2. L’ azienda agricola a favore dell’ambiente

Per definizione l’agricoltura è strettamente legata all’ambiente e gli agricoltori sono considerati tutori dell’ambiente e del paesaggio. Ma spesso l’azione di salvaguardia è stata sacrificata per attività più produttive e redditizie. Oggi che si è presa coscienza dell’importanza di produrre di più impiegando meno risorse e salvaguardando al tempo stesso l’ambiente, gli studi di settore sottolineano che la cura dell’ambiente da parte dell’agricoltore è possibile solo quando costui riesce a ricavare dall’insieme del suo lavoro una rendita economica sufficiente. Sostenibilità ambientale dell’agricoltura e sostenibilità economica dell’agricoltore sono due fattori intimamente legati.
Risulta pertanto importante riuscire a creare reddito da attività di salvaguardia ambientale. Esistono diversi esempi di successo, ne riportiamo alcuni nei paragrafi successivi. 


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1.2. Identikit economico-ambientale delle aziende agricole italiane

A prima vista la situazione delle aziende agricole italiane non è delle migliori. Infatti, pur essendo l’Italia tra i primi paesi in Europa per numero di dop e igp, non ci sono state le aspettate ripercussioni positive sui bilanci aziendali. La tipologia di lavoro e la prospettiva di scarsi rientri economici ha fatto sì che in Italia negli ultimi 20 anni si sia assistito ad una diminuzione dei terreni coltivati di circa il 18% e ad un aumento dell’età degli addetti. Questa tendenza sembra essersi invertita negli ultimissimi anni, forse anche complice la crisi, che ha limitato le possibilità di impiego in altri settori soprattutto dei giovani.
Una recente analisi della società di servizi e ricerche Agri2000 mette  in evidenza un settore che ha  buone capacità di sviluppo e di crescita. Innanzitutto, Agri2000 rileva lo spazio per un incremento produttivo del 20%, ma sottolinea che il vero miglioramento economico delle aziende agricole italiane si può ottenere soltanto attraverso una modifica di tipo organizzativo.
Per aumentare la produttività, ma soprattutto il rendimento bisogna:

  • mettersi in rete: l’aggregazione più semplice è l’acquisto di mezzi tecnici, per passare poi ai mezzi meccanici, quindi alla manodopera sino alla gestione dell’intero processo produttivo; per essere efficaci le forme di aggregazione devono essere strutturate;
  • richiedere consulenze: soltanto il 43% delle aziende richiede delle consulenze, in particolare sono richieste a enti pubblici per il 7,8%, a università per il 4%, a tecnici il 29% e per il 21% a rappresentanti.

Per poter migliorare la sostenibilità ambientale, bisogna migliorare la sostenibilità economica.

Tabella 4 – Soltanto il 43% degli agricoltori richiede consulenze.
Fonte: Agricoltura24


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1.1. L’impatto ambientale dell’azienda agricola

Le aziende agricole, come ogni attività umana, hanno un loro impatto sull’ambiente che  non sempre è facile da quantificare. L’indicatore più accreditato per quantificare l’impatto di un’attività sull’ambiente è il Carbon Footprint. Questo parametro rappresenta l’ammontare dell’emissione di CO2 attribuibile ad un prodotto, un’organizzazione o un individuo. In questo modo si misura l’impatto che tali emissioni hanno sui cambiamenti climatici di origine antropica. La carbon footprint è espressa in termini di kg di CO2e (ovvero COequivalenti).
Il singolo imprenditore agricolo può procedere a calcolare tale dato anche autonomamente grazie all’ausilio di diversi strumenti messi a disposizione anche gratuitamente sul web. Un esempio è dato da “Cool Farm Tool (CFT)” promosso in Europa da Fertilizers Europe e in Italia da Assofertilizzanti-Federchimica. Il calcolo avviene su una piattaforma online e consente di individuare più facilmente dove è necessario attuare strategie concrete per la mitigazione dei cambiamenti climatici causati dalla eccessiva presenza di anidride carbonica (CO2) in atmosfera,  integrandosi così negli obiettivi prefissati dal protocollo di Göteborg.

 


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