L’azienda-famiglia resta il modello di riferimento per l’agricoltura italiana, tuttavia, in Italia l’agricoltura familiare si presenta con una particolare demografia imprenditoriale caratterizzata dall’alta presenza di operatori anziani, pochi giovani e una tendenza alla femminilizzazione del settore.
Gli ultrasessantacinquenni rappresentano il 37% del totale (più alta rispetto alla media europea che è poco al di sotto del 30%), i giovani sono circa il 10% del totale.
Tuttavia è bene sottolineare che il 7,2% ha meno di 35 anni e il 70% di queste imprese opera in attività multifunzionali quali:
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agriturismo;
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fattorie didattiche;
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vendita diretta dei prodotti tipici e del vino;
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trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio;
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produzione di pane, birra, salumi, gelati e cosmetici.
Tabella 3- Fonte: INEA
Con 50 miliardi annui di produzione agricola e 740.000 imprese iscritte alla Camera di Commercio, l’agricoltura italiana è al 12mo posto nel mondo (con solo lo 0,3% della superficie agricola mondiale), ma deve fare i conti con un saldo negativo di 7 miliardi di euro: questo significa che importiamo più di quanto produciamo, mentre ci sarebbe spazio per un incremento della produzione di ben il 20%. La nostra agricoltura subisce la crisi in modo pesante: oggi la superficie coltivata è di 12,2 milioni di ettari – il 18% in meno rispetto a due decenni fa – il numero delle imprese e della forza lavoro è in calo, mentre si alza l’età degli addetti.
Il problema del ricambio generazionale è particolarmente chiaro in agricoltura tanto da essere stato esplicitamente inserito nell’ultima PAC. I maggiori ostacoli a cui un giovane deve far fronte nel momento in cui si insedia sono l’accesso alla terra e al credito.
Tuttavia, i giovani che si affacciano all’agricoltura presentano delle caratteristiche imprenditoriali interessanti e innovative che lasciano sperare in una nuova potenzialità per l’agricoltura italiana. Coldiretti ha creato un portale proprio dedicato ai giovani imprenditori agricoli in cui si possono trovare informazioni ed aggiornamenti su diverse tematiche inerenti l’agricoltura.
Per quanto riguarda le imprenditrici agricole esse rappresentano circa il 30% degli agricoltori; le loro imprese sono tendenzialmente multifunzionali e dirette ad ampliare e caratterizzare la loro offerta produttiva (trasformazione dei prodotti, il recupero delle antiche cultivar) e fornire servizi al territorio (servizi sociali, accoglienza e ristorazione). Anche per loro Coldiretti ha aperto un portale dedicato.
I giovani e le donne che decidono di diventare agricoltori oggi sembrano fare una scelta imprenditoriale precisa, orientando i fattori produttivi alle esigenze della filiera e dei consumatori. I comportamenti aziendali sperimentati sottolineano l’esistenza di nuove esigenze e fabbisogni a cui le politiche pubbliche stentano ad adeguarsi. Fino ad oggi, le politiche agricole si sono, infatti, concentrate sul problema del primo insediamento guardando essenzialmente alla nascita dell’impresa e non alla sua competitività e alle numerose difficoltà operative che sono alla base della mortalità imprenditoriale.
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