4.3 La destinazione dei fanghi di depurazione in Veneto

I fanghi biologici di depurazione possono essere avviati sia ad operazioni di smaltimento che di recupero. Sulla base delle operazioni di smaltimento e recupero elencate dal D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. parte IV si possono evidenziare le seguenti operazioni:

1) Operazioni di smaltimento – allegato B alla parte IV, Titolo I e II al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.

D1  Deposito sul suolo o nel suolo;

D8  Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a composti o miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12;

D9  Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D 12 (es. evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.)

D13 Raggruppamento preliminare prima di una della operazioni di cui ai punti da D 1 a d 12;

D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D 13;

D15 Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D 1 a D 14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).

2)  Operazioni di recupero – allegato C alla parte IV, Titolo I e II al D.Lgs. n. 152/2006 e smi:

R1  Utilizzazione principale come combustibile o come altro mezzo per produrre energia;

R3   Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio ed altre trasformazioni biologiche);

R10  Spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia;

R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 ad R 11;

R13  Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R 1 a R 12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

La figura 3  mostra la destinazione finale dei fanghi prodotti con codice CER 190805 nel quadriennio 2006-2009; nel dettaglio i diagrammi indicano i quantitativi suddivisi per anno a seconda dell’operazione di smaltimento o di recupero a cui vengono sottoposti. Le principali operazioni alle quali i fanghi vengono sottoposti sono la D8 e la R3; si evidenzia, al di là della variabilità annuale, la considerevole quantità dei fanghi che vengono sottoposti alle operazioni D8. Le quantità avviate a trattamento presso impianti di depurazione infatti oscillano tra 95.000 e 135.000 t/anno, inferiori solo a quelle destinate al compostaggio comprese tra 120.000 e 190.000 t/anno.

Questo fenomeno può essere spiegato dal fatto che i fanghi prodotti in molti impianti di depurazione di piccole dimensioni, che sono privi della sezione di trattamento fanghi o presentano una sezione incompleta, vengono prelevati e trasportati presso impianti più grandi per essere trattati nella linea fanghi. A seconda dell’impianto che li riceve, questi fanghi entrano nella linea fanghi nella fase di digestione o subiscono l’intero processo depurativo (come bottini, raramente direttamente nella linea acque). Purtroppo il sistema informativo non consente nelle elaborazioni di scorporare queste quantità di fanghi che risultano cospicue; la stima infatti risulta difficile e sarebbe auspicabile un sistema che consentisse di stabilire l’ammontare della quantità effettivamente prodotta dall’impianto di depurazione.

Lo smaltimento in discarica rappresenta una destinazione ormai residuale, principalmente per motivi economici. Infatti, i costi medi di smaltimento in discarica si aggirano sui 140-160 €/t ai quali vanno aggiunti i costi di trasporto.

Recupero

I fanghi che subiscono operazioni di recupero R3 vengono per lo più compostati o subiscono dei trattamenti di ossidazione a temperatura ambiente prima di poter essere riutilizzati a fini agronomici. Più che un vero processo di compostaggio, in alcuni impianti i fanghi subiscono una sorta di blanda biostabilizzazione al fine di ridurre il loro grado di putrescibilità. I costi medi ammontano a 70-80 euro/tonnellata.

Se si esclude l’operazione D8 che, per i motivi sopra riportati, riguarda un passaggio di trattamento intermedio di fanghi che non hanno completato il processo di formazione, dai dati relativi alla loro destinazione emerge che circa l’80-90% dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione (140-180.000 t) subisce un trattamento di compostaggio o stabilizzazione (R3) mentre solo il 10-20% dei fanghi (20-40.000 t) viene smaltito in discarica. Inoltre, dei fanghi destinati a recupero R3 solamente il 10-20% viene avviato all’utilizzo diretto a fini agronomici in agricoltura con la procedura prevista dal D.Lgs. n. 99/1992 mentre il rimanente viene trasformato in compost e utilizzato in agricoltura come ammendante.

Utilizzo agronomico

Come previsto dalla DGRV n. 2241/2005 una parte dei fanghi viene avviata ad impianti per una stabilizzazione prima di venire riutilizzata a fini agronomici: in questa fase i fanghi talvolta vengono mescolati con altri di diversa origine (agroindustriale, macellazione, cartaria, tessile, ecc.). La frazione di fanghi di origine non civile è limitata (stima inferiore al 20%). In tab. 7 si riportano i dati relativi all’utilizzo agronomico dei fanghi da depurazione in Veneto negli anni 2007-2010; i valori sono espressi in tonnellate/anno

Le figg. 4 e 5 descrivono la situazione del riutilizzo dei fanghi in agricoltura nel triennio 2007-2010, suddivisi per provincia sia con l’indicazione della quantità di fango in tonnellate che della quantità di fango per ettaro (t/ha).

Risulta prevalente l’utilizzo dei fanghi nei terreni della provincia di Rovigo rispetto agli altri territori provinciali del Veneto. In provincia di Rovigo si trovano infatti i due principali impianti di stabilizzazione in grado di gestire le maggiori quantità di fanghi. Va inoltre sottolineato che i fanghi utilizzati in agricoltura provengono da impianti di condizionamento/compostaggio che accettano anche fanghi provenienti da comparti differenti da quello della depurazione delle acque reflue, comunque compatibili con il processo biossidativo.


Figure 3  – Quantità di fanghi di depurazione avviate a operazioni di smaltimento fig.3a) e recupero (fig.3b) – 
Fonte: MUD – Servizio Osservatorio Rifiuti  – ARPAV, 2011

Fig.3a

 

Fig.3b


Tabella 7 – Quantità dei fanghi di depurazione avviati a compostaggio ed utilizzo in agricoltura
(Fonte: MUD – Servizio Osservatorio Rifiuti– ARPAV, 2011)

Anno

R3

R10

% R10 su R 3

2007

215.869,57

29.640,9

14%

2008

132.109,13

24.724,2

19%

2009

158.625,42

15.627,9

9,9%

2010

n.d.

20.745,6

n.d.

 

 Figura 4 – Quantità di fanghi (t/anno) utilizzati in agricoltura in Veneto tra il 2007 ed il 2010
Fonte: MUD – Servizio Rifiuti e Suolo – ARPAV, 2011


 

Figura 5 – Andamento della quantità per ettaro di fanghi utilizzati in agricoltura in Veneto tra il 2007 ed il 2010

 

In tabella 8 viene descritta la composizione media dei campioni di fango destinati all’uso agronomico. I  dati si riferiscono a fanghi di origine e di codice CER differente (fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue, fanghi da comparto agroalimentare, fanghi di origine zootecnica o da industria casearia).

 

Tabella 8 – Composizione media dei fanghi utilizzati in agricoltura nel Veneto – Anni 2007-2010

(Fonte: Servizio Osservatorio Rifiuti – ARPAV, 2011)

Parametro

Unità di misura

 Concentrazione

2007

2008

2009

2010

pH

 

7,8

7,19

8

7,36

Cadmio

mg/Kg ss

1

0,65

2,36 

1,56

Cromo

mg/Kg ss

129

26,32

42,76

48,33

Mercurio

mg/Kg ss

1,3

0,64

2,32

0,86

Nichel

mg/Kg ss

100

15,73

25,74

32,69

Piombo

mg/Kg ss

50

18,97

47,81

56,41

Rame

mg/Kg ss

300

123,07

120,51

259,15

Zinco

mg/Kg ss

690

270,74

596

678,36

Carbonio organico

(%)

31,9

33,08

32,7

33,69

Azoto totale

(%)

5,2

8,47

4,5

5,23

Fosforo totale

(%)

2,2

5,38

1,83

1,46

In relazione al contenuto dei parametri Sostanza Secca, Azoto, Fosforo e Carbonio organico nella tab. 9 vengono riportate le quantità unitarie apportate ai terreni con i fanghi nel quadriennio 2007-2010. I valori dei parametri indicati sono stati calcolati utilizzando le percentuali medie ricavate dalla composizione dei campioni di fango analizzati. Emerge in modo evidente che il valore dell’azoto, dopo il picco registrato nel 2008, presenta valori compatibili con le normali pratiche agronomiche a patto che non siano aggiunti concimi minerali.e di fosforo, seppur con alcune significative variazioni annuali (anno 2008), risulta tutto sommato abbastanza costante; diversa, invece, è la variabilità riscontrata per gli altri parametri presentati, anche se i valori sono mediamente molto al di sotto dei valori limite previsti dalla normativa. Tale variabilità, probabilmente, va attribuita all’origine dei fanghi ovvero all’eterogeneità delle matrici di partenza caratterizzate da composizioni chimiche differenti e dal diverso contributo delle matrici di partenza sulla composizione finale del fango.

 

Tabella 9 – Quantità unitaria (kg/ha/anno) di sostanza secca, azoto, fosforo e carbonio organico apportata ai suoli con i fanghi di depurazione
(Fonte: Servizio Rifiuti – ARPAV, 2011)

Anno

SS

N tot

P tot

C org.

2007

4.600

239

0,101

1,466

2008

4.130

396

0,251

1,545

2009

4.560

205

0,083

1,466

2010

4.780

250

0,069

1,610

Ipotizzando che la distribuzione avvenga sia in aree vulnerabili ai nitrati di origine agricola che in aree non soggette a vincoli, i valori sono compatibili con i limiti normativi fatta eccezione per l’anno 2008 anno in cui si riscontra un valore particolarmente elevato. E’ da evidenziare che il 2008 è il primo anno di applicazione nella regione Veneto del Programma d’Azione previsto dalla Direttiva Nitrati.

In relazione al carico di fanghi per ettaro per anno nelle province, nelle quali c’è un utilizzo più diffuso, il valore si assesta attorno alle 5 t/ha/anno che rappresenta il valore di riferimento in condizioni medie, in relazione ai valori di pH e di CSC (Capacità di Scambio Cationico) ottimali.

 

3. materiali e metodi

 

3.1 Raccolta ed elaborazione dei dati relativi alla produzione di fanghi

Come riportato nella tab. 1, i fanghi di depurazione sono codificati attraverso diversi codici CER del Catalogo Europeo dei Rifiuti. In particolare i fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue urbane vengono codificati dal codice CER 190805.

L’analisi che viene presentata in questo lavoro si basa sull’elaborazione dei dati di produzione, smaltimento e trattamento dei rifiuti dichiarati direttamente dai produttori. I dati sono stati estratti dalla banca dati regionale gestita da ARPAV (www.arpa.veneto.it) in qualità di sezione regionale del Catasto nazionale dei rifiuti (D.Lgs n. 152/2006 e LR del Veneto n. 3/2000) in cui sono archiviati i dati raccolti con le dichiarazioni MUD (Modello unico di dichiarazione ambientale), inviate dai Gestori degli impianti di depurazione presenti sul territorio regionale alla Camera di Commercio per il quadriennio 2006-2009; quest’ultima effettua il caricamento dei dati e trasferisce gli archivi alla sezione regionale del catasto rifiuti che provvede alla loro bonifica ed elaborazione.

La raccolta, l’elaborazione e l’analisi combinata dei dati di produzione, di avvio allo smaltimento e recupero è stata effettuata utilizzando le schede MG (Modulo gestione), RT (Modulo rifiuto ricevuto), DR (Modulo rifiuto) della dichiarazione MUD. L’obiettivo delle elaborazioni è determinare quale sia il destino finale dei fanghi di depurazione prodotti e verificare nel contempo la situazione a livello locale (provinciale).

3.2 Raccolta ed elaborazione dei dati relativi al recupero dei fanghi mediante compostaggio

Il Servizio Osservatorio Rifiuti di ARPAV opera come Osservatorio Regionale per il Compostaggio al quale la Regione ha affidato la raccolta dei dati relativi al funzionamento degli impianti di compostaggio presenti sul territorio regionale. Tali dati consistono principalmente nella quantità e tipologia dei materiali in ingresso all’impianto e dei prodotti in uscita, oltre che ai risultati dei controlli di processo e di prodotto che periodicamente il gestore dell’impianto deve eseguire. Insieme agli altri dati viene quindi raccolta la quantità di fanghi di depurazione conferiti a ciascun impianto suddivisa per tipologia (fanghi civili o agroindustriali) e vengono eseguite le necessarie verifica di congruità e coerenza sia rispetto alle prescrizioni autorizzative, sia rispetto alle quantità di rifiuti organici complessivamente trattate ed ai prodotti che si generano dai processi produttivi e sia in relazione all’andamento degli anni precedenti. I dati sono periodicamente pubblicati nei report curati dal Servizio Osservatorio Rifiuti e pubblicati sul sito istituzionale di ARPAV.

3.3 Raccolta ed elaborazione dei dati relativi al recupero dei fanghi mediante utilizzo in agricoltura

La DGRVn. 2241/2005 prevede che ogni anno il detentore di autorizzazione all’utilizzo di fanghi in agricoltura invii al Servizio Osservatorio Suoli di ARPAV tutti i dati relativi ai terreni che sono stati interessati alla distribuzione di fanghi e alle quantità utilizzate. I dati vengono raccolti ed archiviati, verificati sulla base delle prescrizioni autorizzative e per confronto con i dati degli anni precedenti e sono inviati al Ministero per l’Ambiente secondo le modalità previste dal D.Lgs. n. 99/1992.

4.2 Produzione di fanghi di depurazione in Veneto

4.2 Produzione di fanghi di depurazione in Veneto

Sono stati raccolti ed elaborati i dati trasmessi dai produttori di fanghi di depurazione CER 190805 (impianti di depurazione di acque reflue urbane) di tutto il territorio regionale nel quadriennio 2006-2009. Escludendo i dati del 2006, evidentemente incompleti, considerando il triennio 2007-2009 emerge che la produzione annuale regionale dei fanghi oscilla tra 320.000 e 370.000 t/anno.

In tabella. 6 e figura 2 viene presentata la produzione di fanghi in t/anno nel corso del quadriennio summenzionato; i valori sono relativamente variabili con un picco nell’anno 2008 ed una media di circa 330.000 t/anno.

 

Tabella 6 – Produzione regionale (tonnellate/anno) di fanghi di depurazione
(codice CER 190805)

Provincia

anno 2006

anno 2007

anno 2008

anno 2009

VR

54.172

63.708

60.978

63.041

VI

19.228

42.025

49.786

54.558

VE

48.685

58.950

63.066

60.548

TV

30.573

41.397

41.013

45.520

RO

8.521

6.973

24.881

11.979

PD

102.847

102.889

119.302

109.071

BL

313

12.168

13.068

13.242

TOTALE

264.342

328.113

372.098

357.962

 


 

Figura 2 – Produzione di fanghi a livello regionale


La provincia nella quale si produce la maggior quantità di fango è quella di Padova, seguita da Venezia, Verona, Treviso e Vicenza, mentre le province di Belluno e Rovigo sono quelle dove viene prodotto meno fango. Nella provincia di Padova vengono prodotte circa 100.000 t/anno, mentre nelle province di Verona e Venezia circa 50.000 t/anno; a seguire le province di Treviso e Vicenza con quantità comprese tra 35.000 e 50.000 t/anno ed infine Rovigo e Belluno con produzioni nettamente inferiori.

Questa eterogeneità nella produzione di fango risente, almeno in parte, della diversa presenza nelle province venete di impianti di medie e grandi dimensioni e quindi di un differente numero di abitanti equivalenti serviti (si veda la tabella  4). Si evidenzia, inoltre, un trend in crescita nella produzione di fanghi dal 2006 al 2008, pur con un andamento differente tra le province. I valori di produzione di fango del 2008 si sono poi confermati anche per il 2009.

Con molta probabilità la piena applicazione della DGR Veneto n. 2241/2005 approvata nell’agosto del 2005 ha obbligato molti impianti che effettuano il trattamento/condizionamento dei fanghi di depurazione prima del loro riutilizzo ad un adeguamento impiantistico straordinario; pertanto, le autorizzazioni al riutilizzo in agricoltura a scadere ed i necessari adeguamenti degli impianti summenzionati hanno obbligato i gestori degli impianti di depurazione a ritardare il conferimento dei fanghi da loro prodotti, pur rimanendo entro le scadenze previste per legge e con gli accorgimenti tecnici necessari per mantenere i parametri funzionali degli impianti all’interno di soglie tecniche accettabili.