5.2. Il pino tollerante agli stress idrici.

Neiker-Tecnalia, Istituto Basco per la Ricerca e lo Sviluppo in Agricoltura, in collaborazione con l’Università dei Paesi Baschi e l’Istituto di Ricerca sulle Specie Arboree delle Nuova Zelanda, ha selezionato una varietà di pino resistente alla siccità. Si tratta di un ibrido creato dall’incrocio di Pinus radiata x Pinus attenuata e chiamata Radiata Pine.

 Pinus radiata
Crediti foto a plantae.altervista.org

Pinus attenuata
Crediti foto a Sevcik Mesterhazy & Valenta photo

Questa nuova varietà sembra essere particolarmente indicata per il popolamento boschivo nei prossimi anni data la previsione di un cambiamento climatico. Questa nuova varietà infatti risulta resistere bene a periodi di scarsità d’acqua e, inoltre, fornisce un legno id qualità.
La tecnica impiegata per questa selezione è molto innovativa e veniva impiegata soltanto in Canada. Questa tecnica, chiamata somatic embryogenesis, risulta molto interessante perché permette di preservare i genotipi.

Radiata pine: la nuova varietà resistente agli stress idrici selezionata nei laboratori di ricerca di Neiker-Tecnalia


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5.1. L’adattamento del pioppo al cambiamento climatico

L’Università Politecnica di Madrid insieme con la Scuola Tecnica Superiore di Ingegneria e del Centro di Biotecnologia e Genomica delle Piante di Malaga, hanno scoperto come migliorare la tolleranza degli alberi alle temperature elevate ed ad altri stress ambientali. La possibilità di avere piante maggiormente resistenti agli stress ambientali comporta uno sfruttamento maggiormente sostenibile delle risorse forestali nonché una salvaguardia del patrimonio boschivo. L’equipe di ricercatori spagnoli ha pubblicato di recente sulla rivista scientifica Plant Physiology i risultati ottenuti.

La ricerca si è concentrata sul pioppo. Il pioppo rappresenta un albero modello, in quanto tutto il suo genoma è stato decodificato. Il pioppo trova largo impiego in piantagioni di tipo intensivo e il suo legno viene impiegato sia nel settore del recupero energetico, quindi come biomassa, sia nell’industria del legno.

 

 

Foglia di Populus tremula
Crediti foto a Leo Michels www.imagines-plantarum.de/

 Foglie di Populus alba  Crediti foto a plantae.altervista.org

La ricerca portata avanti dai ricercatori spagnoli ha portato alla creazione di un esemplare ibrido (Populus tremula× Populus alba) che presenta delle caratteristiche molto interessanti, soprattutto in relazione alle problematiche inerenti al cambiamento climatico. Infatti, i pioppi ibridi creati presentano una tolleranza decisamente più elevata alle alte temperature rispetto agli alberi di controllo, e, in contemporanea, dimostrano una maggior resistenza alla siccità, alla presenza di erbicidi, alle contaminazioni e ad altre forme di stress abiotico tipici del settore forestale.
Questa ricerca è partita dai risultati di una precedente ricerca spagnola, che ha studiato nel dettaglio i meccanismi che utilizzano le cellule vegetali per proteggersi da certi fattori di stress.
L’aumento della temperatura a seguito del cambiamento climatico risulta essere una delle maggiori cause di moria delle foreste. Il calore promuove lo svolgimento e aggregazione delle proteine e la pianta reagisce allo stress mediante la messa in funzione di proteine termoresistenti (HSP – Heat Shock Protein)). Queste proteine hanno la capacità di riconoscere le altre proteine in stati alterati e quindi intervengono prevenendo o invertendo le aggregazioni “anomale” e quindi promuovono meccanismi e soluzioni alternativi. Nei casi in cui le HSP non riescano a ripristinare la proteina alterata, agiscono in modo che quest’ultima venga avviata alla sua scomposizione.
Tra le proteine termoresistenti, la più comune nelle piante è la sHSP. È proprio da una sovresposizione alla sHSP che i ricercatori spagnoli sono riusciti ad aumentare la tolleranza termica del pioppo ibrido. Le tecniche impiegate per ottenere tale ibrido includono manipolazioni molecolari e biotecnologiche.

Coltivazione in vitro del nuovo ibrido del pioppo

La pioppicoltura sta vivendo un momento molto positivo in quanto presenta degli indubbi vantaggi nell’impiego per la produzione di biomassa con scopo di recupero energetico. Inoltre, la FAO stessa promuove le piantagioni intensive come una alternativa possibile per supplire alla domanda mondiale di legno e ad altri prodotti forestali. I vantaggi diretti di questa scoperta riguardano i settori sociali ed economici (creazione d’impiego, sviluppo rurale…), ma ne beneficiano indubbiamente anche il settore ambientale e la ricerca scientifica. La presenza di boschi è essenziale per affrontare al meglio il cambiamento climatico, infatti, l’aumento della temperatura sta portando alla perdita di aree boschive. A questo è inoltre correlata la conservazione della biodiversità e i corsi d’acqua.

La ricerca si è sviluppata all’interno dei progetti EIADES e LIFE+ (BioxiSoil).

 


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5. Il miglioramento varietale

I cambiamenti climatici, la necessità di aumentare le produzioni, l’importanza di un’agricoltura sostenibile e la limitazione nell’uso dei fitofarmaci sono alcune delle cause che stimolano la ricerca a selezionare nuove varietà di colture in grado di rispondere a tutti questi requisiti. Si parla quindi di miglioramento genetico; questo miglioramento può avvenire in maniera tradizionale o impiegando le biotecnologie. In ogni caso l’importante è ottimizzare la nuova varietà prima che i suoi parassiti si evolvano anch’essi per adattarsi a loro volta ai cambiamenti.

Le nuove apparecchiature hanno portato ad una notevole riduzione dei tempi di selezione anche per metodi tradizionale in quanto permettono di:

  • individuare all’interno delle colture i geni responsabili di eventuali resistenze, e quindi si possono impiegare per le sperimentazioni solo le piante maggiormente dotate;
  • prevedere la capacità di resistenza della nuova varietà fin dall’inizio, e quindi si evita l’attesa della crescita naturale della pianta.

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