monti arcani

ATLANTE DEI MONTI ARCANI – Storie e miti del mondo verticale

88 tavole e relativi approfondimenti con immagini ad acquarello 


Le montagne, solitarie o unite in catene, raccontano la storia della Terra dalla sua nascita, 4,5 miliardi di anni fa, fino al nostro tempo. Le trasformazioni geologiche e morfologiche hanno permesso l’evolversi delle diverse forme di vita fino alla comparsa dei Sapiens. Sono proprio i Sapiens che scelgono i rilievi per vivere utilizzando grotte e caverne ma anche per innalzarsi verso l’alto per “guardarsi” intorno. E ancora oggi, di fronte a una montagna viene naturale chiedersi: ma quanto è alta? Raramente ci si chiede quanto affonda le sue radici nella crosta. Se così fosse il Mauna Kea nelle Hawaii toglierebbe di gran lunga il primato all’Everest. L’autore nel suo Atlante disvela arcani legati alla mitologia, alle tradizioni, alle divinità, narrando per ciascun rilievo dalla Masada all’Everest storie e leggende.
Percorrendo il globo terrestre a tutte le latitudini e longitudini, Marcarini individua montagne appartenenti a catene montuose note ma anche cime isolate e sconosciute ai più come l’unica montagna della Lituania Aukštojas alta 294 m geomorfologicamente collina. Il piccolo rilievo non aveva nemmeno un nome fino al 2005, e non compariva nelle carte topografiche. L’idea del nome viene da un professore della facoltà di Storia di Vilnius e si riferisce alla divinità lituana considerata creatrice del mondo e amministratrice della morale e della giustizia.
Il Madagascar invece lo conosciamo tutti. Di questa grande isola sappiamo che è quanto rimane della Lemuria, leggendario continente che univa l’Africa all’India. L’autore nella breve scheda si concentra nella storia umana dei nativi delle diverse etnie. In particolare dei Betsileo che vivono sugli altopiani a sud est dell’isola ai piedi della montagna sacra Pic Ambondrombe alta 1936 m. Al termine del viaggio terreno i Betsileo liberano due anime: una che sale al cielo verso la vetta del Pic e una che continua a vagare nel villaggio. A conferma che l’altezza individua la sede del divino.
Più vicino a noi nelle dolomiti bellunesi si innalza il Monte Pore 2405 m. Conosciuto fin dal medioevo perché si coltivavano le miniere di siderite manganesifera, contese tra i tirolesi e i cadorini per la preziosità del materiale usato per forgiare armi e gioielli. Questa è storia scritta. Ma il monte Pore nasconde un arcano che ricorda la fiaba di Biancaneve e i sette nani. Si racconta che quando una vena si esauriva una fanciulla vergine e bella veniva isolata all’interno della miniera per sette anni. Aveva il compito di trasferire alla roccia la sua vitalità ed energia per rinvigorire la vena metallifera. Questa leggenda ha un fondamento di verità e possiamo immaginare che il minerale esaurito rimanesse tale e che nelle vene della fanciulla il sangue non scorresse più, non si racconta infatti di un principe salvifico. La struttura del volume, costituito da 88 tavole che forniscono un quadro geografico preciso e puntuale, permette una lettura passo, passo, meta dopo meta. Ogni tavola, infatti, è completata nella sezione approfondimenti e figure ad acquerello da una guida con opportune indicazioni per raggiungere ciascun sito.
Leggende, storie, miti, arcani trasferiscono alla conoscenza storica e geografica sempre presente, una dimensione che merita di essere disvelata.

Alberta Vittadello