– Favini insieme a CNR, università di Milano, Intercos ed Eurac research per un’economia sempre più circolare.

 

 


Favini annuncia di aver avviato una collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie molecolari del CNR, l’Università di Milano, Eurac Research e il produttore di cosmetici Intercos, per un progetto di ricerca integrata sulle biotecnologie industriali e sulla bioeconomia e, in particolare, sul possibile riutilizzo dello scarto industriale della tostatura del caffè per la produzione di carta. Le attività si svolgono all’interno del progetto CirCo (Circular Coffee), finanziato da Fondazione Cariplo e Innovhub SSI. Dal 2012, il reparto R&D Favini realizza Crush una gamma di carte ecologiche che riusa creativamente (upcycling) i residui agro industriali della lavorazione di agrumi, uva, ciliegie, lavanda, mais, olive, kiwi, nocciole e mandorle in sostituzione parziale della cellulosa.

Il mercato del caffè è uno dei più fiorenti a livello mondiale e il suo consumo annuo è pari a circa 10 milioni di tonnellate (dati 2015). Solo in Italia, se ne consumano 3,4 kg a testa in un anno, un dato che fa del nostro Paese il quarto importatore a livello mondiale.

La lavorazione del caffè prevede diverse fasi e genera differenti tipologie e una notevole quantità di scarti, dal pericarpo al pergamino, dalla pellicola argentea (silverskin) ai residui d’estrazione. La presenza di questi materiali residui rappresenta per i produttori un problema, mentre per l’economia e per l’ambiente un’opportunità non colta. Si tratta, in alcuni casi, di materiali che potrebbero essere usati per differenti scopi ma che, spesso, vengono semplicemente smaltiti, con costi elevati, sia economici che ambientali.

Uno scarto della lavorazione italiana del caffè è la pellicola argentea (coffee silverskin) che rappresenta fino al 2 per cento del peso totale del chicco di caffè e, solo in Italia, se ne producono 7500 tonnellate all’anno. Ad oggi, viene utilizzata in alcuni Paesi solo come fertilizzante o come combustibile.
Favini, insieme agli altri importanti partner, grazie a questa ricerca intende approfondire ulteriormente il proprio know-how in materia di riutilizzo di sotto-prodotti e in particolare del silverskin. La contaminazioni di idee tra enti, oltre ad aziende di settori diversi, come Intercos, che sviluppa e produce prodotti cosmetici, può aiutare a rendere l’economia sempre più circolare, migliorare i processi produttivi e il grado di sostenibilità ambientale. Puntando sulla riconversione dei processi da convenzionali a circolari, è possibile attuare infatti un cambiamento importante, in grado di ottimizzare l’utilizzo delle risorse naturali rinnovabili e di valorizzare gli scarti di produzione.


Con la partecipazione a questo progetto di ricerca, mettiamo a disposizione la nostra expertise nel campo e intendiamo aprirci a una proficua contaminazione di idee. Già da anni utilizziamo i sottoprodotti della lavorazione della filiera del food per produrre carta. Con Crush, siamo arrivati infatti a sostituire fino al 15% di cellulosa vergine con residui agro-industriali, preservando al contempo la qualità del prodotto, riducendone l’impronta ecologica. Oggi, siamo ancora allo studio per migliorare ulteriormente il processo produttivo, con l’auspicio che il nostro modello sia replicato anche in altre industrie”, dichiara Eugenio Eger, Amministratore Delegato di Favini.


 

 

Aziende informano – Archivio 2017-18

 

 

– AGSM elimina la carta e lo fa con un Contest

 


Obiettivo: snellire i processi interni e accelerare il passaggio alla digitalizzazione. Al via anche un’iniziativa per sostenere l’Associazione caritatevole San Vincenzo.

AGSM accelera nel percorso verso la digitalizzazione. Il Gruppo ha lanciato una competizione riservata ai dipendenti finalizzata a raccogliere la carta archiviata e gli oggetti d’ufficio inadeguati ai nuovi modelli di gestione. Un modo per liberare gli ambienti di lavoro, ma soprattutto per snellire i processi e incrementare l’efficienza.

La competizione premierà il dipendente che avrà maggiormente bonificato la propria postazione di lavoro.

A oggi sono state riempite due intere sale riunioni: oltre alla carta, sono stati raccolti vecchie tastiere, mouse, calcolatrici, tamponi per francobolli e vecchi misuratori per la lettura dei contatori, caschetti di sicurezza non più utilizzabili.

Il passaggio alla dematerializzazione è accompagnato anche da un’iniziativa per sostenere l’Associazione caritatevole San Vincenzo in linea con la storica attenzione del Gruppo AGSM verso i bisogni del territorio.


Il Gruppo AGSM, nato nel 1898 a Verona, si occupa di produzione e distribuzione di energia elettrica e calore, di gas e servizi di smart city. Fornisce servizi essenziali e prodotti integrativi per il cittadino e per lo sviluppo delle imprese, degli enti e delle istituzioni del territorio. 

 


Agsm Energia, società del Gruppo AGSM, con sede a Milano e Verona è una primaria multiutility presente in 5.000 comuni d’Italia con 400.000 punti di fornitura attivi. 
Opera nei settori della vendita di energia elettrica, gas naturale e teleriscaldamento e si rivolge a famiglie, imprese, enti e pubblica amministrazione e grossisti.

 


Aziende informano  – Archivio

 

* La strategia delle Generali sui cambiamenti climatici. Saranno disinvestiti 2 miliardi di euro dal carbone

Il Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali S.p.A, riunitosi lo scorso 21 febbraio sotto la presidenza di Gabriele Galateri di Genola, ha approvato la strategia sul cambiamento climatico.

Principali punti chiave:

  • € 3,5 miliardi di nuovi investimenti green entro il 2020
  • Aumento dell’offerta dei prodotti a valenza ambientale
  • Dialogo con gli stakeholder per favorire la transizione verso una società a basso impatto ambientale

Da tempo il Gruppo Generali sta attivamente adeguando il proprio business rendendolo sempre più sostenibile, in coerenza con l’impegno della comunità nell’affrontare le grandi sfide globali, a cominciare da quella del cambiamento climatico. La strategia approvata, a cui seguiranno specifiche policy, è in linea con i principi del Global Compact, cui Generali ha aderito da tempo, e della Paris Pledge for Action definita nell’ambito di COP 21, cui Generali ha aderito nel 2015.

La strategia prevede azioni su investimenti e underwriting, che rappresentano il cuore delle attività  del Gruppo.

Per quanto riguarda gli investimenti, Generali, in qualità di asset owner (general account investment), aumenterà l’esposizione verso attività green, disinvestendo inoltre progressivamente dalle società legate al carbone. Rispetto all’underwriting, aumenterà l’offerta di prodotti a valenza ambientale, mantenendo un’esposizione minima al settore del carbone.

Investimenti in qualità di asset owner

Generali, con riferimento ai propri general account, si impegna a sviluppare le seguenti azioni:

– Investimenti green entro il 2020
– Sarà incrementato di € 3,5 miliardi l’investimento in settori green (principalmente attraverso green bonds e green infrastructures).
– Generali monitorerà annualmente il piano di azione per valutarne la corretta implementazione e il possibile miglioramento degli obiettivi.
– Posizionamento rispetto alle attività carbonifere
– Generali non effettuerà nuovi investimenti in società legate al settore carbonifero.

Con riferimento all’attuale esposizione al settore del carbone, pari a circa € 2 miliardi, Generali dismetterà gli investimenti azionari e disinvestirà gradualmente da quelli obbligazionari, portandoli a scadenza o valutando la possibilità di dismetterli prima della scadenza. Il Gruppo applicherà delle eccezioni solo in quei Paesi dove la produzione di energia elettrica e per il riscaldamento sono ancora dipendenti, senza alternative significative nel medio periodo, dal carbone. Attualmente tali eccezioni ammontano ad una porzione marginale degli investimenti (pari circa allo 0,02% dei general account).

Underwriting

Generali, con riferimento ai premi relativi ai prodotti non-vita, si impegna a sviluppare le seguenti azioni:

Sviluppo assicurazioni green
Sarà aumentata la quota del portafoglio premi relativamente al settore delle energie rinnovabili.
Sarà aumentata l'offerta di prodotti a valenza ambientale (ad esempio mobilità sostenibile ed efficienza energetica) per il mercato retail e le Pmi.

 Posizionamento rispetto alle attività carbonifere
Attualmente l’esposizione di Generali alle attività carbonifere, rispetto al totale dei premi dei prodotti non-Vita, è minima ed è principalmente riferita ai Paesi nei quali l’economia e l’occupazione dipendono in modo significativo dal settore del carbone. Il Gruppo proseguirà nella politica di minima esposizione assicurativa. 

Coinvolgimento stakeholder

Nei Paesi nei quali l’economia e l’occupazione dipendono in modo significativo dal settore del carbone, Generali coinvolgerà, attraverso un dialogo costante, emittenti, clienti e altri stakeholder, monitorando i loro piani di riduzione degli impatti ambientali, la strategia di transizione verso attività a basso impatto ambientale e le misure previste per la protezione della comunità e dei cittadini. Le informazioni fornite verranno valutate di volta in volta per procedere a definire azioni più specifiche.

Definizione di attività carbonifere

Generali utilizza criteri stringenti per definire le attività carbonifere

– società i cui ricavi derivano per una quota superiore al 30% dal carbone
– società la cui produzione di energia deriva per una quota superiore al 30% dal carbone
– società estrattive con una produzione di carbone superiore a 20 milioni di tonnellate l'anno
– società attivamente impegnate nella costruzione di nuovi stabilimenti o impianti di carbone.