* L’evoluzione del Good Growth Plan

In occasione della IV edizione del Mantova Food & Science Festival ha presentato il nuovo programma quinquennale di impegni per supportare gli agricoltori e contrastare i cambiamenti climatici.


Nella giornata inaugurale della 4° edizione del Mantova Food&Science Festival, Syngenta, uno dei maggiori player dell’agribusiness a livello mondiale e ormai partner consolidato della manifestazione, ha organizzato l’evento “Agricoltura, sostenibilità e cambiamenti climatici: l’evoluzione del The Good Growth Plan” per presentare la seconda edizione del The Good Growth Plan, il piano di impegni sostenibili che impegnerà l’azienda da oggi fino al 2025.

“The Good Growth Plan è un percorso intrapreso nel 2013 per dimostrare come un’agricoltura efficiente e sostenibile possa esistere.”, afferma Riccardo Vanelli, Amministratore delegato di Syngenta Italia. “Per questo, in linea con i Sustainable Development Goals dell’ONU per il 2030, ci siamo dati degli obiettivi che abbiamo pienamente raggiunto e, in alcuni casi, superato.” “Ma ora il contesto è diverso sia a livello ambientale sia sociale, con i cambiamenti climatici che presentano effetti sempre più impattanti sul terreno, mettendo a serio rischio il futuro degli agricoltori e di tutti noi. Quindi, con l’evoluzione del The Good Growth Plan vogliamo porci degli obiettivi ancora più ambiziosi per supportare gli agricoltori nell’affrontare le sfide sempre più grandi che si trovano di fronte. Per farlo, accelereremo ancora di più la nostra innovazione, convinti che questa sia l’unica strada per rispondere in maniera tempestiva alla necessità di sostenibilità in agricoltura. E questa idea, alla base dei nuovi impegni, si declinerà in quattro ambiti specifici: accelerare l’innovazione per gli agricoltori e l’ambiente, impegnarsi per un’agricoltura a zero emissioni di CO2, contribuire alla salute e alla sicurezza delle persone, stringere partnership per generare un impatto migliore” conclude Vanelli.

The Good Growth Plan: I progetti italiani

A livello italiano, il The Good Growth Plan si comporrà di alcuni progetti con forte vocazione locale, ma in grado di concorrere al raggiungimento degli obiettivi che l’azienda si è data a livello globale. Tra gli esempi presentati nel corso dell’incontro, un ruolo chiave è svolto sicuramente dalla genetica attraverso la quale, ad esempio nel settore delle orticole che vanta in Italia un heritage importantissimo, è possibile garantire non solo rese maggiori e di alta qualità con una migliore gestiore delle risorse, ma anche e soprattutto andare incontro alle rinnovate esigenze dei consumatori e della filiera in termini di shelf life, proprietà nutrizionali e attenzione agli sprechi.

Un altro esempio concreto e con già una discreta diffusione in Italia è il progetto Grape Quality Agreement, dedicato al settore vitivinicolo. GQA  è un programma che aiuta il produttore a coniugare produzioni di alta qualità con i requisiti sempre più stringenti del mercato in termini di tutela della salute, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale attraverso la combinazione di difesa della biodiversità con il programma Operation Pollinator, la gestione razionale delle risorse idriche con Heliosec© e l’utilizzo delle più avanzate tecnologie di agricoltura digitale finalizzate al controllo dei residui in base alle normative vigenti nei mercati di destinazione del vino prodotto grazie alla piattaforma Emat©.

Green Deal e Residuo Zero

Per contestualizzare al meglio il nuovo corso del The Good Growth Plan, molti relatori si sono succeduti sul palco. La prima parte della giornata, infatti, è stata dedicata a una contestualizzazione del quadro normativo e regolamentare scaturito dal Green Deal europeo e dalla sua applicazione concreta nel tessuto imprenditoriale agricolo italiano. A disegnare il quadro di riferimento i contributi dell’On. Paolo De Castro, Primo Vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale presso Parlamento Europeo, l’On. Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l’On. Filippo Gallinella, Presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera del Parlamento, Ersilia Di Tullio, Senior project manager Nomisma, e il Prof. Gabriele Canali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Il panel di relatori, stimolati dalla moderatrice Beatrice Mautino, si sono confrontati sul tema dei residui negli alimenti e sugli errori interpretativi e comunicativi che spesso accompagnano un argomento così importante per l’intera filiera agroalimentare e per i consumatori, sottolineando la centralità della qualità, salubrità e sicurezza alimentare dei prodotti italiani, ponendo poi attenzione sul tema delle certificazioni, e interrogandosi su come si debba trovare una voce comune lungo l’intera filiera per fare in modo che il lavoro degli agricoltori non perda di valore nella strada dal campo alla tavola e si possano evitare errori comunicativi che alimentino paure e incomprensioni invece di favorire una corretta e consapevole cultura del cibo.

Per approfondire leggi il Comunicato Stampa allegato

* Waterdrop®, i microdrink naturali che aiutano a bere più acqua


 


I microdrink waterdrop® sono fatti solo con ingredienti di alta qualità, esaltatori di sapidità o conservanti, sono piccoli cubetti senza zucchero che arricchiscono l'acqua con veri estratti di frutta e piante e preziose vitamine.

I cubetti possono essere preparati facilmente sempre e ovunque, passano attraverso qualsiasi collo di bottiglia e qualsiasi controllo di sicurezza. In 10 gusti, contengono veri estratti di frutta e piante e ingredienti di alta qualità da tutto il mondo: dall’açaí del Brasile al ginseng dell’Asia, dalla moringa dell'India al baobab dell’Africa. Sono vegani, senza glutine, lattosio, zucchero e senza conservanti o aromi artificiali.

I microdrink rappresentano in realtà un grande passo verso una riduzione dei rifiuti di plastica: con la loro forma cubica ridotta al minimo, richiedono molto meno spazio di stoccaggio, e grazie al peso ridotto possono essere spediti in modo pratico ed ecologico.
Waterdrop® consente inoltre di ridurre la plastica del 97% rispetto alle bevande tradizionalmente presenti in commercio. Il solo tappo di una normale bottiglia di plastica da mezzo litro contiene la stessa quantità di plastica necessaria per 10 waterdrop®. Poiché waterdrop® ha a cuore la l'ambiente, materiali come alluminio e PVC sono stati scartati fin da subito. L’imballaggio è invece realizzato con una combinazione innovativa di pellicola in PET e COC, interamente riciclabile, che protegge adeguatamente il prodotto senza che quindi sia necessario l’uso di conservanti.

Waterdrop® è stata fondata da Martin Murray, Henry Wieser e Christoph Hermann: tre austriaci che hanno creato la categoria dei microdrink e vogliono ispirare ancora più persone ogni giorno a bere più acqua e meno bevande poco sane.

 

*Linee guida di Guala Closures sviluppa per il packaging sostenibile

Guala Closures, multinazionale nata in Italia, leader al mondo nella produzione di chiusure in alluminio per superalcolici, vino, olio e aceto, acqua e bevande, ha sviluppato delle linee guida per una progettazione sempre più sostenibile

 


Nell'ambito della strategia e dell’impegno di Corporate Social Responsibility (CSR), il Gruppo Guala Closures ha sviluppato alcune linee guida per la progettazione ecocompatibile destinate ai cinque centri di ricerca e sviluppo (Italia, Messico, Regno Unito, Ucraina e Lussemburgo), allo scopo di agevolare lo sviluppo di chiusure sostenibili seguendo quattro modelli di progettazione definiti.
Il Gruppo ritiene che stabilire un metodo rigoroso per progettare prodotti sostenibili sia fondamentale per creare una gamma di prodotti armonizzati, che vengono così concepiti con l'obiettivo di fornire soluzioni reali per lo sviluppo sostenibile. Lo scopo del documento è quello di delineare tutti i passaggi che i progettisti dovrebbero seguire, dall'idea al prodotto finito.

I modelli per raggiungere questi obiettivi sono quattro: Design to Reduce – un principio basato sull'eco-design e sull'eliminazione di tutto ciò che non è necessario; Design to Change – abbandonare le risorse limitate e adottare materiali riciclati o prodotti da fonti rinnovabili; Design to Fade – questo approccio ha come scopo quello di far scomparire i rifiuti passando a polimeri biodegradabili e utilizzando pochi componenti facilmente rimovibili; e Design to Revive – ottenuto recuperando e riciclando i materiali utilizzati nelle chiusure.

L'azienda ritiene che queste linee guida siano un passo importante nello sviluppo di imballaggi sostenibili. Aiutano a supportare le esigenze dei clienti e propongono chiusure che soddisfano le aspettative delle principali parti interessate.

Attraverso questa iniziativa e altre azioni, Guala Closures intende raggiungere l'ambizioso obiettivo di utilizzare il 35% di materiali riciclati entro il 2025. Queste linee guida sono quindi un ulteriore passo nell'impegno del Gruppo a favore delle strategie di CSR dei clienti, con imballaggi che soddisfano le esigenze dei consumatori e rispondono alle crescenti esigenze del retail.