Premio Letterario Galileo per la divulgazione scientifica 2019

Raddoppiano le case editrici partecipanti. La cinquina finalista sarà annunciata l'11 febbraio. La cerimonia di premiazione il 10 maggio.  Presidente della Giuria sarà Elena Cattaneo. Vince Cristina Cattaneo.


10 maggio 2019  – La graduatoria dei finalisti

Vince il Premio Cristina Cattaneo, che ha ottenuto 31 voti dalla giuria popolare, composta da 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia e dagli studenti di 10 classi delle scuole secondarie di secondo grado, cinque della provincia di Padova e altre cinque di altre province d’Italia. A seguire nelle preferenze dei giovani sono arrivati i libri di Peter Wadhams, con 24 voti, Roberto Defez, con 20 voti, Sandra Savaglio, con 12 voti, e Pietro Greco, con 3 voti.

 

          

 

Interviste ai finalisti del Premio Galileo

Intervista a Cristina Cattaneo

Intervista a Pietro Greco

Intervista a Roberto Defez

 

Una delle novità più importanti della XIII edizione del Premio è l’ampliamento della platea degli editori che hanno risposto al bando di partecipazione, praticamente raddoppiata rispetto all’edizione 2018, composta da nomi di case editrici note e meno note. Questa grande attenzione nei confronti del Premio ha portato di conseguenza a far crescere il numero di volumi candidati (103), aumentati di circa il 50% rispetto all’edizione dello scorso anno. Tale incremento è da addebitare anche alla notorietà del premio grazie al vincitore del 2018, Stefano Mancuso, il cui libro “Plant revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro” è balzato in alto nella classifica dei libri più venduti proprio dopo il successo al Premio Galileo.

 

Giuria Scientifica

A fianco della Presidente della Giuria Elena Cattaneo, farmacologa, biologa e senatrice a vita, tra le principali scienziate impegnate nella ricerca sulle cellule staminali, cinque autorevoli giornalisti specialisti della divulgazione scientifica e rappresentanti dei principali gruppi editoriali italiani: Gabriele Beccaria, firma de La Stampa e dell’inserto Tutto Scienze; Luca De Biase, giornalista de Il Sole 24 Ore e fondatore della sezione Nòva dedicata all'innovazione; Luca Fraioli, caporedattore della Redazione Scienze, Ambiente, Tecnologia e Salute de La Repubblica; Anna Meldolesi, giornalista e saggista del Corriere della Sera e Le Scienze e tra i finalisti dell’edizione 2018 del Premio Galileo con il libro “E l’uomo creò l’uomo. CRISPR e la rivoluzione dell’editing genomico” (Bollati Boringhieri, 2017); e infine Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza, l quotidiano scientifico di Rai Radio 3.

Oltre ai giornalisti scientifici, grazie alla collaborazione con l’Università di Padova faranno parte della Giuria cinque docenti universitari in grado di rappresentare la comunità scientifica dell’Ateneo: Giovanna Capizzi, professoressa associata del Dipartimento di Scienze Statistiche; Rodolfo Costa, professore ordinario di Genetica; Piero Martin, professore di fisica sperimentale al Dipartimento di Fisica e Astronomia “G.Galilei” e tra i finalisti del Premio Galileo 2018 insieme ad Alessandra Viola con “Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti” (Codice Edizioni, 2017); Giulia Treu, professoressa associata presso il Dipartimento di Matematica “Tullio Levi Civita” Maria Elena Valcher, professoressa ordinaria di Automatica del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione.

 

Giuria popolare 

Sarà costituita da Studenti Universitari provenienti da tutta Italia e anche da dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado, cinque della Provincia di Padova, altre da cinque province di tutta Italia.

 

Il Galileo Festival dell’Innovazione

Promosso dal Comune di Padova il Gestival dell'innovazione si svolgerà nella stessa settimana del Premio Galileo. Ricco di proposte, la sinergia tra i due eventi permetterà di allargare la platea dei visitatori e il loro campo di interessi facendo di Padova una città all'avanguardia nel campo scientifico e culturale.

La cerimonia di premiazione si svolgerà  nella sala al cui ingresso si trova la cattedra di Galileo, ovvero l’Aula Magna dell’Università di Padova, anche per rimarcare la simbiosi tra Città e Università.

 

Aggiornamento 11 febbraio 2019

Oggi, presieduta dalla senatrice a vita Elena Cattaneo, si è riunita la giuria scientifica del "Premio letterario Galileo per la divulgazioni scientifica" per selezionare la cinquina finalista della 13^ edizione. Ecco i finalisti:

  • "Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo" di Cristina Cattaneo (Raffaello Cortina Editore)
  • "Scoperta. Come la ricerca scientifica può aiutare a cambiare l'Italia" di Roberto Defez (Codice Edizioni)
  • "Fisica per la pace. Tra scienza e impegno civile" a cura di Pietro Greco (Carocci editore)
  • "Tutto l'universo per chi ha poco Spazio-Tempo" di Sandra Savaglio (Libri Mondadori)
  • "Addio ai ghiacci. Rapporto dall'Artico" di Peter Wadhams (Bollati Boringhieri editore)

Il 10 maggio il vincitore del Premio Galileo 2019 durante "La settimana della Scienza e dell'Innovazione"

Per i dettagli sui finalisti leggi il comunicato stampa allegato

*Raccolta dei rifiuti organici: in Italia raggiunte le 6,6 milioni di tonnellate, ma servono più impianti

Un'analisi del CIC – Consorzio Italiano Compostatori 


Aumenta la raccolta dell’organico in Italia e si conferma come la frazione più importante per la RD: lo ribadisce il CIC – Consorzio Italiano Compostatori analizzando i dati della raccolta differenziata in Italia. A livello nazionale passa da 107 a 108 kg la raccolta annuale procapite e la regione con il maggior quantitativo di raccolta si conferma la Lombardia. Crescono anche gli impianti sul territorio, da 326 a 338 e cresce l’andamento del trattamento di digestione anaerobica, utilizzato anche per la produzione di biometano: cronica la mancanza di impianti al centro e al sud.

Sono 6,6 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde e altre matrici organiche) provenienti dalla raccolta differenziata raccolti in Italia nel 2017: la raccolta dell’organico aumenta dell’1,6%, registra un minore incremento rispetto all’anno precedente anche se si segnala che il trend della raccolta della frazione umido mantiene gli stessi andamenti mentre è la frazione verde che rimane costante nei due anni a confronto. In ogni caso quella dell’organico (umido e verde) si conferma la frazione più importante per la Raccolta Differenziata nel Paese rappresentando il 40,3% di tutte le raccolte. A sottolinearlo è il CIC – Consorzio Italiano Compostatori, nell’annuale analisi sulla raccolta differenziata del rifiuto organico e degli impianti italiani, realizzata a partire dai dati del Rapporto Rifiuti ISPRA 2018. 

108 KG PROCAPITE DI RIFIUTO ORGANICO RACCOLTO IN ITALIA

A livello nazionale il dato procapite di rifiuto organico intercettato si mantiene sopra i 100 kg, passando da 107 a 108: i quantitativi maggiori sono quelli delle regioni settentrionali (127 kg/abitante per anno), seguite dal Centro (114 kg/abitante per anno) e dal Sud (83 kg/abitante per anno).

LOMBARDIA IN TESTA PER FRAZIONE ORGANICA RACCOLTA

Al primo posto per quantità di frazione organica raccolta si conferma la Lombardia, con 1,2 milioni di tonnellate annue, nonostante una leggera flessione rispetto all’anno precedente quando la raccolta si attestava su 1,3 milioni.
In calo, ma stabile al secondo posto, anche il Veneto con 764.000 tonnellate. Al terzo posto l’Emilia Romagna (708.000 t), seguita a breve distanza dalla Campania (678.000 t). Interessanti i dati registrati nel Lazio (532.000 t) e in Sicilia (208.000 t), dove la raccolta della frazione organica è aumentata rispettivamente di 27.000 t e 67.000 t. 

POCHI IMPIANTI AL CENTRO-SUD. ITALIA PUNTA SU BIOMETANO

L’impiantistica in Italia  è passata da 326 a 338 strutture ed ha consentito di trattare nel 2017 circa 7,4 milioni di tonnellate (+4%) considerando il trattamento, oltre all’umido e al verde, anche di altri materiali di scarto a matrice organica.

Inoltre, emerge in particolare l’andamento della digestione anaerobica, che nel 2017 ha trattato più del 50% dell’umido raccolto in forma differenziata. “Il trattamento delle frazioni organiche selezionate con la digestione anaerobica permette non soltanto di recuperare materia ma anche energia: oltre al compost che si utilizza come fertilizzante naturale si ottiene infatti anche il biogas, che può essere trasformato in biometano per l’immissione in rete”, sottolinea Massimo Centemero. “Recentemente il CIC si è fatto promotore di un’altra filiera di potenziale sviluppo per il settore: la produzione di Biometano. I risultati non hanno tardato ad arrivare, tra il 2017 e il 2018 sono entrati in funzione, primi in Italia,8 impianti consorziati CIC (di cui 2 sperimentali) in grado di produrre biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana e di immettere il biometano nella rete di nazionale o di impiegarlo per l’autotrazione”.

I PRODOTTI DEL RICICLO ORGANICO: 2 milioni di tonnellate di COMPOST e 90 milioni di metri cubi di BIOMETANO

Secondo le stime del CIC, dai rifiuti organici raccolti nel corso del 2017 sono stati prodotte quasi 2 milioni di tonnellate di compost, il 64% da compostaggio e il restante 36% da digestione anaerobica e successivo compostaggio, che hanno contribuito a stoccare nel terreno 600.000 t di sostanza organica e risparmiare 3,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno rispetto all’avvio in discarica.

Il Biometano si sta affermando come un altro prodotto della filiera del riciclo organico. I biodigestori possono produrre oltre al compost anche biometano che rappresenta una fonte di combustibile naturale e chiaramente una preziosa ed innovativa fonte di energia rinnovabile. Si prevedono sviluppi ulteriori per questo prodotto che potrebbe, entro il 2019, raggiungere una produzione nazionale 200 milioni di m3. Ogni cittadino italiano che si impegna per la raccolta del rifiuto organico può vedere trasformato questo rifiuto in un prodotto, il biometano, necessario a percorrere circa 100-120 km/anno.

Il settore biowaste ha importanti ricadute economiche ed occupazionali: nel 2016, secondo le proiezioni del Consorzio Italiano Compostatori, il volume d’affari generato dal biowaste è stato pari a1.8 Mld € di fatturato, mentre i posti di lavoro generati  9.800 (+9% rispetto all’anno precedente): in pratica 1,5 posti di lavoro ogni 1.000 t di rifiuto organico.

Per approfondire: www.compost.it/

“ViviSmart”

Soddisfacenti i risultati del progetto pilota promosso dall’alleanza aBCD (Barilla, Coop e Danone). Cresciuta la consapevolezza delle famiglie su abitudini alimentari e stili di vita più sani


  • Dalla ricerca sviluppata dall’Università LUMSA, insieme alle Università di Napoli Parthenope e Roma Tre, è emersa una maggiore consapevolezza delle famiglie sulle più corrette abitudini alimentari e uno stile di vita più sano.
  • L’11% dei bambini ha iniziato a bere più acqua e più volte durante la giornata
  • Si è riscontrato l’aumento del 6% dei bambini che mangiano frutta e del 13% di quelli che mangiano verdure.
  • Sono molti di più i bambini che decidono di dedicare più tempo all’attività fisica facendo sport per quasi 4 volte alla settimana
  • Il Progetto Pilota con la Società Italiana di Medicina Generale (S.I.M.G.) coinvolge 20 medici di medicina generale e più di 100 famiglie in un percorso educazionale sui propri consumi alimentari
  • Si sta preparando il progetto ViviSmart per il 2019 che prevede ancora di più il coinvolgimento di scuole e punti vendita

L'alleanza che vede unite Barilla, Coop Italia, Danone, Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop e Fondazione Istituto Danone, ha il 6 febbraio i risultati della campagna ViviSmart. Dimostrano come il progetto pilota sia stato efficace incrementando le competenze di bambini e famiglie in materia di alimentazione e modificando realmente abitudini alimentari e stile di vita dei partecipanti. Il progetto, nato con l’obiettivo di riavvicinare la popolazione italiana alle buone abitudini della dieta mediterranea attraverso una serie di iniziative,  ha coinvolto simultaneamente 4 città, 16 scuole, 80 insegnanti, 1.525 bambini e famiglie, 16 punti vendita e medici di medicina generale nell’arco di tempo tra settembre 2017 e maggio 2018.

Dal progetto pilota della ricerca sviluppata dall’Università LUMSA insieme alle università di Napoli Parthenope e Roma Tre, è emersa una maggiore consapevolezza delle famiglie sulle abitudini  alimentari più corrette  e uno stile di vita più sano insieme a un incremento delle competenze dei bambini su cosa e quanto mangiare e sull’importanza dell’attività fisica. Si registrano anche sensibili modifiche nei comportamenti di bambini e famiglie nei confronti di alimentazione e movimento. Infatti, a seguito dell’intervento di ViviSmart, l’11% dei bambini ha detto di bere più acqua e più volte durante la giornata così come si è riscontrato l’aumento del 6% dei bambini che mangiano frutta e del 13% di quelli che mangiano verdure. Contemporaneamente si è verificato un aumento della consapevolezza sul consumo di cereali e latte e suoi derivati, alimenti che si trovano allo stesso livello della piramide alimentare: nello specifico il 75% dei bambini dichiara di bere latte durante la giornata e l’80% di mangiare latticini, mentre 8 bambini su 10 dicono di non mangiare yogurt evidenziando come questo alimento non rientri nella dieta degli scolari.

In generale, si sottolinea come a seguito della partecipazione alla campagna educativa gli scolari hanno iniziato a sostituire le merendine con più frutta e verdura e si dimostrano più disponibili a provare cibi nuovi. La stessa considerazione vale per il movimento: sono molti di più i bambini che decidono di dedicare più tempo all’attività fisica facendo sport per quasi 4 volte alla settimana, riducendo le ore passate davanti alla tv o giocando ai videogame, questo significa che la campagna ha prodotto effetti positivi riducendo la sedentarietà dei bambini.

Il dato relativo al cambiamento nelle abitudini alimentari dei bambini è confermato non solo dagli insegnanti coinvolti nella campagna, di cui 36 su 52 hanno affermato di aver osservato modifiche sostanziali nelle abitudini alimentari dei propri alunni, ma anche e soprattutto dai genitori che indirettamente sono stati influenzati dai propri figli a modificare le tendenze alimentari della famiglia. Infatti, tra i genitori intervistati il 50% afferma che i bambini hanno chiesto di comprare cibi diversi rispetto a prima e il 55% dichiara che, dopo aver parlato della campagna con i propri figli, ha cominciato a modificare le abitudini .