Medichesse_Erika Maderna

Medichesse.La vocazione femminile alla cura

Nel cammino della specie umana sulla Terra, fin dalla preistoria, il compito della componente femminile all’interno della società è proprio quello del “prendersi cura”. Sono le donne, infatti, che accolgono la vita come madri, allevano i figli, curano i vecchi e i malati. In quella società in cui non vi è ancora un sapere scritto, la donna fa tesoro dell’esperienza e dell’osservazione. Il suo sapere è praticato con e per i membri della tribù.

Solo al comparire delle religioni patriarcali questo sapere femminile viene avvolto da un’aurea di mistero, malamente interpretato dai maschi che lo isolano e lo relegano a pratiche non consentite: ecco che il sapere delle donne finisce nella clandestinità o appannaggio solo delle donne. Nella società greca, infatti, tutto ciò che riguardava la salute, era in mano delle donne e praticato dalle stesse.

In questo testo l’autrice percorre la storia dall’antichità preclassica al Rinascimento italiano studiando l’evoluzione della cultura medica ed erboristica femminile. Le prime protagoniste cui il lettore si avvicina curioso e rispettoso, sono proprio gli archetipi di donna guaritrice. La storia assegna alle donne ruoli diversissimi eppure sempre legati alla cura: la dea, la pitia, la maga, la levatrice, la cosmeta, l’erbaria, la medichessa, la sacerdotessa, la vestale, la badessa, la santa, l’alchimista, la strega sono profili diversi di una stessa persona.

Le molte dee nel mondo greco e poi romano, altro non sono che “pharmakides” detentrici a vari livelli di competenze e conoscenze erboristiche adatte a guarire, ma non solo.

Il lettore conosce via via i nomi e l’opera delle medichesse che hanno lasciato traccia e memoria scritta del loro operato. Come Metrodora, levatrice in epoca bizantina, V – VI secolo d.c., il cui trattato Sulle malattie delle donne, è la più antica opera di contenuto medico scritta da una donna e giunta fino a noi. Le sue ricette per il benessere femminile sono basate su specifico uso di erbe, spezie ed essenze naturali.

Cinque secoli dopo, tra il X e l’XII secolo si sviluppa la scuola salernitana grazie all’imperatore Federico II che stabilì la necessità, per i medici, di frequentare la scuola di Salerno. La partecipazione femminile a questa scuola è notevole e incentivata dalla principessa Sichelgaita di Salerno moglie di Roberto il Guiscardo. La più famosa medichessa di questa scuola è Trotula (piccola trota) de Ruggiero cui viene attribuito il Trotula major trattato sulle malattie delle donne e il Trotula minor dedicato ai trattamenti di bellezza e alla cosmetica, alla cui base sono sempre il sapere d’Ippocrate e Galeno. Sono solo due degli esempi descritti con cura e meticolosa ricostruzione storica in questo libro ricco di curiosità, piacevole da leggere, con immagini contestualizzate e disegni di essenze botaniche molto belli.