Frugoni- donne medievali

DONNE MEDIEVALI. Sole, Indomite, avventurose

200 pagine di illustrazioni a colori, edizione rilegata


“Sole, indomite, avventurose”, il sottotitolo che compendia tutto l’assunto del libro. 
In ombra o del tutto oscurate, abusate, trattate come animali o poco più, le donne medievali nel mondo della Chiesa e in quello laico erano soggiogate dall’autorità ecclesiale e familiare. In Chiesa tacciano, scrive San Paolo, in famiglia passavano dall’autorità del padre e dei fratelli a quella dei mariti. Si chiedeva loro soltanto di proliferare e servire. Erano costrette all’analfabetismo, a meno che non intraprendessero la vita monastica dove le monache e le vedove che rinunciavano ad avere un uomo accanto a sé avevano la possibilità di esprimere la loro personalità e per pregare dovevano saper leggere. Tanto più elevata la condizione sociale delle donne, tanto più drammatica la loro vita: erano destinate a matrimoni combinati fin da bambine o al monastero perché non venisse disperso il patrimonio familiare. Nella letteratura religiosa maschile, soprattutto monastica, la donna, dice Frugoni, non è altro che la proiezione del desiderio colpevole dell’uomo. Nel volume, a testimonianza, anche diversi dipinti e miniature sulla tentazione e il peccato di Adamo ed Eva. Gesù però ha dato alle donne dignità, fiducia, autorità, tra gli esempi quello della Samaritana, mentre nella Istituzione ecclesiale non hanno neppure la facoltà di parlare, Paolo aveva tolto loro la parola in Chiesa.
In questo contesto indistinto, tuttavia, non mancarono donne “indomite e avventurose” che, emerse dall’anonimato, hanno lasciato una testimonianza importante del loro passaggio nel mondo, con influenze fino a noi. Sono cinque quelle scelte dalla Frugoni. Una di queste è “Radegonda. Da regina a monaca”. Chiara Frugoni per la sua biografia segue le fonti del poeta Venanzio Fortunato e della monaca Baudonivia. Radegonda di Poitiers, morta nel 587, moglie del re dei Franchi Clotario I, fuggita dalla reggia del marito dove domina la violenza, si fa monaca, si dedica a curare la gente povera del luogo, gli ammalati di lebbra, i più derelitti, diventa una tenace penitente, vive in stato di santità, compie miracoli da viva, ha sete sfrenata di reliquie, raccogliendone quante più ne poteva, “nuova Elena” la chiama la Frugoni. Una larga serie di miniature ci aiutano a capire tutto il complesso percorso della sua vita. Fu una donna forte e libera dai tanti condizionamenti femminili del suo tempo, e riuscì ad esercitare una funzione sociale e anche culturale. Aspetti che conosciamo soprattutto dalla biografia di suor Baudonivia. Le altre storie del volume: Matilde di Canossa e la Papessa Giovanna, la cui esistenza è quasi sicuramente una leggenda; Christine de Pizan e Margherita Datini.
Christine de Pizan fu educata alle lettere e alle scienze dal padre, un medico bolognese molto colto, che riversò forse su di lei quanto avrebbe desiderato in un figlio maschio, mentre stranamente la madre ne voleva fare una buona padrona di casa. Divenuta vedova a 25 anni, si salvò da un disastro economico grazie al suo profondo bagaglio culturale. Fu a capo di copisti e miniatori, divenne letterata di professione, tra le sue opere “La città delle dame “dove fa dei ritratti crudi e amari di donne maltrattate e calunniate.
Margherita Datini, una donna inizialmente analfabeta, per non continuare a dettare a un estraneo le lettere destinate al marito lontano, impara a leggere e scrivere potendo così seguire attivamente i  traffici commerciali del coniuge e comunicare intimamente con lui.
Il saggio di Chiara Frugoni, storica e medievalista, è ricco di dati e, nonostante la complessità della documentazione, ha il pregio di una scrittura profonda e insieme leggera. Riporta numerosissimi mosaici, miniature, tavole, affreschi, disegni, moltissimi da lei spiegati nei dettagli, che ci aiutano a concretizzare situazioni e problemi.
Dopo la lettura viene spontaneo riflettere sul medioevo delle donne oggi in atto in famiglia, in società, nel lavoro, in politica, a livelli diversi in diverse latitudini. Quanto sarà ancora lungo il percorso di liberazione femminile da condizionamenti e pregiudizi?

Etta Artale