6.1 L’agricoltura diventa turismo

Le aziende agricole intenzionate a rispondere alla nuova domanda del turista possono attuare una strategia di integrazione “dell’esperienza” agricola nella loro offerta. Le possibilità vanno dall’introduzione della pratica produttiva agricola, quindi offrendo al turista la possibilità di partecipare attivamente ad attività, quali ad esempio la vendemmia o la raccolta delle olive, per arrivare al coinvolgimento del turista nei processi di produzione, ad esempio del vino e dell’olio. Tutti i settori possono essere interessati, anche gli allevamenti con successiva produzione di formaggio o salumi.

Altre offerte possono essere condivise da diverse aziende offrendo così la possibilità alla realizzazione di percorsi tematici sulla produzione e la vita nei campi. Un esempio è il percorso “dalla mietitura al pane” offerto da alcune aziende agricole sarde.

 

6. Multifunzionalità: agricoltura & turismo

Il turismo rurale negli ultimi anni è diventato un mezzo efficace per affrontare il problemi socio-economici delle aree rurali in generale e del settore agricolo in particolare.

Questo tipo di turismo è in rapida evoluzione trainato dalla domanda di un nuovo tipo di consumatore che non ricerca più semplicemente la fruizione di un luogo diverso, ma l’esperienza di una realtà di vita alternativa. Quindi, accanto ai prodotti turistici tradizionali vengono creati nuovi prodotti turistici: itinerari culturali minori, itinerari enogastronomici, percorsi benessere, musicali e del cineturismo, che consentono di valorizzare le risorse locali e di scoprirne le potenzialità.
Gli imprenditori rurali sembrano rispondere alla nuova domanda esperienziale ponendo nuovamente al centro della loro attività la pratica agricola tradizionale e rendendola fruibile ai turisti.
Le aziende agricole hanno quindi incominciato ad offrire “prodotti” che vanno oltre la sola offerta di pernottamento e pasti, ma che coinvolgono la produzione agricola vera e propria e le attività ad essa connesse.
Per potersi adeguare alla nuova domanda turistica, gli operatori agricoli devono aggiornare le loro competenze trasformandosi sempre più frequentemente da agricoltori ed allevatori a veri e propri imprenditori del territorio. Il turista chiede di poter sperimentare in prima persona l’attività produttiva, e il nuovo imprenditore agricolo integra e completa la sua offerta in maniera tale da potergliela fornire. La creazione di questa nuova relazione porta il turista a scoprire il territorio attraverso il ciclo produttivo e fa si che il produttore trasmetta le sue conoscenze ed il suo legame con il territorio.

Un ruolo essenziale per migliorare la visibilità e potenziare l’offerta turistica nelle zone rurali è rappresentato da nuove forme di comunicazione come l’accesso a Internet ed ai social network, ma anche la creazione di reti formali e informali, che sono un importante supporto alla diffusione delle opportunità locali e alla dinamizzazione delle economie rurali. Lo scambio di prodotti e di conoscenza condivisa all’interno delle reti informali tra produttori, rappresenta un elemento rilevante soprattutto in un contesto sociale rurale in cui la pratica collaborativa non è diffusa.

 
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5.3 Casi pratici

I "Guardiani della Natura

A Vallevecchia nell’azienda pilota dimostrativa “Vallevecchia” (VE) sono attivi da anni diversi percorsi didattici, tuttavia l’azienda continua a proporre nuove sperimentazioni.
Oltre ai percorsi didattici “tradizionali” effettuabili con uscite a tema sul territorio, è stato attivato uno stage formativo di 24 ore per bambini di 4° e 5° elementare delle scuole venete. Il pernottamento avviene in loco in aree attrezzate con tende, in questo modo i bambini mantengono il contatto con la natura.

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I bambini sono accompagnati da guide naturalistiche alla scoperta della riserva a piedi e in barca e sono messi a contatto con la flora e la fauna tipici per i diversi habitat: pineta, litorale e zone umide.

Al termine dello stage i ragazzi ottengono il Patentino di “Guardiano della Natura”.
L’iniziativa mira a promuovere nei giovani la conoscenza delle ricchezze naturalistico-ambientali del territorio e a sviluppare in loro la consapevolezza dell’importanza della sua conservazione, tutela e valorizzazione.

L’Orto didattico

Lusia (RO) sta diventando un punto di riferimento nella riorganizzazione e diversificazione delle attività aziendali che vanno dall’Ortodidattico al ristorante a km 0 coinvolgendo diverse realtà collegate al mondo agricolo. 

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Questo paese è tra i più grandi produttori di insalata e ortaggi di tutta Italia e le aziende giocano in squadra e sfruttano tutti i finanziamenti messi a disposizione.
Uno dei progetti innovativi a Lusia mira ad avvicinare il consumatore alla campagna ed è denominato l’“Ortodidattico, il profumo della freschezza”. L’Ortodidattico vuole far riscoprire al consumatore la bontà e il gusto della frutta e verdura freschi, far riavvicinare il cittadino alla natura e al proprio territorio nonché di fargli riconoscere quando un ortaggio è fresco e quale sia il suo miglior impiego in cucina.
L’Ortodidattico è un’azienda agricola di due ettari di terreno, impiantati e seminati con varietà di ortaggi locali, con alberi e arbusti appartenenti a 40 diverse varietà, studiati per essere ognuno ricettacolo di qualche insetto utile. A disposizione del visitatore c’è inoltre un percorso olfattivo composto da un centinaio di essenze aromatiche.
La coltivazione orticola è di tipo biologico e fa uso della biodiversità ambientale per la cura e la sanità dei prodotti.
Un altro punto fondamentale per l’Ortodidattico è anche la salvaguardia dell’ambiente, ivi compresa la biodiversità che viene periodicamente monitorata.
Per la lavorazione del terreno si usano macchinari appositamente modificati per adattarsi alle esigenze dell’Ortodidattico. Questi macchinari non sono disponibili direttamente sul mercato, di conseguenza è una cooperativa locale (Coop. Comagri) che modifica le attrezzature commerciali per renderle idonee. In particolare, la Coop. Comagri ha modificato una zappatrice meccanica in grado di togliere le erbacce senza diserbo in modo da poter essere impiegata efficacemente nella piccola orticoltura.
I visitatori possono raccogliere liberamente le verdure tutti i giorni, anche i festivi, e possono partecipare ed aiutare nei lavori sui campi. C’è sempre qualcuno che può dare consigli sulla raccolta, coltivazione o cucina dei prodotti agricoli. Il prezzo della verdura raccolta viene lasciato alla decisione e al buon senso del visitatore-compratore.
Collegato alle attività orticole locali, a Lusia è presente un ristorante che propone piatti vegetariani originali impiegando tutte verdure a km 0.
Lusia è la prima azienda agricola in tutta Europa ad essere certificata “Biodiversity Friend”.

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Pick up your own”.  Quando il consumatore va dal produttore

A Valbrembo (BG) Matteo Locatelli, giovane imprenditore agricolo, ha aperto le porte del suo per dare a tutti la possibilità di fare la spesa direttamente in campo, raccogliendo personalmente dalle piante le ciliegie. Il progetto incontra l’interesse di intere famiglie che, con bambini al seguito, hanno apprezzato il raccogliere la frutta da soli al giusto grado di maturazione. Questa modalità di raccolta, molto diffusa negli Stati Uniti, è denominata "pick your own" che sta ad indicare la possibilità offerta ai consumatori di scegliere direttamente dalle piante o nell’orto la propria frutta e verdura.

Il mestiere del casaro

A Cison di Valmarino (TV) si organizzano in date ben precise degli incontri didattici con i mastri casari della Latteria Soligo. La professione del casaro rientra tra quelle da salvaguardare. Durante queste “lezioni” bambini e adulti possono assistere alla mungitura manuale di una mucca, imparare come si ottiene la cagliata e quindi come si produce la Casatella Trevigiana DOP, il primo formaggio molle italiano a fregiarsi della denominazione di origine.