4.7.2. Il controllo del brusone del riso

Le malattie del riso sono in genere originate da funghi e possono causare delle perdite ingenti. La scelta varietale ricopre un aspetto importantissimo a cui segue l’adozione di adeguate pratiche agronomiche nonché l’utilizzo di alcuni fungicidi ad azione preventiva. Tra le varie malattie che possono colpire il riso, il brusone è la più pericolosa malattia fungina. Questa malattia viene causata dal fungo patogeno Pyricularia oryzae Cav.

Le spore infettive di Pyricularia oryzae osservate al microscopio ottico
Crediti immagine: Università di Pavia

Fitopatia e patogeno si caratterizzano per una eccezionale complessità, sia puramente biologica che relazionabile a parametri fisiologici, colturali, meteorologici, ambientali. Pertanto le ricerche devono essere condotte con approcci multidisciplinari, volti a monitorare il patogeno nell’ambiente, a collezionarlo, a valutarne la sua potenzialità e adattabilità infettiva, la sua variabilità e plasticità genetica.
I territori coinvolti nella produzione di riso nelle regioni Piemonte e Lombardia hanno nell’Università di Pavia l’interlocutore fondamentale per avere le indicazioni su come e quando intervenire. Infatti, gli studi svolti ricercatori del Laboratorio di Micologia e Patologia Vegetale (responsabile Prof.ssa Anna Maria Picco) del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente si sono concretizzati in un sistema di sorveglianza delle risaie che permette di proteggere la risaia non “a calendario”, ma nei periodi caratterizzati da un effettivo rischio di infezione; questo è calcolato sulla base della presenza/abbondanza del patogeno nell’aria, dello stadio fenologico della pianta, dell’ambiente e delle pratiche colturali predisponenti l’infezione.
Il Laboratorio di Micologia e Patologia Vegetale da oltre vent’anni raccoglie dati e informazioni sull’intero andamento della campagna risicola (caratteristiche degli areali coltivati e specificità dei singoli agro-ecosistemi, sensibilità/resistenza varietale, pratiche colturali e interventi fitoiatrici, andamento meteorologico,..) e questo ha permesso di correlare e validare ogni aspetto in riferimento all’andamento della campagna risicola.

Una tipica lesione fogliare da brusone del riso
Crediti immagine: Università di Pavia

4.7.1. Controllo della Drosophila suzukii

La Drosophila suzukii è un dittero che da alcuni anni infesta numerose colture in diverse regioni italiane. La peculiarità di questo dittero sta nella capacità delle femmine di deporre le uova anche in frutti sani in quanto riescono a perforarne la superficie. I frutti vanno di conseguenza incontro ad un rapido disfacimento.

Attualmente il controllo dell’insetto è principalmente effettuato tramite l’impiego di reti di contenimento o per cattura massale.

Le reti di contenimento riducono al minimo il danno da parte di questo insetto, poiché costituiscono una barriera attorno alla coltivazione. Tuttavia, le reti antinsetto devono essere ben gestite, e adattate alla coltivazione e alla morfologia del suolo. All’interno delle reti è di fondamentale importanza il monitoraggio per verificare l’eventuale presenza di D. suzukii e lo stato delle reti. L’impiego delle reti antinsetto consente inoltre una forte riduzione del numero di interventi insetticidi contro D. suzukii e limita l’insorgenza di resistenze dell’insetto ai prodotti fitosanitari.
La cattura massale è molto importante in autunno nelle colture e nei boschi limitrofi alle coltivazioni, e in primavera ai margini dei boschi e intorno agli impianti anche in assenza di coltura in atto. Per la cattura si impiegano delle trappole. Quelle messe a punto dalla Fondazione E. Mach si chiamano Biobest.

Trappola Biobest per Drosophila suzukii. La trappola contieneuna miscela (Droskidrink) formata da: aceto di mela (150 ml), vino rosso (50 ml) e un cucchiaino di zucchero di canna grezzo
Fonte: Horti Daily

Sul mercato esistono però altre trappole, degli esempi sono riportati nella figura sotto.

I limiti di queste tecniche però sono molti e sono allo studio metodi alternativi che coinvolgono specie antagoniste. In particolare sono tre le specie di imenotteri in grado di attaccare la Drosophila suzukii:

  • un parassitoide larvale, Leptopilina heterotoma Thomson (Hymenoptera Figitidae);
  • due parassitoidi pupali: Pachycrepoideus vindemiae Rondani (Hymenoptera Pteromalidae) e Trichopria drosophilae Perkins (Hymenoptera Diapriidae).

Inoltre, l’individuazione in corso degli aromi delle trappole che effettivamente attraggono la Drosophila da parte dell’USDA (Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti) permetteranno di immettere presto in commercio trappole maggiormente efficaci e selettive. Le nuove trappole conterranno acetilmetilcarbinolo (acetoino) e metanolo, combinati con acido acetico ed etanolo.

 

 

4.7. Casi applicativi di IPM

Alcuni esempi soono presenti nelle pagine seguenti.