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3.4. Casi pratici: l’agricoltura familiare in Alto Adige

La FAO, nell’anno dell’agricoltura familiare, porta come esempio una realtà alto atesina e su tale caso ha pubblicato un intero opuscolo. Questa realtà infatti si presenta come un esempio da seguire in quanto efficace, competitiva e innovativa, che si riesce a imporre con successo anche nel mercato estero.

La pubblicazione dal titolo "Apple-producing family farms in South Tyrol: an agriculture innovation case study", analizza come in Alto Adige si sia sviluppato un sistema innovativo di agricoltura familiare particolarmente efficace.

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La superficie coinvolta è di circa 19.000 ettari, coltivata da oltre 8.000 piccoli produttori, con una proprietà terriera media di 2,5 ettari. I terreni sono principalmente dedicati alla produzione di mele. Le mele prodotte in questa zona riforniscono il 50% del mercato italiano, il 15% di quello europeo e il 2% di quello mondiale. La produzione si adatta e riesce con profitto a rispondere alle esigenze di mercato e rimanere competitiva sia nel mercato europeo sia in quello mondiale.

Lo studio ha analizzato questa realtà per capirne i punti di forza e quindi riportarli come esempi positivi da seguire al fine di ottenere uno sviluppo sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.
La particolarità individuate sono diverse e coinvolgono il singolo agricoltore, l’amministrazione locale e le associazioni di categoria.
Il 95% dei piccoli produttori sono inscritti a cooperative. Queste ultime poi si riuniscono tra loro per formare due sole organizzazioni di produttori.
Il meccanismo di cooperazione è iniziato subito dopo la seconda guerra mondiale con la creazione in una efficiente e concreta rete di apprendimento e innovazione per l’agricoltura sostenibile (LINSA – Learning and Innovation Network for Sustainable Agriculture). La LINSA coinvolge agricoltori, cooperative ed associazioni di categoria, enti di ricerca, servizi di consulenza nel settore, enti pubblici e privati collegabili con la produzione di mele, e li collega tra loro costruendo una rete efficiente e performante grazie soprattutto alla disponibilità alla cooperazione tra i vari operatori.
La componenti più importante della LINSA sono le cooperative di melicoltori che rispondono rigorosamente ai principi base dell’auto-supporto, dell’auto-amministrazione, dell’auto-responsabilità e della promozione degli associati.

Altri fattori sono risultati determinanti nella creazione di questo sistema, tra cui la natura storica, sociale e culturale della zona, che ha favorito la collaborazione tra gli abitanti e le istituzioni per potersi sviluppare e evolversi. Inoltre, una politica stabile nel settore ambientale con particolare attenzione all’agricoltura, ha completato politiche nazioni ed europee fornendo occasioni di innovazione e sviluppo. Infine, la diversificazione delle entrate delle 8.000 famiglie di agricoltori ha fornito al sistema una notevole resilienza.
Lo sviluppo della rete LINSA è stato influenzato da meccanismi formali e informali con un grande contributo dato dall’apprendimento sociale.
Meccanismi formali coinvolgono politiche, istituzioni e singolo individui. L’apprendimento sociale permette di permeare il sistema. L’apprendimento sociale in Alto Adige è collegato a dinamiche interne ed esterne sia individuali sia collettive. Il capitale sociale creato fornisce i mezzi per assorbire le conoscenze esistenti, provenienti anche da terzi, e di crearne di nuove. La ricerca e il sistema educativo si è evoluto in modo da sostenere il processo di innovazione e incentiva la capacità di sviluppare iniziative nuove anche avvalendosi del supporto dei servizi di consulenza e delle tecnologie innovative presenti sul territorio.
La LINSA risulta essere una soluzione efficace ed efficiente, basata sulle relazioni umane, fiducia, visione e interesse comune, che aiuta il trasferimento della conoscenza e aiuta a fornire una risposta rapida e collettiva all’innovazione.


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3.3. L’importanza di fare “rete”

Il settore primario italiano è di fronte a una sfida enorme: produrre di più su meno ettari coltivati e in maniera più sostenibile. La ricetta vincente è una, sempre più praticata: creare vere e proprie "reti" di imprese agricole per fare fronte insieme a necessità comuni, come l’acquisto di mezzi tecnici e meccanici o lo scambio di manodopera.

Una strada seguita da circa 200mila aziende, oltre il 30% delle iscritte alle camere di commercio.
La tecnologia aiuta sia in campo sia sulla creazione di reti, infatti il 72% delle aziende più grandi (con un fatturato superiore a 500mila euro) usa lo smartphone o il tablet per lavoro. La maggior parte degli allevatori (72%) seguiti dai frutti-viticoltori (47%), dai cerealicoltori (44%) e orticoltori (40%) dichiarano di usare la tecnologia per migliorare le performance del proprio lavoro.

 

Tabella 4- Fonte: Osservatorio Impresa Agricola

La possibilità di creare reti di agricoltori favorisce lo scambio di informazioni, stimola all’innovazione e porta al miglioramento della condizione economica degli agricoltori.
Il rapporto finale della FAO relativo alle analisi svolte durante il 2014 indica proprio nella creazioni di reti e/o associazioni di famiglie di agricoltori come la chiave di un successo futuro.

Le aziende agricole che scelgono di fare rete (il 28,8% nel settore dei seminativi, il 37,6% nel settore frutta e vite, il 29,2% nelle produzioni orticole) si aggregano in primis per abbattere i costi dei mezzi tecnici attraverso gruppi di acquisto, ma anche per acquistare e scambiare mezzi meccanici, scambiare manodopera e gestire in maniera associata il processo produttivo. La creazione di gruppi di aziende consente di realizzare fatturati importanti e, di conseguenza, di investire per lavorare con maggiore attenzione verso l’ambiente, anche attraverso l’adozione di strumenti tecnologici.

 

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Tabella 5- Fonte: Osservatorio Impresa Agricola

La possibilità di fare rete comporta un migliore accesso alle informazioni su tecnologie innovative stimolano ad impiegare tecniche più sostenibili ed attente all’ambiente.
Il rapporto annuale sull’innovazione nell’agricoltura pubblicato dall’Osservatorio Impresa Agricola mette in evidenza come la sostenibilità economica delle imprese agricole è prerequisito per un’attenzione alla sostenibilità ambientale: all’aumento della prima corrisponde una crescita della seconda. Un obiettivo che è anche un obbligo degli imprenditori agricoli nei confronti delle generazioni future. 


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3.2. Il nuovo imprenditore agricolo italiano

In Italia c’è stato un aumento del 45% dal 2013 a oggi delle iscrizioni alle Facoltà di Scienze Agrarie, Forestali ed Alimentari. Questo a seguito anche dei cambiamenti nel settore: la giovane agricoltura italiana sta diventando sempre più multifunzionale.

L’azienda agricola multifunzionale contribuisce a preservare l’ambiente e la bellezza delle campagne, e a mantenere inalterata la vitalità economica e sociale delle aree rurali. Questi fattori coesistono e prosperano solo nella misura in cui l’impegno dell’agricoltore può trovare una soddisfazione economica, meglio se in connessione armonica con altre attività di impresa come l’artigianato, il commercio e l’industria di trasformazione dei prodotti agricoli.

La nuova agricoltura è una realtà fatta di giovani imprenditori colti, preparati e fortemente innovatori che riescono a coniugare la multifunzionalità con la dinamicità e l’innovazione.
Il cambiamento è partito sia dalla crisi sia dal cambiamento di mentalità: i nuovi giovani imprenditori agricoli sono spesso laureati e tecnologicamente all’avanguardia. Infatti, le chiavi del successo, magari anche internazionale, stanno nella presenza congiunta di professionalità dell’agricoltore, di legami con la ricerca e l’innovazione, di partecipazione a reti e associazioni di categoria, e, ovviamente, di politiche europee, nazionali e regionali adeguate.
Proprio per incentivare lo scambio di informazioni, aumentare la visibilità delle singole aziende e delle loro associazioni è necessario provvedere alla diffusione della banda larga e dei servizi alle persone nelle aree rurali. In questo modo si forniscono i servizi base necessari per consentire agli imprenditori agricoli e le loro famiglie di rimanere in tali aree svolgendo il ruolo essenziale che si chiede all’agricoltura per la tutela del paesaggio e la fornitura di beni pubblici.


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