* FBP-Future is a Better Place. Lo spin-off del Gruppo Focchi per la sostenibilità energetica e ambientale


Il Gruppo Focchi ha intercettato il bisogno della riqualificazione degli edifici, in particolare quelli direzionali e del terziario (alberghi, grande distribuzione, ospedali). Nella maggior parte di questi edifici si riscontrano generalmente consumi energetici elevati, l'edificio perde valore e le persone al suo interno lavorano male, le città del futuro saranno così sempre più inospitali e inquinate. Partendo da questa urgenza ha creato una ESCo (Energy Service Company) dalle caratteristiche peculiari, afferma Maurizio Focchi, AD del Gruppo Focchi di Rimini e presidente della nuova società FBP. «La società progetta e realizza interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica e a ridurre l’impatto ambientale mediante ladefinizione di un modello dinamico dell’edificio in grado di simularne consumi e le prestazioni nel tempo. Inoltre assume su di sé il rischio dell’iniziativa con dei veri e propri contratti di performance energetica, garantendo al cliente finale il risultato in termini di consumi e di comfort.La qualità sarà la nostra garanzia: se avremo fatto bene il lavoro, i risparmi economici ottenuti verranno poi condivisi fra il cliente e la ESCo.». Infatti FBP investe, laddove l’analisi metta in luce buone potenzialità di risparmio, direttamente nella riqualificazione, abbattendo l’investimento iniziale del cliente e ripagandosi dai risparmi futuri generati. Negli ultimi anni è cambiato il modo in cui le persone abitano, lavorano, si relazionano. «L’urgenza è quella di creare un futuro migliore per le nuove generazioni e di diffondere un po’ di bellezza nelle nostre città”, dice Maurizio Fiocchi.

Il Gruppo Focchi, nato nel 1914 e con 200 dipendenti tra Rimini, Londra e New York, è molto impegnato nella ricerca energetica abitativa.

 

Padova, “L’Archivio della Veneranda Arca online. Una storia plurisecolare a disposizione di tutti.

L’Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio, importante istituzione culturale padovana, è stato digitalizzato.

La consultazione dell’archivio è aperta a tutti, per appuntamento, e regolata secondo quanto indicato nel sito http://archivioarcadelsanto.org.


Centinaia di documenti vengono così messi a disposizione di tutti gli studiosi, che possono attingervi liberamente per ricostruire una storia che dal XIV secolo giunge fino ai giorni nostri: una storia fatta non solo di grandi eventi, ma anche della vita quotidiana all’interno della Basilica, i cui beni la Veneranda Arca custodisce da secoli.

Nei documenti trovano spazio i nomi dei suoi amministratori e dei suoi dipendenti a partire dal Quattrocento, i lavori edilizi e artistici effettuati all’interno del complesso del Santo, la notevole dotazione di suppellettili sacre e il loro uso liturgico, diligentemente “fotografati” per non essere dispersi. Altre preziose informazioni riguardano il funzionamento della Cappella musicale, il costituirsi e la gestione del cospicuo patrimonio immobiliare dell’istituzione in città e nel territorio, di cui sono documentati aspetti idrogeologici, agrari e insediativi cospicui.

Emergono dal passato più o meno remoto personaggi di spicco e quasi anonimi lavoratori, comprese alcune lavandaie, artisti famosi e umili artigiani, benefattori, fittavoli e fattori non sempre fedeli e per questo licenziati. Documenti importanti, per la vita della Basilica e anche carte più civettuole, come la spesa in profumeria di una dama del Quattrocento.

La digitalizzazione e la pubblicazione online dell’inventario della Veneranda Arca è la conclusione di un progetto lungo e complesso, iniziato nel 2010 e proseguito nel 2017 con la stampa pagine dell’edizione cartacea dei tre volumi, per un totale di oltre 2300 pagine. Un risultato che è stato frutto della volontà, dell’interessamento, della professionalità e del sostegno di moltissimi soggetti che si sono attivati già nel 2010 perché ciò fosse possibile. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che ha sostenuto sia la realizzazione dell’edizione a stampa del volume, pubblicato nel 2010, sia quella del sito web.

Il lavoro archivistico ha permesso di ricostruire il processo di formazione dell’archivio studiandone il meccanismo di gestione, riconducendo in unità documenti dispersi, ripristinandone l’ordine originario e fornendo nuovi strumenti interpretativi.

Il sito web, realizzato da Mediagraf Lab e curato dalla professoressa Giorgetta Bonfiglio Dosio, permette ora agli studiosi e ai semplici curiosi di navigare facilmente nell’immensa mole dell’archivio utilizzando diverse modalità di ricerca: in modo strutturato seguendo la sequenza delle serie archivistiche oppure in modo puntuale partendo dal nome di una persona, di una località, di un’istituzione, di un autore. In più, rispetto all’edizione cartacea, l’inventario online presenta numerose riproduzioni di documenti, in genere almeno uno per ciascuna serie archivistica, tutte illustrate e spiegate in apposite didascalie. Tale disponibilità di riproduzioni è particolarmente utile per la parte cartografica, che riguarda soprattutto il territorio di Anguillara Veneta, e per quella iconografica, grazie alla quale è possibile ripercorrere, anche visivamente, le vicende di abbellimento decorativo dell’Otto-Novecento all’interno della basilica.

* Pesca sostenibile, l’impegno concreto di Rio mare

Rio Mare, in prima linea per la tutela degli Oceani, ha raggiunto oltre il 50% di pesce
proveniente da pesca sostenibile dopo un anno di partnership con WWF.


L'incontro “Insieme per gli Oceani”, si è tenuto lo scorso 20 giugno alla presenza di Isabella Pratesi (Direttore Conservazione WWF Italia),  Audun Lem (Deputy-Director, FAO Fisheries and Aquaculture Department), Alex Bellini (esploratore), Sandro Carniel (Oceanografo, Primo Ricercatore presso l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Venezia), Stefano Pogutz (Tenured Faculty Bocconi School of Management), Antonio Di Natale (Esperto di pesca internazionale) e Luciano Pirovano (Sustainable Development Director di Bolton Food).
Durante l’appuntamento si è discusso sullo stato di salute degli oceani e sugli interventi conservativi necessari per la loro tutela. Bolton Food – attraverso il brand Rio Mare – ha annunciato di aver raggiunto, a un anno dalla firma della partnership internazionale con WWF Italia e WWF International, il 52,4% del tonno proveniente da fonti sostenibili, pescato cioè in fishery certificate MSC o interessate da solidi progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects – FIPs).
L'impegno con questa importante associazione ambientalista del mondo porterà l’Azienda a rifornirsi entro il 2024 esclusivamente di tonno certificato MSC o proveniente da solidi progetti di miglioramento della pesca (Fishery Improvement Projects, o FIPs) e ad incrementare la trasparenza e la tracciabilità lungo la catena di fornitura.La partnership prevede anche il supporto al progetto di conservazione di WWF che coinvolge Tetepare Island, conosciuta come “l’ultima isola selvaggia” dell’arcipelago delle Isole Salomone. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento legale di Tetepare Island e delle acque circostanti l’isola come “Area protetta” all'interno del “National Protected Areas Act” delle Isole Salomone, grazie anche al coinvolgimento della comunità locale.

L’attenzione per il sociale

L’attenzione posta all’ecosistema marino e all’ambiente nel quale Rio Mare opera riguarda anche tutte le persone e le comunità coinvolte lungo la filiera produttiva, sia i propri dipendenti sia quanti partecipano alle attività aziendali in paesi lontani. Tutto il personale Rio Mare e tutti i fornitori con i quali l’Azienda lavora devono condividere i valori guida e le linee operative riassunti nel Codice Etico e nella Politica sui Diritti Umani del Gruppo Bolton, di cui Bolton Food, e quindi Rio Mare, è parte. Il modello di gestione dei propri approvvigionamenti e delle proprie produzioni è improntato alla filosofia della sostenibilità e della generazione di valore condiviso lungo tutta la filiera produttiva, dai luoghi di approvvigionamento della pesca fino ai consumatori finali chiamato Filiera Responsabile. 
 


Per approfondire: