7.1 Il quadro generale

La cooperazione sociale agricola nel 2009 ha visto attive in Italia 389 cooperative sociali, impegnate in attività produttive lungo tutta la filiera legata al settore agricolo: dalla coltivazione all’industria alimentare al commercio. È un settore che impiega 3.992 lavoratori dipendenti su tutto il territorio nazionale, per un valore della produzione (al 31 dicembre 2009) di complessivi 182.025.000 euro.

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Oltre il 91% di queste imprese si occupa di attività agricole in senso stretto, dichiarando come settore di attività prevalente quello di agricoltura, silvicoltura e pesca. In particolare, il 39% si occupa prevalentemente di coltivazione di colture agricole non permanenti, l’8% si occupa di coltivazione di colture agricole permanenti, l’11% circa si occupa di allevamento di animali e coltivazioni agricole connesse, mentre il 10% si occupa di silvicoltura e utilizzo di aree forestali. Inoltre un 20% circa delle imprese individuate si occupa di attività di supporto all’agricoltura e successive alla raccolta.

Per quanto riguarda le altre attività della filiera agricola, il 7% circa delle cooperative sociali attive in agricoltura si occupa di industria alimentare e delle bevande, mentre solo l’1% ha come attività prevalente il commercio di prodotti agroalimentari. (Fonte: Euricse)

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Tabella 6- Fonte: Euricse

 

 
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7. Multifunzionalità: Agricoltura e sociale

L’Agricoltura Sociale si può considerare un nuovo modello di sviluppo a forte carattere etico. Un approccio all’agricoltura di tipo responsabile che si riferisce generalmente a cooperative sociali o aziende agricole che, oltre a produrre beni agro-alimentari, svolgono un’attività sociale attraverso, ad esempio, l’inserimento lavorativo in azienda, il recupero terapeutico di soggetti socialmente deboli e svantaggiati, e servizi alla vita quotidiana.

L’agricoltura sociale, ad esempio, è una forma specifica di diversificazione all’interno delle aziende che accresce le opportunità di lavoro, in particolare per le donne e i giovani. Molto spesso un familiare non coinvolto in precedenza nelle attività aziendali inizia a far uso delle strutture aziendali e del bestiame per sviluppare e offrire nuovi servizi inerenti a settori quali istruzione, assistenza sociale e sanitaria. La maggior parte delle aziende agricole sociali non ha carattere istituzionale (86%); in altre parole è basata sulla famiglia. Poiché molte iniziative di agricoltura sociale sono intraprese da membri della famiglia diversi dal proprietario  dell’azienda, tali membri si possono costituire come soggetti giuridici distinti. Pertanto, poiché non si tratta di una diversificazione dell’attività aziendale in senso stretto, i promotori di progetti di agricoltura sociale possono richiedere, nella maggior parte dei casi, finanziamenti al FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale).
Il FEASR ha sostenuto, e sosterrà anche per il periodo 2014-2020, lo sviluppo rurale e la prestazione di servizi ambientali. In particolare fornisce:

  • aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori;
  • sostegno alla diversificazione dell’attività avviando attività extra-agricole;
  • semplici sovvenzioni per lo sviluppo di piccole aziende agricole.

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Queste attività avvengono attraverso forme diversificate di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate, sino ai servizi per gli anziani e per l’infanzia in età prescolare.

 
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6.2 Gli itinerari religiosi

Il Consiglio d’Europa, insieme all’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, ha intrapreso un’azione importante di sostegno e di riconoscimento ufficiale che, a partire dal 1987, prima con il Cammino di Santiago di Compostela e poi con la Via Francigena, ha dato l’impulso ad una forte crescita in tutta Europa, a livello nazionale e regionale, di diversi cammini culturali e turistici sul tema del pellegrinaggio e della spiritualità. Gli Itinerari di pellegrinaggio nascono per tutelare aspetti culturali e sociali della società di oggi e, al tempo stesso, per promuovere in Europa un turismo sostenibile e di qualità, in particolare nelle zone rurali e nelle destinazioni meno note.

Percorrere una via di pellegrinaggio significa entrare in una relazione più intima e profonda con l’ambiente naturale circostante, che negli anni si è talvolta profondamente modificato. Il valore paesaggistico dei cammini è spesso fonte primaria di ispirazione e scelta di chi si mette in viaggio.

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I cammini di pellegrinaggio hanno come obiettivo quello di salvaguardare l’identità sociale dei luoghi e delle genti, dall’alimentazione, legata all’attività agricola, alle attività locali come artigianato e manifattura, partendo dalla consapevolezza del proprio patrimonio fino alla promozione culturale di una “Slow Life” come sana abitudine di vita.
Il turismo lungo le vie di pellegrinaggio fa parte di una visione più ampia di turismo rurale, che necessita di appropriate metodologie di progettazione, realizzazione e manutenzione di strutture e infrastrutture a servizio dei cammini, che spesso si devono confrontare con le esigenze e regole del mondo agricolo.
Il turismo rappresenta un potenziale motore per lo sviluppo delle aree rurali, in special modo quelle soggette a fenomeni di marginalizzazione, in virtù della sua capacità di generare benefici sia di tipo economico sia di tipo sociale. Sempre più spesso vengono però evidenziati anche gli effetti negativi che il turismo, con una pianificazione non adeguata, può determinare sui delicati equilibri socio-ambientali di questi territori.
La realizzazione di appropriate azioni di marketing dei percorsi di pellegrinaggio passa dall’individuazione di appropriate metodologie tradizionali ed innovative finalizzate alla creazione di un determinato prodotto turistico. Questo deve essere raggiunto analizzando anche quelle che sono le richieste del mercato e dei fruitori stessi.

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L’azienda agricola Arqueixal si trova in Galicia (Spagna) sul cammino del pellegrinaggio per il Santuario di Santiago de Compostela ed è stata l’azienda pilota per lo sviluppo di un turismo rurale nella zona. Quest’area della Galicia nonostante fosse di passaggio per i pellegrini diretti al santuario di Santiago de Compostela, era fino a pochi anni fa in stato di abbandono e gli agricoltori della zona riuscivano a coprire solamente il proprio sostentamento.
L’azienda Arqueixal si è posta come ecoagricturismo seguendo il motto: prendersi cura del futuro tornando alle origini; ha ripreso la coltivazione di varietà autoctone con metodo biologico e la produzione di prodotti tipici locali ormai quasi dimenticati. L’agriturismo ha trovato il supporto di finanziamenti europei (EFFECT Project) e di enti di ricerca che gli hanno permesso di ottimizzare e migliorare il processo di produzione in modo da renderlo effettivamente redditizio.
Sull’onda di questo agriturismo, la ricerca del CIAM (Centro Investigaciòn Agrarias Mabegondo) ha dato supporto ad altre aziende agricole, tra cui Milhulloa e Granxa Maruxa, che hanno così riattivato la produzione di prodotti tipici migliorandone però la qualità e impiegando tecniche che soddisfano i requisiti sanitari necessari per la loro commercializzazione. 

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Inoltre, la collaborazione tra ricercatori del Consejo Superior de Investigaciones Cientìficas e i viticoltori della zona ha portato all’individuazione delle varietà di vite più idonee alla coltivazione in quella zona. Questo ha consentito di aumentare le rese e migliorare le qualità organolettiche del vino prodotto.

La localizzazione di queste aziende agricole gioca un ruolo chiave per il loro sviluppo economico.