.963, sufficienti per realizzare circa 3.700 km di binari ferroviari. 

“In un anno così delicato siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da tutta la filiera del riciclo degli imballaggi in acciaio, un metallo che viene riciclato all’infinito senza perdere le sue intrinseche qualità – commenta Domenico Rinaldini, Presidente di RICREA -. Questi dati evidenziano ancora una volta come siamo già in linea con l’obiettivo dell’80% previsto dalle direttive europee in materia di economia circolare entro il 2030. Come Consorzio lavoriamo da oltre 20 anni per favorire, promuovere e agevolare la raccolta e il riciclo, e il nostro principale obiettivo ora è quello di migliorare la qualità”.

In seguito al rinnovo dell’Accordo Quadro ANCI-CONAI, nel giugno scorso è entrato in vigore il nuovo Allegato Tecnico per gli imballaggi in acciaio relativo al quinquennio 2020-24 che mette in campo nuove regole e volge particolare attenzione al tema della qualità delle materie prime, premiando le fasce migliori con aumenti dei corrispettivi erogati ai Comuni.

Le positive ripercussioni di un percorso virtuoso, che comincia nelle case degli italiani con la differenziata e si conclude in acciaieria con la rinascita dell’acciaio sotto forma di nuovi prodotti, hanno un impatto importante non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia. Gli imballaggi in acciaio avviati al riciclo nel 2020 hanno consentito infatti di risparmiare 1,3 TWh di energia primaria e 260.000 tonnellate di materia prima, evitando la dispersione di 384.000 tonnellate di CO2 equivalente. Il valore economico della materia recuperata in un anno è pari a 12 milioni di euro.