4.2.1. Il campionamento

Diverse sono le tecniche di monitoraggio aeromicologico e, nonostante per ciascuna sia possibile definire sia vantaggi che limiti, tutte vertono sul principio di cattura e deposizione del particolato fungino su una superficie di studio.

Spore di Venturia inaequalis
Fonte: INRA

Due sono, fondamentalmente, le informazioni che si possono ottenere da un monitoraggio aeromicologico: informazioni qualitative, ossia indicative a livello di genere e, quando possibile, di specie del fungo oggetto di indagine; informazioni quantitative, ossia relative al conteggio di unità fungine formanti colonie oggetto di indagine, per convenzione riferito al volume di un m3 d’aria (CFU/ m3).
Con la finalità di proteggere gli agroecosistemi, particolarmente utili divengono i campionatori volumetrici, che si basano sulla cattura per impatto delle spore fungine attraverso l’aspirazione di un volume d’aria noto. In particolare, lo strumento più diffuso a livello internazionale è il captaspore.

Il Captaspore, centralina di campionamento atmosferico dotata di pannello solare
Fonte: Università di Pavia

Il captaspore, costruito in metallo leggero, è provvisto di una pompa ad alimentazione elettrica che determina il vuoto al suo interno, provocando la suzione di 10 litri di aria al minuto attraverso una fenditura d’entrata posizionata contro vento grazie ad un’ala direzionale. Esso è in grado di captare particelle provenienti dall’area circostante con un raggio medio di 10 chilometri. L’aria aspirata viene indirizzata su un tamburo di 34,5 cm di circonferenza, mosso da un sistema ad orologeria, avente un’autonomia di sette giorni e sulla cui superficie viene posta una striscia di plastica trasparente siliconata, sede di impatto dell’aria aspirata. Muovendosi con una velocità di 2 mm/ora, il tamburo descrive una rotazione completa nel giro di una settimana e, al termine, la rimozione, deposizione e colorazione su vetrino del nastro permette la lettura al microscopio ottico delle singole spore aerodisperse. Il conteggio, che può essere effettuato anche statisticamente ossia leggendo una frazione di vetrino corrispondente al 12% dell’intera superficie campionata, esprime il valore di un determinato fungo aerodisperso o della carica fungina totale per m3 d’aria. Il captaspore permette il conteggio prolungato nel tempo di tutte le particelle presenti nell’aria, incluse quelle non vitali. Fino a qualche anno fa lo strumento necessitava di corrente e, pertanto, poteva risultare di difficile collocazione in pieno campo. I nuovi modelli sono, invece, provvisti di pannelli solari, che consentono una sua agile installazione, in qualsiasi situazione agronomica si renda necessario il suo utilizzo.

 

4.2. Innovazione nel monitoraggio: il controllo dei particolati areodispersi

Seppure ancora poco diffuso, il monitoraggio dei particolati aerodispersi rappresenta un supporto essenziale per valutare le conseguenze che un qualsiasi fattore biologico, in grado di alterare un equilibrio ambientale, può avere sulle risorse naturali, su uno specifico sistema biologico o sulla conservazione dei prodotti dell’attività antropica. Alla base del monitoraggio ambientale vi sono le conoscenze raggiunte dalla disciplina dell’Aerobiologia, che studia le sorgenti, la dispersione, l’impatto del particolato biologico presente nell’atmosfera ed il suo effetto in ambienti confinati ed aperti. È noto, infatti, che le particelle di origine biologica costituiscono una frazione quantitativamente rilevante del materiale disperso nell’atmosfera; esse sono rappresentate da pollini, componenti fungine, acari, virus, batteri ed alghe. Per quanto riguarda i funghi, in particolare, spore, conidi, ife e propaguli possono essere aerodiffusi e la loro dispersione si mostra variabile al variare delle loro caratteristiche morfologiche, delle caratteristiche ambientali e climatiche.

Spora areodispersa di Alternaria sp.
Fonte: Natura Mediterraneo

Il monitoraggio aerobiologico presenta possibilità di sviluppo e di applicazione rilevanti in diversi settori di indagine. Probabilmente l’applicazione più conosciuta riguarda la determinazione dei calendari delle cariche polliniche aerodiffuse, con finalità relative alla conoscenza qualitativa e quantitativa della vegetazione, ai movimenti di granuli pollinici in grado di interferire fortemente sulle produzioni agrarie e sulle manifestazioni allergiche dell’uomo. Tuttavia, incluse nel termine di Aerobiologia vi sono differenti discipline, ciascuna indirizzata allo studio di uno specifico insieme di organismi viventi aerodispersi. Fra queste, particolare attenzione merita l’Aeromicologia, i cui studi si concretizzano, oltre che nella determinazione della popolazione fungina aerodiffusa in ambienti confinati, nel monitoraggio di parassiti fungini pericolosi per le colture e nello studio del loro ciclo biologico, finalizzato alla protezione dei sistemi agricoli e all’individuazione dei momenti idonei per l’applicazione dei trattamenti di difesa.

 

4.1.4. Il monitoraggio dei fattori ambientali

Per crescere e svilupparsi piante e parassiti necessitano di condizioni ambientali ottimali. Quindi un controllo dell’andamento di temperatura, tasso di umidità, soleggiamento, pressione atmosferica, disponibilità di cibo è essenziale per un completo monitoraggio.

Il pluviometro

Si tratta di un contenitore graduato che permette di rilevare quantità di pioggia caduta nel campo. Lo strumento va sistemato all’aperto in un luogo libero da ostacoli, va controllato dopo ogni pioggia e dopodiché va svuotato. I millimetri di pioggia misurati vanno annotati. Ogni millimetro di acqua raccolto dal pluviometro corrisponde ad un litro di pioggia caduto per metro quadrato di terreno.

Esempio di pluviometro
Fonte: OnZac

 

Le previsioni meteorologiche

Sono utili per potersi regolare al meglio sulla convenienza ad effettuare un trattamento antiparassitario. La pianificazione della difesa antiparassitaria in base ai dati meteorologici, può comportare un risparmio economico consistente.

Il termoigrografo

È un attrezzo in grado di registrare tutte le variazioni di temperatura ed umidità dell’aria, ora per ora e giorno per giorno. L’uso del termoigrografo informa per quante ore al giorno viene superata una particolare soglia.

 Esempio di Termoigrografo

Fonte: Dea Strumenti