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CowWiew monitora il benessere delle vacche da latte

Una branca di ricerca del progetto europeo per la zootecnia di precisione (EU-PLF) sta studiando la possibilità di impiegare dei sistemi di posizionamento delle vacche da latte all’interno di ambienti chiusi in cui gli animali abbiano libertà di movimento.

Il sistema oggetto di studio è CowView, sviluppato dall’azienda tedesca  GEA Farm Technologies, e a condurre la ricerca è INRA, l’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca in Agricoltura.
CowView è un sistema in grado di monitorare l’animale 24h al giorno, per 7 giorni alla settimana e per 365 giorni l’anno (sistema 24/7/365). CowView è uno dei metodi disponibili sul mercato per il monitoraggio del bestiame con libertà di movimento. In particolare, il collare sviluppato da GEA per le vacche da latte raccoglie informazioni su ciascun capo 24/7 (24 ore al giorno per 7 giorni) e quindi fornisce altre utili indicazioni, tra cui l’estro e l’eventuale presenza di malattie.
Per ottenere tutte le informazioni desiderate CowView si avvale di sensori posizionati nell’ambiente e sul collare di ciascun capo. Dal monitoraggio in continuo dei movimenti e del comportamento di ciascun animale, si evincono eventuali cambiamenti nelle abitudini alimentari o comportamentali che generano degli allarmi direttamente recapitati all’allevatore via smartphone, tablet o pc.
Il sensore di posizione permette inoltre di individuare immediatamente l’animale da sorvegliare anche in mezzo a 2000 altri capi di bestiame.

La ricerca, oltre all’applicabilità del sistema di monitoraggio indoor, si propone di approfondire la conoscenza sul benessere animale e sulla produttività, in modo da ottimizzare le nuove applicazioni della zootecnia di precisione e massimizzarne la resa. L’indagine è cominciata a maggio 2014 nella fattoria di Theix in Bretagna e si protrarrà fino alla fine del 2016.
La fattoria di Theix alloggia 48 vacche libere di muoversi; sono presenti diversi cubicoli, le mangiatoie sono individuali e provviste di sensori per il monitoraggio della quantità di cibo ingerita e gli abbeveratoi sono anch’essi muniti di sensori per quantificare la quantità di acqua consumata. Nella stalla sono presenti inoltre altri sensori ambientali per monitorare altri parametri, tra cui le emissioni di metano. Ad ogni capo è stato applicato un collare e la posizione delle vacche viene calcolata usando una triangolazione passiva dei segnali emessi dal collare. Le informazioni vengono quindi inviate ad un processore centrale (hub).
L’INRA ha cominciato a raccogliere i dati a maggio scorso e la grande quantità di dati raccolti ha reso necessaria la creazione di nuovi modelli per la gestione e lo sviluppo dei dati.
Molti problemi sono stati riscontrati a causa della tipologia della stalla di Theix: i cubicoli in legno sono separati e i soffitti sono bassi. Tali caratteristiche hanno abbassato la qualità del segnale di posizionamento e, nonostante alcune opportune manipolazioni al software, i dati raccolti non sempre hanno la precisione desiderata. La ricerca quindi si sposterà entro la fine dell’anno a Marcenat, Monts d’Auvergne (Francia) in un luogo più idoneo, costruito con materiali alternativi (non legno) in modo da non interferire con la trasmissione dei segnali. Inoltre, viste le problematiche riscontrate a Theix, si provvederà a posizionare meglio sia le mangiatoie e gli abbeveratoi all’interno nella stalla, sia la posizione stessa del tag trasmettitore sul collare. Infatti dati gli spazi ristretti e il grande numero di animali (questa stalla ospiterà 168 capi) è necessaria una notevole precisione del segnale per identificare senza dubbio l’attività di ogni singolo capo.
In questa nuova stalla tutta la tecnologia verrà potenziata e si installerà anche una linea per l’analisi del latte.

 

Per saperne di più:
EU-PLF
GEA Farm Technologies

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L’appello dell’Europa alle PMI per una agricoltura più sostenibile

SmartAgriFood e ICT-Agri sono due Istituzioni europee nate con lo scopo di incentivare l’impiego di tecnologi informatici in agricoltura, la prima, e di riunire le ricerche nel settore dell’agricoltura sostenibile per poter fornire un indirizzo unico e valido per tutti gli agricoltori europei, la seconda.

SmartAgriFood e ICT-Agri hanno pubblicato due bandi che offrono nuove e interessanti opportunità agli imprenditori, inclusi quelli agricoli, che  nella tecnologia e nel web vedono un futuro per un’agricoltura sostenibile.
I bandi sono relativi a: 

  • il finanziamento di progetti innovativi riguardanti la informatizzazione del settore agricolo;
  • la richiesta di esperti nel settore agricolo, informatico e/o gestionale. 

 

Col primo bando SmartAgriFood finanzia imprenditori, che operano nel web o nelle PMI, che propongano applicazioni tecnologiche nuove o innovative da poter applicare all’agricoltura. Le applicazioni proposte devono impiegare la tecnologia FIWARE e devono essere diffuse tramite la piattaforma FIspace.

I progetti debbono riguardare  almeno uno dei seguenti argomenti:

  • terreni arabili: colture annuali estensive in campo aperto;
  • orticoltura: produzione di fiori (orchidee incluse), frutta e verdura in ambiente protetto o, su piccola scala, colture simili in campo aperto;
  • allevamenti: allevamenti all’aperto, in stalle o in sistemi misti.

I progetti devono fornire soluzioni intelligenti per operazioni specifiche relative ad azioni manuali o di gestione. Possono proporre anche soluzioni completamente innovative su come migliorare soluzioni già esistenti, ma in entrambi i casi devono prevedere l’uso di una piattaforma internet.
I fondi a disposizione ammontano a 4 milioni di euro.
La collaborazione tra SmartAgriFood e ICT-AGRI rende disponibili ulteriori 1.8 milioni di euro per pagare consulenze e servizi di supporto alle PMI premiate.

Le domande devono essere presentate entro il 15 novembre 2014.
Per maggiori dettagli
cliccare su Call for Services and Applications for Smart Agriculture.

Per quanto riguarda il secondo bando, SmartAgriFood e ICT-AGRI cercano esperti da inserire nel proprio roster che abbiano comprovata esperienza in almeno uno dei seguenti settori:

  • infrastrutture informatiche e tecnologia FIWARE;
  • impiego di tecnologie informatiche nel settore agroalimentare;
  • valutazione dei progetti con un ottica di applicazione commerciale.

Le domande debbono essere presentate entro il 31 ottobre 2014; la selezione avverrà nella prima metà del mese di novembre.
Il compito degli esperti sarà quello di valutare i progetti presentati all’interno del bando citato in precedenza (Call for Services & Applications for Smart Agriculture).
Ogni esperto dovrà valutare circa 5-10 progetti e ciascun progetto sarà valutato da tre esperti diversi per coprire le tre aree di progetto.
È richiesta una dichiarazione di assenza di conflitto di interesse con i progetti presentati.
Agli esperti verrà fornita una diaria di 450 euro/giorno.
Gli esperti selezionati verranno contattatati entro il 15.11.14.
Per maggiori informazioni cliccare su Call for smart agri-food expert.

Per saperne di più:

ICT-Agri
SmartAgriFood
FIWARE
FIspace
Register as evaluation expert

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Nuovi microrganismi del suolo contro i gas serra

I ricercatori dell’INRA (Insitute National de la Recherche Agronomique – Istituto Nazionale Francese per la Ricerca in Agricoltura) di Digione hanno pubblicato questo settembre, sulla rivista Nature Climate Change, i risultati di una loro ricerca svoltasi in collaborazione con omologhi svedesi e irlandesi, sulla diversa capacità dei suoli a ridurre l’ossido nitroso (N2O) trasformandolo in azoto atmosferico (N2).

L’ossido nitroso (N2O) è uno dei principali gas ad effetto serra insieme con il biossido di carbonio (CO2) e il metano (CH4), inoltre è uno dei responsabili della distruzione dello strato di ozono. L’ecosistema terrestre contribuisce per circa il 70% alle emissioni di N2O di cui almeno il 45% sono collegabili ai prodotti azotati impiegati nel comparto agricolo (fertilizzanti, reflui di allevamento, letame, residui di colture…).
Per poter riuscire a diminuire le emissioni di N2O e quindi  arrivare ad un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente, è importante capire non solo il processo implicato nella produzione di questo gas, ma anche della sua eliminazione.
I ricercatori dell’INRA, in collaborazione con i colleghi svedesi e irlandesi, hanno analizzato 47 tipi diversi di suoli prelevati in tutta Europa e hanno potuto verificare le disparità esistenti tra i vari suoli relativamente alla capacità di assorbire ed eliminare N2O.
Contrariamente a quanto avvenuto per altri gas ad effetto serra, quali il biossido di carbonio o il metano, la capacità dei suoli di intrappolare e eliminare l’N2O è stata, fino ad oggi, molto poco studiata.
Gli studi svolti hanno messo in evidenza che la variabilità del suolo nella capacità di assorbire N2O è collegabile alla presenza di un gruppo di microrganismi scoperti e identificati solo nel 2013 proprio da questo stesso gruppo di ricercatori. Al momento della scoperta però non si era capito il ruolo di questi microrganismi nell’intrappolamento di N2O, messo invece in dovuta evidenza in quest’ultimo studio.
La ricerca ha messo in risalto come la diversità e l’abbondanza di questi nuovi microrganismi siano di fondamentale importanza per la capacità del suolo di ridurre l’ N2O, trasformandolo in azoto atmosferico (N2), gas inerte che rappresenta circa i 4/5 dell’aria che respiriamo e che non ha nessun impatto sull’ambiente.

I ricercatori hanno  analizzato i suoli e hanno evidenziato quali siano le proprietà chimo-fisiche caratteristiche dei suoli favorevoli allo sviluppo di questi microrganismi.
Grazie a un approccio di tipo meta-genomico comprendente l’analisi di alcune centinaia di migliaia di sequenze di DNA, hanno inoltre identificato diversi gruppi di microrganismi capaci di venire impiegati come bioindicatori relativamente alla capacità dei suoli europei a trasformare l’ N2O in N2.

L’insieme di questi risultati sottolineano l’importanza della biodiversità dei microrganismi del suolo per il funzionamento del suolo stesso e dei relativi servizi ambientali.
La ricerca ora continua per identificare quali pratiche agricole possano stimolare la crescita di questo gruppo di microrganismi consumatori di N2O per auspicare una futura produzione agricola durevole e sostenibile.

Questa ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto europeo EcoFINDERS con il sostegno della Regione della Borgogna e dell’Ambasciata di Francia in Irlanda.

Per saperne di più:
INRA
Nature Climate Change
Progetto EcoFINDERS