Cercare il sole. Dopo Fukushima
“Cercare il Sole” è un titolo emblematico. Cerchiamo il sole al mattino per decidere se andare al mare, lo aspettiamo d’inverno per averne almeno la luce e, da qualche anno a questa parte, cerchiamo di catturarne l’energia termica e luminosa per trasformarla in altre forme di energia di cui la nostra società è così vorace.
Questa cattura è ancora troppo limitata e si continuiamo a consumare fonti energetiche fossili.
Questo testo nasce da interrogativi
– cosa accadrebbe se i paesi in via di sviluppo utilizzassero il nostro modello basato su petrolio e carbone?
– Quanto durerebbero ancora le risorse?
– E riuscirebbe il pianeta a metabolizzare le enormi quantità di gas serra che verrebbero scaricate nell’atmosfera già compromessa dai livelli di CO2 attuali?
Nessuna delle civiltà che hanno preceduto l’attuale ha lasciato segni così pesanti nell’ambiente tanto da minacciare l’equilibrio dell’ecosistema. È necessario ripensare allo sviluppo declinandolo non solo in senso economico ma come qualità della vita. Pensare che sviluppo significhi solo aumento di produzione e consumi è miope e può compromettere definitivamente l’avvenire delle future generazioni.
L’analisi fatta dai due autori parte dal concetto di Energia come bene comune, necessario alla vita nelle attuali civiltà. La differenza sta nella scelta, ormai non più procrastinabile, delle fonti dalle quali si produce energia. Le fonti fossili sono esauribili ma soprattutto compromettono l’ambiente e debbono essere sostituite il prima possibile da fonti rinnovabili. La politica energetica italiana in particolare pone interrogativi sostanziali e non basta la chiara presa di posizione dei cittadini che all’ultimo referendum hanno ribadito il no al nucleare; è necessario aprire la strada al Sole, ovvero alla centrale nucleare più potente cui possiamo attingere … a debita distanza e senza problemi di scorie e gestione.
Attualmente il nostro paese dipende dall’importazione di petrolio, carbone e gas da paesi terzi, come Algeria, Russia, Libia, Indonesia. Oltre ai costi economici e ambientali è da sottolineare l’incertezza delle forniture dovuta all’instabilità politica e sociale di molti dei nostri fornitori.
Nell’ultimo capitolo gli autori danno l’immagine di quanto possa essere desiderabile e vantaggioso un paese “solare”.
La riconversione ecologica dell’economia partendo dal sole rappresenta davvero un’opportunità per affrontare l’emergenza ambientale ma anche per dare risposte ai problemi occupazionali creati dalla crisi economica. Un testo che unisce didattica scientifica a spunti di riflessione sulle politiche di gestione del nostro paese e sulle scelte individuali. (A.V.)