2.1.2. Studi sociali

Nel campo sociale, gli studiosi hanno analizzato le abitudini degli allevatori, veterinari e tecnici consulenti fin dal 1950, periodo in cui gli antibiotici sono entrati negli allevamenti. In quegli anni, gli antibiotici venivano mescolati negli alimenti in quanto capaci di aumentare e velocizzare la crescita del capo. Questa pratica fu vietata in Europa a partire del 2006 in quanto si è notata l’insorgenza di una resistenza batterica agli antibiotici. Il consumo di antibiotici rimane comunque abbastanza alto in quanto spesso sono usati in maniera preventiva su tutti i capi. Secondo le ricerche dell’INRA, diversi gli allevatori, veterinari e tecnici tendono spesso a sopravvalutare i rischi di malattia iniziando di conseguenza trattamenti antibiotici con eccessiva facilità. Le ricerche hanno però anche evidenziato l’esistenza di allevamenti che impiegano bassissime quantità di antibiotici pur mantenendo alte le rese. Risulta quindi di particolare rilevanza la divulgazione e diffusione di queste ultime metodologie per ottenere un allevamento più sostenibile.

2.1.1. Studi microbiologici

Gli studi microbiologici stanno riguardando come si creino e si sviluppino i batteri antibiotico-resistenti. L’occasione è a stata data da un’epidemia di salmonella resistente a ben 5 ceppi di antibiotici differenti nel 2000. In questa occasione i ricercatori hanno potuto individuare la presenza all’interno del batterio di un’isola genomica responsabile di trasmettere geneticamente la resistenza agli antibiotici. Quest’isola genomica è in grado di muoversi tra i batteri e si integra al nuovo batterio passando così le informazioni su come resistere agli antibiotici.

Meccanismo di integrazione dell’isola genomica in un batterio che consente al batterio di trasmettere ad altri i geni della resistenza
Crediti immagine: Nature

Ad oggi rimane ancora da capire nei dettagli come avvenga l’integrazione delle isole genomiche all’interno del genoma del batterio ricevente. Data la naturale capacità di adattarsi agli stress ambientali dei batteri, sarà molto difficile creare antibiotici che non provochino fenomeni di resistenza, tuttavia è possibile arrivare a produrne alcuni in grado di rallentare o inibire in parte lo sviluppo di una resistenza. 

 

2.1. Allevamenti sostenibili con meno antibiotici

In Europa ogni anno muoiono 25.000 persone a causa di infezioni provocate da batteri antibiotico-resistenti. Il problema si è presentato negli ultimi anni a causa di un uso eccessivo di antibiotici sia tra gli esseri umani sia tra gli animali. La soluzione immediata è parsa quella di sintetizzare nuovi antibiotici, ma ovviamente i batteri riescono a sviluppare delle resistenza anche ai nuovi ceppi di antibiotici.

L’INRA (Istituto Nazionale Francese per la Ricerca in Agricoltura) ha iniziato uno studio nel 2011 a seguito dell’approvazione in Francia del piano nazionale Ecoantibio2017 che mira a ridurre del 25% l’uso di antibiotici entro il 2017. L’istituto ha quindi iniziato uno studio multidisciplinare che comprende le seguenti ricerche:

  • studi microbiologici per esaminare il meccanismo che porta alla resistenza agli antibiotici;
  • studi sociali per capire perché gli allevatori tendano a sopravvalutare i rischi di malattia nei loro animali;
  • studi zootecnici per strutturare gli allevamenti in modo che gli animali siano più robusti e resistenti;
  • studi farmaceutici per ottenere antibiotici ad azione mirata in modo da non attaccare batteri non patogeni.