* PAM CITY. Aperto a Padova il primo punto vendita simbolo della nuova generazione di negozi di prossimità urbana


Il punto vendita  si trova in Piazzale Santa Croce 17/18 ed è il secondo Pam city d’Italia (dopo quello pilota che si trova a Roma) e sarà aperto 7 giorni su 7, dal lunedì al sabato con orario continuato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 9 alle 21.

Uno spazio accogliente e sostenibile in termini di qualità, comodità e convenienza. Pam city abbandona la logica della promozione e attua una politica di convenienza continuativa declinata su tutti i reparti, attraverso un risparmio generalizzato ed evidenziato a scaffale. All’interno del percorso di acquisto particolare attenzione è posta sul Food-to-Go, su gastronomia e rosticceria, aree dove è possibile acquistare snack e piatti pronti da consumare. L’assortimento è contraddistinto dai prodotti del territorio in diverse categorie del fresco (come frutta, verdura, salumi e formaggi) che, oltre ad offrire risparmio per i clienti, sostengono l'economia delle piccole medie imprese locali valorizzando la filiera italiana e il km0.

Per maggiori informazioni:  www.pampanorama.it

Dai regali, agli addobbi per l’albero, fino al menù del cenone, quest’anno il Natale sarà più che mai….green.

Secondo quanto emerge dall’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat*, per ridurre l’impatto ambientale e l’inquinamento prodotto durante le imminenti festività, l’82% degli italiani ha intenzione di adottare comportamenti ecosostenibili. Insomma; dai regali, agli addobbi per l’albero, fino al menù del cenone, quest’anno il Natale sarà più che mai….green.  


Che sia l’effetto Greta o le sempre più evidenti conseguenze legate ai cambiamenti climatici, fatto sta che gli italiani intenzionati a fare qualcosa di concreto per il pianeta sono molti; a partire dagli oltre 23,5 milioni (65%) che opteranno per un Natale plastic free bandendo dalla tavola posate e piatti monouso in favore delle normali stoviglie in ceramica.  

Meno sprechi alimentari per quasi 22 milioni di italiani (61%), che ridurranno la quantità di cibo del cenone e riutilizzeranno eventuali avanzi per i giorni successivi; per il 2019 rientra nelle buone abitudini di riciclo anche la carta da regalo: il 46,7% degli intervistati ha dichiarato di volerne ridurre l’uso e, per questo, riutilizzerà quella dello scorso anno. Sono invece almeno 25,8 milioni coloro che ridurranno il consumo di energia legato alle luminarie, suddivisi tra coloro che useranno solo lampadine a led (43,8%), quelli che ridurranno il numero di luci natalizie (27,2%) e quelli che, più drasticamente, non useranno alcuna illuminazione particolare (18,9%). In tema di addobbi, quasi 1 italiano su 4 abbellirà il proprio albero con materiale riciclato e decorazioni fatte in casa (22,7%). 

Quello a cui gli italiani sembrano non riuscire proprio a rinunciare è invece l’albero di Natale finto; solo il 12,6% degli intervisti ha dichiarato che quest’anno adotterà un albero vero da ripiantare dopo le festività.

Il trend del Natale 2019, quindi, potrebbe davvero essere l’ecosostenibilità: tra chi “crede sia importante contribuire alla salvaguardia dell'ambiente” (77,5%) e chi, invece, “adotterà comportamenti green solo per risparmiare” (40,8%), i buoni propositi degli italiani per queste festività sono tanti. Quale occasione migliore, se non il Natale, per rispettarli?


Fonte : Ufficio Stampa Facile.it SpA
Yuri Griggio – Andrea Polo
327-0440396, 02.55550154 
ufficiostampa@facile.it

 

 

 

Basilica del Santo. Restaurato il monumento a Matteo Ferchio, teologo e docente di Metafisica all’Università di Padova

Intervento di restauro realizzato da Monica Vial, promosso dalla Veneranda Arca di S. Antonio e finanziato dal Lions Club Padova Antenore


Il dalmata Matteo Ferchio (1583-1669), teologo pubblico all’Università di Padova per trentacinque anni, strenuo sostenitore della dottrina di Giovanni Duns Scoto (1265-66/1308), polemista e capace di contrattacchi critici tinti di fiere polemiche, fu un pensatore e un docente insieme geniale e versatile, capace di passare dalla teologia alle lettere, alla matematica, alla medicina e all’oratoria e alle lingue antiche. L’opera commemorativa a lui dedicata, situata nel pilastro tra la Cappella delle Benedizioni, già di Santa Caterina, e la Cappella di Santa Rosa, è tornata alla sua originaria bellezza grazie all’intervento di restauro di Monica Vial.
Realizzato nel 1671 ad opera di un pittore del XVII secolo per volontà di padre Felice Rotondi da Monteleone, successore di Ferchio nella docenza universitaria, il monumento si compone di una parte lapidea, una elaborata cartouche ornata con elementi memori dei decori a grottesche che inquadra una scritta su pietra nera.

L’affresco, sopra e sotto la struttura, contiene nella parte alta la raffigurazione di Giovanni Duns Scoto, solis aemulus, in un contesto allegorico tra la raffigurazione di san Giovanni Evangelista e dell’Immacolata. La raffigurazione della Vergine, così declinata, richiama la forza della dottrina scotista che fu profondamente immacolista, e trasmise al mondo francescano tale radicata convinzione che solo nel 1854, con papa Pio IX, divenne dogma di fede.  Nella parte inferiore, due putti reggono un cartiglio con una scritta che ricorda l’insegnamento dei maestri del Santo nella cattedra universitaria di metafisica e teologia.

La struttura della lapide mostra il forzato inserimento in basso di un listello in cui si ricorda colui che volle la costruzione dell’opera, cioè il suo successore, il padre Felice Rotondi da Monteleone, al quale, con tutta probabilità appartiene lo stemma inserito nella cartouche in basso, chiaramente di un frate francescano, con un animale passante.

Il testo sulla lapide in pietra nera ricorda e addita al riguardante l’effigie (oggi scomparsa) di Ferchio, che insegnò per 35 anni e morì nel 1669, e che il suo monumento fu voluto dal successore, appunto Felice Rotondi nel 1671, eletto nel 1695 ministro generale.

I lavori di restauro, realizzati da Monica Vial, hanno interessato il monumento nel suo insieme. Dalla parte affrescata sono state rimosse la patina ossidata e le impurità, consolidate le zone che dimostravano dei distaccamenti, ed eseguito un ritocco ad acquarello. La pulitura e la rimozione delle impurità hanno interessato anche la parte lapidea e la lapide di marmo nero. Nello stemma che presentava due profonde fessurazioni sono stati inoltre inseriti due perni in vetroresina. Sulla lapide di marmo mero è stato eseguito un lavoro di lucidatura, l’applicazione di una cera multicristallina e il ripasso delle lettere con acquerello a tono.

L’attribuzione a Lorenzo Bedogni da Reggio

Nella pochissima letteratura sul monumento si fa il nome di Lorenzo Bedogni da Reggio quale suo autore: un architetto e pittore molto attivo in basilica e a cui Ferchio stesso aveva commissionato un altro affresco, nel chiostro del Noviziato, di inquadramento della porta di accesso dell’ambiente destinato al teologo pubblico (di chi insegnava all’università) intorno alla metà degli anni Quaranta. Sono diversi i lavori che Bedogni fece in basilica, il più importante dei quali è il riassetto del presbiterio, alla metà del secolo, quando il coro, originariamente davanti all’altare maggiore fu spostato dietro allo stesso, nella posizione in cui oggi lo vediamo, e la recinzione lapidea del presbiterio fu ugualmente modificata.  Nel 1652 Giorgio Guglielmo di Hannover lo assunse quale proto per rinnovare molti edifici nei suoi domini e dalla Germania Bedogni tornò in Italia e poco dopo morì intorno al 1670. Il monumento Ferchio non può quindi spettargli e mostra anzi, nella parte superiore, una bella qualità, che l’affresco del chiostro del Noviziato, molto deteriorato, non ci permette più di scorgere.

Per informazioni
www.arcadelsanto.org