La breccia di Roma

La Breccia di Roma

1870: le passioni, gli inganni, il papa, il re


“In effetti la Breccia di Roma fu un evento contraddittorio, a molte facce, alcune delle quali poi caricate da enfasi retorica, altre addirittura farsesche. L’impresa non fu una grande guerra vittoriosa come spesso è stata descritta, né una rivoluzione, ma uno scontro sostanzialmente locale, durato, nella sua cruenta fase, meno di un’ora”. Questo il giudizio dell’autore che però non ritiene errato considerare un grande evento quello del 20 settembre 1870. Infatti la breccia di Roma pose fine alla secolare contesa culturale e politica sul ruolo e la funzione di Roma nel processo di unificazione nazionale. Roma da Città eterna si sarebbe trasformata in capitale laica di uno Stato moderno con in nuce tutti i problemi della Roma attuale per la corruzione, gli intrallazzi, gli imbrogli della finanza, la corsa incontrollata alla speculazione edilizia e all'arricchimento personale, che iniziarono ben presto.
La lettura è avvincente grazie alle doti personali dell’autore, giornalista e divulgatore esperto. Insieme alle fonti storiche, i documenti politici e sociali, sono presenti illuminanti aneddoti, racconti, giudizi di letterati quali Romualdo Bonfantini e Alfredo Orsini, o le cronache di giovani inviati da tutta Europa a seguire le vicende dello scontro tra il papa e il re. L’autore ricostruisce i fatti, racconta come funzionava lo Stato papale, come vivevano i ricchi e i poveri, quale fosse il ruolo del clero e dei protettori armati stranieri, come proseguì la storia di Roma con il suo popolarsi di “gente nuova” venuta da fuori e la difficoltà della convivenza tra la vecchia Roma pontificia e la capitale d’Italia. E la delusione di Garibaldi che per portare a Roma l’Italia e la democrazia aveva combattuto e rischiato la vita e che nel 1882, anno della sua morte esule a Caprera, aveva annotato: “tutt’altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile…in preda alla parte peggiore della nazione”.

Etta Artale