Articoli da inserire nella Newsletter del PSR Lombardia

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Finanziamenti per i prodotti agricoli dall’Europa e dalla Regione Lombardia

Per promuovere i prodotti agricoli nell’Unione europea e nei paesi terzi, la Commissione europea ha approvato 20 programmi, per lo più di durata triennale, con una dotazione finanziaria complessiva di 46,5 milioni di euro, di cui 23,3 milioni a carico dell’UE. I programmi selezionati coprono varie categorie di prodotti, come i prodotti di qualità (DOP, IGP e STG), i prodotti biologici, gli ortofrutticoli, il vino, il latte e i prodotti lattiero-caseari, i fiori, gli ortofrutticoli trasformati, cereali e riso trasformati, l’etichettatura delle uova, nonché le combinazioni di diverse categorie di prodotti. Le regioni e i paesi terzi interessati sono: America del Nord, Russia, Cina, Medio Oriente, Asia sudorientale, India, America latina, Norvegia, Azerbaijan, Bielorussia e Turchia.

Sono stati selezionati 20 programmi: 12 riguardanti il mercato interno e 8 i paesi terzi.

L’Italia riceverà, dei 23,3 milioni di euro totali, 5,8 milioni per promuovere i prodotti agricoli made in Italy. Le aziende destinatarie, incluse direttamente nei progetti, sono: Federbio, Bioagricoop, Consorzio Prosciutto San Daniele, Consorzio Prosciutto di Parma, Consorzio Grana Padano e Consorzio Montasio.

L’inclusione del vino e dei prodotti della pesca e acquacoltura tra i beneficiari delle misure di promozione e l’innalzamento del livello di partecipazione finanziaria dell’Unione fino all’80% delle spese ammissibili sono alcune delle novità.

La Regione Lombardia ha annunciato la riattivazione della Misura del “credito di funzionamento”, uno strumento di sostegno che prevede il concorso nel pagamento degli interessi sulle operazioni di credito effettuate dalle banche, mettendo a disposizione un primo plafond di circa 3,5 milioni di euro. L’aiuto è riservato alle imprese agricole con sede operativa nel territorio lombardo, con priorità di accesso per quelle operanti nei territori interessati dal sisma del 20 e del 29 maggio 2012. Sono autorizzate a operare le banche aderenti al regolamento predisposto da Finlombarda, a cui è stata affidata la gestione del fondo. Le domande di finanziamento potranno essere presentate dal 17 marzo 2014 fino ad esaurimento della disponibilità finanziaria. L’impresa può rivolgersi a uno degli istituti di credito convenzionati con Finlombarda.

Il finanziamento è destinato a sostenere il fabbisogno per il funzionamento aziendale, con un importo ammissibile a contributo tra i 20 e i 100mila euro. La durata del finanziamento è compresa tra 24 e 60 mesi, comprensiva dell’eventuale periodo di preammortamento della durata massima di 12 mesi. Il contributo è determinato sull’importo del finanziamento ammesso all’agevolazione ed è pari all’abbattimento del 2% del tasso di interesse applicato dalla banca al prestito erogato e comunque non superiore al tasso stesso applicato all’operazione. Il finanziamento viene erogato direttamente da Finlombarda all’impresa avente diritto.

Per saperne di più:

Europa
Finlombarda
Agricoltura News
Federbio
Bioagricoop
Consorzio Prosciutto San Daniele
Consorzio Prosciutto di Parma
Consorzio Grana Padano
Consorzio Montasio

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Evaporazione sotto vuoto del digestato per tagliare i volumi dei reflui

La zootecnia intensiva ha un forte impatto ambientale e in zone di allevamento intensivo, quale la pianura padana, lo smaltimento dei reflui rappresenta un grosso problema. I liquami sono quelli che danno maggiori problemi in quanto presentano livelli elevati di azoto e fosforo. Entrambi questi composti, se dispersi nell’ambiente in quantità eccessive, portano alla contaminazione dei corpi acquiferi sotterranei. La concentrazione di azoto rilasciabile nell’ambiente è regolamentata dalla Direttiva 912/676/CEE, recepita con il D.M. 07/04/2006 n. 209.

I vincoli stringenti sullo spandimento in campo dei liquami stanno forzando gli allevatori a trovare metodi alternativi, anche perché esiste una presenza diffusa di allevamenti “senza terra” o con un’insufficiente dotazione di terreni dove poter spandere il liquame.
Si è quindi incominciato a trattare i reflui zootecnici (sia liquidi sia solidi) con metodi che possono essere di tipo:

  • Conservativo: il contenuto di azoto rimane inalterato. L’azoto quindi è semplicemente concentrato o trasformato qualitativamente.
  • Riduttivo: il contenuto di azoto viene ridotto. Una parte di azoto viene allontanato come azoto gassoso.

Attualmente le soluzioni maggiormente diffuse per il trattamento dei reflui solidi consistono nel trattamento distruttivo di combustione e nei trattamenti conservativi di stoccaggio, compostaggio / biostabilizzazione aerobia, a cui si possono aggiungere processi di rifinitura come la pellettizzazione. In aziende zootecniche di grandi dimensioni si usa la digestione anaerobica con produzione di biogas che viene poi impiegato per la produzione di energia elettrica e termica.

Gli effluenti liquidi sono trattati con sistemi conservativi (separazione solido/liquido S/L), filtrazione su membrane, evaporazione sotto-vuoto, strippaggio, digestione anaerobica) o riduttivi (rimozione biologica dell’azoto).
Tra i metodi conservativi, solo la digestione anaerobica lascia invariati concentrazione di azoto e volume dell’effluente. Tutti gli altri processi conservativi ripartiscono l’azoto in due frazioni, di cui una a volume ridotto e a maggiore concentrazione in nutrienti. Questa frazione può essere utilizzata tal quale sui terreni (utilizzo agronomico diretto), oppure valorizzata, immettendola sul mercato come concime o ammendante organico (utilizzo agronomico indiretto); in entrambi i casi con il vantaggio di aver ridotto il volume e di conseguenza i costi di trasporto e distribuzione.
Nei processi riduttivi, in generale, si trasforma l’azoto in azoto molecolare gassoso, lasciando invariato il volume dell’effluente.
La riduzione del fosforo contenuto negli effluenti zootecnici risulta invece più complessa, in quanto può unicamente passare nella frazione solida separata, a volume ridotto.

Una tecnica molto seguita dall’Università di Padova, Dipartimento per il Territorio e Sistemi Agro-Forestali TESAV, è quella dell’evaporazione sotto vuoto del digestato.
Il meccanismo prevede una digestione anaerobica del refluo. L’energia liberata nel processo di autoconsumo viene impiegata per il successivo riscaldamento in fase di evaporazione sotto vuoto. L’evaporazione comporta il riscaldamento del liquido all’interno di una caldaia a cui viene applicato il vuoto. L’applicazione del vuoto artificiale permette di evaporare il liquido ad una temperatura più bassa, ovvero a circa 37°C al posto di 100°C.
Le sperimentazioni effettuate hanno messo in evidenza che con l’evaporatore è possibile ottenere un concentrato al 10-14% di secco, con una riduzione volumetrica del 50-60%. L’evaporatore ottimale ha una tipologia a parete raschiata. Il concentrato ottenuto ha come destinazione finale primaria la distribuzione agronomica ma, grazie al volume ridotto, può essere trasportato anche a distanze maggiori a condizioni economiche accettabili; inoltre, grazie alle elevate concentrazioni in nutrienti, si presta ad essere valorizzato nell’industria dei fertilizzanti.
Il distillato presenta una concentrazione di azoto di circa 2700mg/l e in gran parte in forma ammoniacale, con solidi (sospesi e totali) e fosforo solo in tracce. A causa dell’alta concentrazione in azoto ammoniacale, il distillato non è direttamente scaricabile né in acque superficiali né in fognatura. Bisogna quindi prevedere un trattamento che comporti un’ulteriore separazione tra un liquido concentrato in sali d’ammonio valorizzabile nell’industria dei fertilizzanti e un liquido a basso contenuto di azoto scaricabile in modo da ridurre il costo di stoccaggio e di trasporto per la distribuzione agronomica.
La sperimentazione dell’Università di Padova, è iniziata nell’ambito del progetto Metadistretto della zootecnia del Veneto, e quindi ha proseguito con il Progetto RiduCaReflui, promosso dalla Regione Veneto. A sperimentazione terminata, le prove stanno continuando su un impianto pilota in collaborazione con la ditta Saita srl. L’impianto potrebbero essere commercializzato a breve.

Per saperne di più:

 

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Un kit per la lotta integrata a diposizione degli agricoltori

Con la direttiva europea n. 128 del 2009, la Comunità Europea regola l’uso dei pesticidi e indirizza gli stati membri verso un’agricoltura sostenibile con un approccio integrato alla lotta alle infestazioni. La tecnica della lotta integrata (IPM – Integrated Pest Management) coinvolge l’uso in sinergia di tecniche biologiche, genetiche e agronomiche al fine di sconfiggere parassiti (malerbe, batteri, virus, insetti e funghi) evitando così di ricorrere ad un uso intensivo di pesticidi.

La difficoltà, a tutt’oggi, sta nella corretta conoscenza, diffusione e implementazione tra gli agricoltori di queste nuove pratiche. A tale scopo l’Unione Europea sta finanziando il progetto PURE.
PURE è in funzione dal 2011 e si chiuderà nel 2015. Lo scopo principale è quello di offrire soluzioni pratiche e sostenibili per ridurre la dipendenza dai pesticidi nella maggior parte dei sistemi agricoli europei. Lo scopo vero è quello di fornire agli agricoltori una “cassetta degli attrezzi per la lotta integrata” . Coordina il progetto l’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca in Agricoltura (INRA), l’Italia partecipa con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Il progetto pone maggiore attenzione alle coltivazioni più diffuse in Europa, quali: grano, mais, orticole in pieno campo, alberi da frutto, vite e pomodori coltivati in serra.
Gli scienziati stanno testando diverse soluzioni in dieci paesi Europei. In Italia ci sono 8 siti sperimentali e 20 prove in campo in aziende agricole.
Le sperimentazioni vanno dallo studio delle semine scalari (o anche false semine)  come risposta ad un’emergenza parassitaria, all’impiego di specie resistenti o tolleranti ad alcuni aggressori biologici fino al rilascio di insetti predatori all’interno delle serre.
Nuove tecnologie sono al vaglio, come campionatori d’aria in grado di prevedere l’arrivo di patogeni per via aerea, oppure il rilascio di ferormoni per disturbare l’accoppiamento. Le tecnologie che si dimostrano più efficaci in laboratorio saranno poi sperimentate su campo.
Sarà avviato uno studio dettagliato dei costi, per considerare il rapporto costi/benefici e il benessere di tutti gli operatori del settore.
Gli aspetti economici sono cruciali: stimare correttamente la soglia di tolleranza aiuta a defiire l’opportunità del trattamento. Il corretto monitoraggio di questa soglia è importante e per questo servono degli strumenti di campionatura adeguati e a portata degli agricoltori.
In allegato è possibile consultare l’ultimo manuale pubblicato con i risultati fin’ora ottenuti.

La diffusione dei dati di PURE è affidata anche al Centro d’informazione ENDURE, (ENDURE IC). Questo Centro è attivo già da anni nella diffusione di informazioni sulla protezione delle piante; nel sito si possono consultare possibili modalità per una protezione sostenibile delle colture in agricoltura. ENDURE IC è un punto di riferimento su tutti gli aspetti della gestione integrata dell’agricoltura, al fine di migliorare la conoscenza di esperti del settore, fornire consigli e suggerimenti ai servizi di divulgazione, ai consulenti ed ai ricercatori. Gli utenti del sito possono ricercare una combinazione tra coltura/organismi nocivi o malattie e paese di origine. I risultati della ricerca offrono una selezione di misure di prevenzione di qualità europea (European Best Practices) con interventi validati di Integrated Pest Management (IPM), controllo chimico dei parassiti e delle malattie così come le alternative non chimiche, come misure di controllo biologico.

Tuttavia la diffusione di nuove pratiche agronomiche passa anche attraverso l’esempio, rimane quindi necessario da parte dei governi il prendere le misure necessarie al fine di agevolare il passaggio soprattutto di aziende leader di settore che vengono spesso prese a riferimento.

Per saperne di più:

CommNet – Communicating the Bioeconomy
European Research Media Center
Progetto “PURE
INRA
ENDURE Information Center