Wigwam e bombe ecologiche. Il progetto per il Sito contaminato di interesse nazionale Caffaro di Torviscosa (UD)


Rete Wigwam è risultato vincitore di un bando del Ministero dell’Ambiente, mirato alla consapevolizzazione sui temi ambientali, della popolazione scolastica residente intorno all’area SIN (Sito contaminato di Interesse Nazionale) Caffaro di Torviscosa nella Riviera Friulana.

Il progetto, che sarà realizzato con un contributo del Ministero destinato alle associazioni riconosciute che operano nel settore ambientale, si inserisce nell’azione di educazione ambientale destinata alle scuole più sfortunate, quelle situate all’interno dei 41 siti contaminati d’interesse nazionale (SIN), che sono tra i luoghi più inquinati d’Italia e nei cui territori docenti e alunni si trovano a dover combattere una quotidiana battaglia contro l’inquinamento e il degrado ambientale.

Le attività, vedranno convolti in primis la Wigwam Local Community della Riviera Friulana nel cui territorio si trova la SIN Caffaro di Torviscosa; le scuole facenti parte dell’Istituto Comprensivo “Università Castrense” di San Giorgio di Nogaro; la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, Direzione Marittima di Trieste / Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Nogaro; l’Istituto di Ricerca Riconosciuto Agriteco di Venezia-Marghera; l’Unione Nazionale dei Giornalisti Agroalimentari e Ambientali e la sua associazione regionale ARGA Friuli Venezia Giulia ed infine, per la sua consolidata esperienza, dal Venice Resilience Lab delle C omunità Locali Wigwam della Città di Venezia e di Venezia-M.

 

* Frosta dice addio alla busta 100% di plastica dei surgelati

Il minestrone della Valle degli Orti di FRoSTA è il primo surgelato in busta con l’innovativo packaging sostenibile: un impegno concreto per la riduzione della plastica superflua.
Meno 70% di plastica e meno 40% di CO2 prodotta.


Arriva per la prima volta nel banco freezer e nelle cucine degli italiani l’ecobag per surgelati. Attraverso un mix di materiali studiati ad hoc, FRoSTA, azienda di surgelati pioniera nell’ambito della produzione responsabile, lancia sul mercato italiano il primo packaging sostenibile, realizzato a ridotto impatto ambientale e riciclabile nella carta.  

Una rivoluzionaria e importante innovazione tecnologica, tutta italiana, sviluppata per il settore dei surgelati, storicamente vincolato, soprattutto nel caso delle confezioni in busta, all’uso esclusivo della plastica per gli imballaggi.  Cuore della sfida è la riduzione di quest’ultima e la creazione di una busta a base di carta che, nel freezer, è in grado di conservare al meglio le proprietà, il gusto e la qualità del prodotto finale.
L’Italia è il primo Paese a lanciare sul mercato questo packaging sostenibile e il primo prodotto FRoSTA a beneficiare dell’ecobag è il Minestrone Valle degli Orti.  
La riduzione dell’impatto ambientale del nuovo packaging è infatti sensibile: grazie all’ecobag si stima una diminuzione di più del 70% di plastica e di circa il 40%* di CO2 prodotta rispetto alle confezioni precedenti (*dati basati sul processo produttivo del minestrone Classico La Valle degli Orti).

L’impatto ambientale è stato valutato misurando la CO2 footprinting del Minestrone Classico Valle degli Orti e tenendo in considerazione tutte le fasi del processo produttivo fino all’arrivo nelle case dei consumatori.

Il risultato dello studio ha mostrato che l'uso della carta come componente principale di una confezione ha vantaggi in termini di emissioni di CO2 rispetto al precedente imballaggio totalmente in plastica PET / PE. 

Un ruolo essenziale nell'imballaggio di carta FRoSTA è proprio la mancanza, durante la lavorazione e rifinitura della confezione, della fase di sbiancamento, che evita l’utilizzo di molte sostanze chimiche….

 

Premiati gli studenti ideatori del progetto “Food action”, presentato dalla città di Torino alla “Shenzhen Design Award for young talents”


Sara Ceraolo e Raffaele Passaro, laureati in Design Sistemico al Politecnico di Torino, sono gli unici europei premiati con il New Star Award 2019, la competizione internazionale promossa da Shenzhen City of Design Promotion Association (SDPA) e co-organizzato dall'UNESCO Creative Cities Network, riservata ai designer under 35.

Il loro progetto Food Action – A socially design strategy to provide meals to homeless people by the usage of food waste è stato premiato nella categoria riservata agli studenti del prestigioso concorso internazionale Shenzhen Design award for Young talents (SDAY) riservato ai giovani designer provenienti dalle 180 città appartenenti alla UNESCO Creative Cities Networkdi cui Torino – unica italiana tra le città creative UNESCO del design – fa parte.

Quest’anno il tema scelto per la competizione è stato l’Inclusive Design: alle città della rete UNESCO è spettato il compito selezionare i progetti da iscrivere alla competizione, valutando quelli che meglio interpretassero il tema proposto e le reali possibilità di realizzazione.
Food Action, che promuove un approccio innovativo ai problemi dello spreco alimentare e della povertà alimentare, è stato presentato alla competizione dalla Città di Torino perché ritenuto interessante, innovativo, e rientra anche a pieno titolo in due ambiti che da sempre segnano l'eccellenza torinese: la gastronomia e la solidarietà.

Obiettivo del progetto è quello di sviluppare nuovi prodotti edibili – partendo da materie prime d’eccedenza – che possano essere offerti come valide alternative alimentari, sane e gustose, ai senzatetto ospitati nelle case di accoglienza notturna della Città di Torino.

Questi prodotti, trasformati grazie all’utilizzo di normali centri di cottura low tech, mantengono valori nutrizionali e caratteristiche organolettiche senza trascurare l’importanza della qualità percepita, dell’esperienza di consumo e della personalizzazione e utilizzano le eccedenze alimentari secondo una prospettiva sostenibile attivando una pratica di riduzione dello spreco alimentare e di progettazione per il sociale.
 


Food action è un progetto del Polito Food Design LAB del Politecnico di Torino, laboratorio di ricerca applicata sui temi di socially responsible food design, e rientra nell’ambito del progetto più ampio Fighting Food Waste Design (FFWD), con referenti scientifici i professori Cristian Campagnaro e Paolo Tamborrini del DAD – Dipartimenti di Architettura e Design.