4.1 La Regione Lombardia

A Milano, Comune, Provincia, Regione e 31 aziende agricole private si sono riuniti in un consorzio che si impegna a mantenere e valorizzare le aree coinvolte: dei “distretti rurali” che occupano 1.800 ettari, ovvero più della metà dell’intera area agricola del Comune di Milano. Gli agricoltori si sono alleati con le istituzioni e hanno ottenuto la salvaguardia delle proprie aziende (non sarà più possibile il passaggio di una nuova tangenziale nelle aree protette), ma, ancora più importante, sono riusciti a sottolineare il valore assoluto della campagna, che viene vista non più solo come emanazione dei bisogni della città, ma come luogo nevralgico, strategico anche economicamente.

Il distretto rurale nasce con una legge regionale della Lombardia del 2001 attuata solo nel 2010. Tra i suoi obiettivi, l’agricoltura multifunzionale. I distretti rurali concretizzano l’agricoltura multifunzionale ovvero interpretano il territorio e il suo potenziale in più direzioni: la vendita a chilometri zero, l’educazione ambientale per i privati e per le scuole, l’attività agrituristica, la produzione di energie rinnovabili. 

 

La campagna diventa punto di forza e produce ricchezza non più spremendosi, al contrario, tutelandosi, mantenendo inalterate le proprie specificità paesaggistiche e le proprie eccellenze produttive.
Ad aiutare nel passaggio verso un’agricoltura attenta al paesaggio ci sono pure gli incentivi messi a disposizione nella nuova PAC. Il tema del paesaggio agricolo ha un ruolo importante e le produzioni agricole che agiscono nel rispetto dell’ambiente possono accedere ad incentivi integralmente solo se faranno anche azione di “greening”, cioè di produzione del paesaggio. La gestione del territorio in Lombardia è per il 75% in mano ad aziende agricole che assorbono lavorativamente solo l’1,5% della popolazione attiva producendo il 2% del Pil.


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4. L’innovazione nell’indotto agricolo

L’agricoltore moderno è ben lontano dal vecchio stereotipo del contadino. È un imprenditore a tutti gli effetti, che deve confrontarsi quotidianamente con moltissimi problemi. Il suo è un mestiere complesso che non si improvvisa. Per diventare un agricoltore di successo oggi bisogna avere professionalità,  alto livello di tecnologia e capacità d’analisi. Di fatto, l’agricoltore oggi deve possedere rudimenti di economia, legge, agronomia, informatica e marketing.

Ci sono parecchi enti, istituzioni e associazioni di categorie che cercano di aiutare e assistere gli agricoltori in una produzione sostenibile e economicamente proficua. Le stesse multinazionali legate all’agricoltura si adoperano per poter rimanere punto di riferimento e anche all’avanguardia in un mondo agricolo sempre più attento al consumo delle risorse e alla sostenibilità ambientale.


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3.4. Casi pratici: l’agricoltura familiare in Alto Adige

La FAO, nell’anno dell’agricoltura familiare, porta come esempio una realtà alto atesina e su tale caso ha pubblicato un intero opuscolo. Questa realtà infatti si presenta come un esempio da seguire in quanto efficace, competitiva e innovativa, che si riesce a imporre con successo anche nel mercato estero.

La pubblicazione dal titolo "Apple-producing family farms in South Tyrol: an agriculture innovation case study", analizza come in Alto Adige si sia sviluppato un sistema innovativo di agricoltura familiare particolarmente efficace.

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La superficie coinvolta è di circa 19.000 ettari, coltivata da oltre 8.000 piccoli produttori, con una proprietà terriera media di 2,5 ettari. I terreni sono principalmente dedicati alla produzione di mele. Le mele prodotte in questa zona riforniscono il 50% del mercato italiano, il 15% di quello europeo e il 2% di quello mondiale. La produzione si adatta e riesce con profitto a rispondere alle esigenze di mercato e rimanere competitiva sia nel mercato europeo sia in quello mondiale.

Lo studio ha analizzato questa realtà per capirne i punti di forza e quindi riportarli come esempi positivi da seguire al fine di ottenere uno sviluppo sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.
La particolarità individuate sono diverse e coinvolgono il singolo agricoltore, l’amministrazione locale e le associazioni di categoria.
Il 95% dei piccoli produttori sono inscritti a cooperative. Queste ultime poi si riuniscono tra loro per formare due sole organizzazioni di produttori.
Il meccanismo di cooperazione è iniziato subito dopo la seconda guerra mondiale con la creazione in una efficiente e concreta rete di apprendimento e innovazione per l’agricoltura sostenibile (LINSA – Learning and Innovation Network for Sustainable Agriculture). La LINSA coinvolge agricoltori, cooperative ed associazioni di categoria, enti di ricerca, servizi di consulenza nel settore, enti pubblici e privati collegabili con la produzione di mele, e li collega tra loro costruendo una rete efficiente e performante grazie soprattutto alla disponibilità alla cooperazione tra i vari operatori.
La componenti più importante della LINSA sono le cooperative di melicoltori che rispondono rigorosamente ai principi base dell’auto-supporto, dell’auto-amministrazione, dell’auto-responsabilità e della promozione degli associati.

Altri fattori sono risultati determinanti nella creazione di questo sistema, tra cui la natura storica, sociale e culturale della zona, che ha favorito la collaborazione tra gli abitanti e le istituzioni per potersi sviluppare e evolversi. Inoltre, una politica stabile nel settore ambientale con particolare attenzione all’agricoltura, ha completato politiche nazioni ed europee fornendo occasioni di innovazione e sviluppo. Infine, la diversificazione delle entrate delle 8.000 famiglie di agricoltori ha fornito al sistema una notevole resilienza.
Lo sviluppo della rete LINSA è stato influenzato da meccanismi formali e informali con un grande contributo dato dall’apprendimento sociale.
Meccanismi formali coinvolgono politiche, istituzioni e singolo individui. L’apprendimento sociale permette di permeare il sistema. L’apprendimento sociale in Alto Adige è collegato a dinamiche interne ed esterne sia individuali sia collettive. Il capitale sociale creato fornisce i mezzi per assorbire le conoscenze esistenti, provenienti anche da terzi, e di crearne di nuove. La ricerca e il sistema educativo si è evoluto in modo da sostenere il processo di innovazione e incentiva la capacità di sviluppare iniziative nuove anche avvalendosi del supporto dei servizi di consulenza e delle tecnologie innovative presenti sul territorio.
La LINSA risulta essere una soluzione efficace ed efficiente, basata sulle relazioni umane, fiducia, visione e interesse comune, che aiuta il trasferimento della conoscenza e aiuta a fornire una risposta rapida e collettiva all’innovazione.


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