Il tempo di Narciso

Il tempo di Narciso. Memorie del Novecento veneto


Si potrebbe definire un libro di memorie il tempo di Narciso, ma sarebbe semplicistico. L’autore non è uno scrittore di professione ma un culture della storia e delle tradizioni contadine della provincia veronese. Come tale ha ricostruito con uno stile semplice ma ricco di sfumature la vita in una corte attingendo da archivi storici e giornali del primo novecento. Il protagonista maschile, Narciso, viene descritto come persona di grande disponibilità unita a notevole ingegno, tanto che darà alla sua famiglia la possibilità di superare la miseria delle famiglie di salariati o fittavoli da cui proveniva. La sua famiglia patriarcale potrà godere di un certo benessere relativamente alla realtà agricola pur sempre legata agli eventi atmosferici. D’interesse oramai storico sono le attività che si svolgevano all’interno della corte, quei riti domestici oramai consegnati alla memoria come l’uccisone del maiale, far salami e prosciutti, impastare e cuocere il pane e tessere rapporti umani: quella tradizione di raccontare e raccontarsi nelle serate invernali dentro la stalla, fare filò. Elementi chiave di queste memorie sono la famiglia intesa come patrimonio umano, le donne poco visibili ma sempre presenti e al lavoro. Narciso è un grande lavoratore e sa farsi rispettare per il suo senso di giustizia, per l’affidabilità e la serietà. La sua donna Angelina, lo sostiene in ogni scelta e ricopre un ruolo fondamentale nella storia della corte. L’autore descrive una realtà locale, un piccolo mondo, in cui il maggior valore è la comunità, il bene comune diventa bene individuale. Un microcosmo funzionale rispettoso dell’ambiente e delle risorse, una realtà corale, in cui il rispetto per gli uomini si trasfondeva nel rispetto per gli animali con i quali si condivideva parte del tempo. Si potrebbe dire una realtà a misura d’uomo. Gli avvenimenti politici sfiorano la corte e Narciso vuole lasciar fuori le novità provenienti dal palazzo, la mascella volitiva del duce non lo seduce, tutt’altro! Capisce, nella sua ingenuità pratica, che porterà solo sventure.

Alberta Vittadello