A Milano, Comune, Provincia, Regione e 31 aziende agricole private si sono riuniti in un consorzio che si impegna a mantenere e valorizzare le aree coinvolte: dei “distretti rurali” che occupano 1.800 ettari, ovvero più della metà dell’intera area agricola del Comune di Milano. Gli agricoltori si sono alleati con le istituzioni e hanno ottenuto la salvaguardia delle proprie aziende (non sarà più possibile il passaggio di una nuova tangenziale nelle aree protette), ma, ancora più importante, sono riusciti a sottolineare il valore assoluto della campagna, che viene vista non più solo come emanazione dei bisogni della città, ma come luogo nevralgico, strategico anche economicamente.
Il distretto rurale nasce con una legge regionale della Lombardia del 2001 attuata solo nel 2010. Tra i suoi obiettivi, l’agricoltura multifunzionale. I distretti rurali concretizzano l’agricoltura multifunzionale ovvero interpretano il territorio e il suo potenziale in più direzioni: la vendita a chilometri zero, l’educazione ambientale per i privati e per le scuole, l’attività agrituristica, la produzione di energie rinnovabili.
La campagna diventa punto di forza e produce ricchezza non più spremendosi, al contrario, tutelandosi, mantenendo inalterate le proprie specificità paesaggistiche e le proprie eccellenze produttive.
Ad aiutare nel passaggio verso un’agricoltura attenta al paesaggio ci sono pure gli incentivi messi a disposizione nella nuova PAC. Il tema del paesaggio agricolo ha un ruolo importante e le produzioni agricole che agiscono nel rispetto dell’ambiente possono accedere ad incentivi integralmente solo se faranno anche azione di “greening”, cioè di produzione del paesaggio. La gestione del territorio in Lombardia è per il 75% in mano ad aziende agricole che assorbono lavorativamente solo l’1,5% della popolazione attiva producendo il 2% del Pil.
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