* Emilia Romagna in prima linea contro la plastic soup grazie a un progetto sulle reti da pesca

Finanziato da EIT Climate-KIC
 


A Ravenna, nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale si è tenuta il 22 novembre scorso la prima tavola rotonda con 10 stakeholder locali selezionati nell’ambito del progetto europeo LOOP Ports, finanziato da EIT Climate-KIC, la community europea sui cambiamenti climatici. 

La tavola rotonda organizzata dall’Università di Bologna in collaborazione con il Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia (CIFLA) è stata dedicata alla creazione di una filiera economica regionale della plastica proveniente da reti da pesca e d’acquacoltura, partendo dal caso di studio della Regione Emilia-Romagna.

Infatti nella Regione vi è un importante distretto di acquacoltura che impiega circa 350 tonnellate di reti in un anno. Che fine fanno?

Recentemente uno studio di Legambiente sul Marine for Litter ha stimato che solo il 25% della plastica usata per la mitilicoltura (le cosiddette calze)  viene raccolto e il rimanente 75% viene disperso in mare alimentando l’invasione delle micro-plastiche. Più precisamente si legge che sono "oltre 10mila retine per la coltivazione di mitili quelle rinvenute sugli arenili italiani, per una media di 31 pezzi ogni 100 metri di litorale (in alcune spiagge punte di oltre il 70% rispetto ai rifiuti complessivi). Particolarmente preoccupante il bilancio di Porto Garibaldi (FE): le calze di plastica per la coltivazione dei mitili sono risultate l’80% dei rifiuti rinvenuti in sei mesi (oltre 20mila retine su 26.112 rifiuti censiti)."

Dunque le reti dismesse rientrano tra i materiali della cosiddetta plastic soup che inquina i nostri mari, problema attuale e di enorme portata. Uno dei nodi da sciogliere per risolverlo riguarda la normativa vigente: nella direttiva europea sulla plastica monouso la responsabilità è di fatto estesa al produttore (in questo caso al produttore di attrezzature da pesca) attraverso quella che viene chiamata la Extended Producer Responsability. La tavola rotonda  ha avuto l’obiettivo di tessere un filo d’unione tra produttori, gestori dei rifiuti, innovatori di materiale e aziende autorizzate al recupero, produttori di materiali riciclati e distributori sul mercato. Sono intervenuti così Federica Focaccia di Art-ER, Giuseppe Prioli presidente del Consorzio Cooperativa Mare, Sandro Pelati di Clara, Mirko Regazzi di Hera, Paolo Azzurro di ANCI, Tomaso Fortibuoni di ISPRA; Silvia AliAntonio Fermani e Marco Grandinetti di Gefe Polymers, Arturo di Cioffi di Dimension Polymers, Simone D’Acunto di Cestha. Infine Pasquale e Luca Saggese di SAPLA S.r.l., azienda di Battipaglia (SA) tra le poche in Italia autorizzata al recupero e la trasformazione delle reti da pesca; Marco Scoponi di APM S.r.l. che ha sviluppato innovative reti da pesca biodegradabili.

* TODIS lancia i suoi prodotti biodegradabili per la casa

Dopo la linea “A TUTTO SAPORE” (frutta e verdura 100% italiana con packaging plastic-free), la catena di supermercati TODIS fa un nuovo passo per un futuro più pulito: le nuove linee “WIAL NATURA” e “RIXEL NATURA”, prodotti per la casa completamente biodegradabili. 


“WIAL NATURA” e “RIXEL NATURA” sono detergenti a basso impatto ambientale per la cura del bucato e per la pulizia di superfici e stoviglie. La formulazione con tensioattivi di origine vegetale, li rende rapidamente biodegradabili, ipoallergenici e a basso contenuto di Nichel, mentre le confezioni sono realizzate in plastica riciclata attraverso processi volti alle riduzioni delle emissioni.
TODIS ha scelto di contribuire in maniera concreta alla riduzione dell’inquinamento ambientale. I petrolati e l’ammoniaca contenuti nei comuni detergenti domestici, inquinano le acque di scarico, che arrivando alle falde inquinano fiumi e mari e penetrano fino ai terreni: questo crea seri problemi agli ecosistemi di flora e fauna.
Secondo la Environmental Protection Agency, circa il 75% dei composti organici volatili (detti VOCs) provengono dai combustibili, il restante 25%, invece, sarebbe dovuto all’impiego di prodotti chimici.

Per maggiori informazioni: http://www.todis.it
https://www.facebook.com/todisbuongiornoconvenienza/
 


Fonte: Ufficio Stampa Mediamover 
340 2893068
info@mediamover.it

Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica 2020

Martedì 19 novembre è avvenuta la finalissima del Premio Galileo 2020, il premio letterario per la divulgazione scientifica, promosso dal Comune di Padova, giunto alla quattordicesima edizione.

Il Premio Galileo seleziona i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in Italia nel biennio precedente. I cinque libri finalisti saranno votati a Padova il 2 dicembre 2019,  venerdì 8 maggio 2020 la cerimonia di premiazione del vincitore presso l’Aula Magna dell’Università di Padova. 


Il presidente dell’edizione 2020 sarà Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale, direttore scientifico di Humanitas, e ricercatore più citato a livello nazionale. Come annuncia Colasio: “Il rettore Rizzuto ha accettato l’invito di indicare una cinquina di prestigiosi docenti dell’università di Padova per partecipare alla giuria”, e per questo sono stati scelti Maurizio Borin, docente di agronomia; Marco Ferrante, docente di calcolo delle probabilità; Maria Maddalena Parlati, docente di letteratura inglese; Maria Berica Rasotto, docente di anatomia comparata; e Flavio Seno, docente di fisica teorica della materia. A questi si aggiungono cinque giornalisti specialisti della divulgazione scientifica: Gabriele Beccaria (La Stampa), Rossella Panarese (Radio3Scienza), Giovanni Caprara (il Corriere della sera), Barbara Carfagna (Rai), e Silvia Bencivelli, giornalista, saggista e conduttrice radiofonica e televisiva.

L’obiettivo del Premio Galileo è quello di selezionare i migliori testi di divulgazione scientifica in lingua italiana. Quest’anno hanno partecipato 40 case editrici e persino un libro autoprodotto su Amazon, “un'operazione interessante dal punto di vista dell’editoria”, commenta Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost. “Il Premio Galileo si sta configurando come il più importante in Italia per la divulgazione scientifica”, spiega Andrea Colasio, assessore alla cultura del Comune di Padova. “In questa edizione sono due le novità rilevanti. La prima è che il Premio farà il grand tour. Per dare visibilità all'evento, d’accordo con il Rettore, è stato deciso che i 5 finalisti, da gennaio a marzo, saranno in tour in alcuni luoghi topici della divulgazione letteraria in Italia: Milano, Torino, Trento e, naturalmente, Padova. È un modo per portare il Premio Galileo in più città e renderlo di caratura nazionale. La seconda è un concorso proposto a tutte le scuole secondarie di secondo grado di Italia, dal tema "Fake troppo fake! Racconti (corretti) di scienza”. Ha l’obiettivo di stimolare i giovani studenti di tutta Italia alla corretta informazione scientifica: dalla capacità critica nell’analisi delle fonti alla ricostruzione della nascita e diffusione della “bufala scientifica.”

Il Premio Galilei ha pure la finalità di portare l'attenzione su Padova come città della scienza. Per questo anche quest’anno il Galileo Festival della scienza e innovazione si svolgerà in contemporanea con il Premio Galileo. Filiberto Zovico a tal proposito dice: “C’è una sinergia di tempi e di obiettivi, la scelta di rendere sempre più pervasivo e nazionale il Premio implica una traiettoria sulla quale si trova anche il lavoro per il festival, che durerà 7 giorni, dal 4 al 10 maggio 2020. Saranno quindi delle occasioni per invitare molti giovani a conoscere il Premio Galileo, il festival e la città”.

Per approfondire leggi il comunicato stampa sotto allegato

L'edizione del Premio Galileo  – 2020

Il vincitore 
____________________________________________

Per informazioni Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica
Ufficio Stampa nazionale e internazionale
press@goodnet.it 
T. 049 8761884 | M. 375 5239163