2.2. L’agricoltura biologica

I dati raccolti dal SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) nel 2014 e presentati durante il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale (SANA) tenutosi a Bologna in settembre, hanno evidenziato come l’Italia si collochi tra i primi posti a livello mondiale per estensione di agricoltura biologica con una crescita nel 2013 del 13% rispetto al 2012.

Il mondo bio vale per il nostro Paese 3,1 miliardi di euro, tra consumi interni ed esportazioni. Nonostante il perdurare della crisi economico-finanziaria, il mercato italiano del bio continua a crescere, confermando una dinamica positiva in atto ormai dal 2005.
Analizzando i primi cinque mesi del 2014 emerge che gli acquisti domestici di prodotti biologici sono aumentati del 17,3% rispetto agli stessi mesi del 2013, mentre nel medesimo periodo la spesa agroalimentare è risultata in flessione (-1,4%). Il comparto biologico sembra, quindi, ancora andare in netta controtendenza rispetto al settore alimentare nel suo complesso, oltre che mostrare un promettente tasso di incremento che apre speranze su un possibile ampliamento della quota di mercato nell’ambito dei consumi nazionali.
Secondo Nomisma, infatti, la percentuale delle famiglie che negli ultimi 12 mesi hanno acquistato almeno un prodotto a marchio bio è passata dal 53% nel 2012 al 59% nel 2013, dato che testimonia come il biologico non debba più essere considerato un settore di nicchia ma, al contrario, uno degli ambiti di traino dell’agricoltura.
Il biologico allo stato attuale ha conquistato consistenti fette di mercato e rappresenta una realtà economica in grado di associare alla riduzione dell’impiego di input chimici una serie di vantaggi di sistema.
Inoltre, le aziende condotte con metodo biologico, in virtù delle loro caratteristiche tecniche, si distinguono per un più elevato impiego di manodopera rispetto alle aziende condotte in modo convenzionale e ciò determina risvolti positivi sul fronte dell’occupazione. In più, le aziende bio sono in grado di valorizzare maggiormente le attività connesse. La vendita diretta, l’agriturismo, le fattorie didattiche risultano, infatti, attività fortemente correlate all’agricoltura biologica, con l’attivazione di circuiti virtuosi che tendono ad innalzare la redditività dell’impresa. 


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2.1.2. Tutela delle foreste

La Commissione Europea mette a disposizione sul web informazioni su come altre realtà europee affrontano il problema delle scarse entrate economiche delle zone boschive. Ad esempio, in Spagna nei pressi della città di Vigo è situata la foresta di Vincios. In un recente passato questa zona boschiva era impiegata soltanto per produrre eucalipto per la sua polpa e il pino per il legname. 

Foresta di Vincios

Ovviamente questa produzione non bastava per il sostentamento del bosco. Per poter aumentare le entrate, i gestori dell’area hanno apportato le seguenti modifiche:

  • impiegato il sottobosco per produrre compost;
  • impiantato anche alberi che producono legni più pregiati, quali querce e castagni;
  • stimolato la crescita di funghi commestibili;
  • posizionato arnie;
  • incominciato ad allevare cavalli.

Queste iniziative stanno avendo un impatto positivo sulle entrate procurate dal bosco e hanno determitato lo sviluppo di una serie di benefici per la società e la città di Vigo:

  • diminuzione del quantitativo di biomassa con conseguente diminuzione del rischio di incendi boschivi;
  • aumento di ritenzione idrica e capacità di filtro del terreno boschivo;
  • miglioratmento della qualità dell’acqua nella vicina riserva idrica di Zamàns, che rifornisce la città di Vigo;
  • accresciuto lnteresse verso il bosco che è diventato meta di passeggiate, trekking e di altre attività all’aperto.

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2.1.1. Tutela della biodiversità

La biodiversità è una risorsa strategica che dà valore aggiunto ai prodotti in quanto la loro genuinità e salubrità sono date da un ambiente certificato per quanto concerne la “vita” dell’aria, dell’acqua e del suolo. Il consumatore vuole sempre più mangiare sano e cerca sicurezze alimentari. La salubrità ambientale certa, dove la biodiversità è un valore certificato, costituisce una carta in più in mano ai produttori di frutta e verdura. Al momento è il mondo ortofrutticolo a mostrare più interesse per il recupero del rapporto con l’ambiente e si manifesta nell’impegno a mantenere salubre la terra e a produrre cibi sostenibili.
L’imprenditore agricolo attento alla biodiversità può essere interessato alla certificazione “Biodiversity Friend”, amico della biodiversità. Per il consumatore questo marchio indica un imprenditore agricolo responsabile, interessato ad ottenere un reddito adeguato, ma che, nello stesso tempo, è sensibile all’arricchimento del territorio.
Il numero di aziende certificate “Biodiversity friend” è limitato, ma è significativo di sensibilità e di comportamenti virtuosi che si stanno facendo strada.

A rilasciare la certificazione è la WBA (World Biodiversity Association) con sede a Verona.

 


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