Sostenibilità e cambiamenti climatici, a Bologna il primo centro interdisciplinare di formazione manageriale in Europa

Bologna Business School, la scuola di formazione manageriale dell’Università di Bologna, inaugura il nuovo Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici, punto di riferimento europeo per la formazione aziendale sui temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.


Si è svolta lo scorso 17 maggio la presentazione del Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici di Bologna Business School, progetto innovativo che mira a diventare punto di riferimento europeo nell'applicazione della ricerca interdisciplinare e d’avanguardia sulle tematiche dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, finalizzata a programmi e iniziative di alta formazione manageriale.

Il progetto è stato inaugurato durante un evento in streaming a cui hanno partecipato il Dean di Bologna Business School, Massimo Bergami, il CEO di Enel, Francesco Starace, e Romano Prodi, Presidente del Collegio di Indirizzo di BBS.

Istituito in collaborazione con l’Università di Bologna, il Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici di BBS costituisce infatti il primo centro di formazione manageriale di portata e ambizione multidisciplinare in Europa. Qui 11 nuovi Assistant Professor, provenienti da diverse discipline – tra cui Management, Ingegneria, Fisica, Geografia, Medicina e Legge – lavoreranno a stretto contatto con la Core Faculty della Scuola con l’obiettivo di supportare le aziende nel loro percorso di transizione sulle tematiche della sostenibilità e della responsabilità ambientale d’impresa.

Nel corso dell’evento la presentazione del Centro, delle sue attività ed obiettivi, è stata in particolare affidata alle parole del Direttore, il Professor Matteo Mura, e a quelle dell’Assistant Professor Jelena Lonkarski.

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* Consorzio RICREA: Italiani sempre più virtuosi nella differenziata


Nonostante le restrizioni che hanno duramente colpito i settori della ristorazione e dell’industria non alimentare, l’Italia si conferma un’eccellenza europea nella raccolta differenziata degli imballaggi in acciaio, quali barattoli e scatolette, bombolette spray, tappi corona, capsule, scatole fantasia, latte, fusti e fustini. Nel 2020 è stato riciclato il 79,8% degli imballaggi in acciaio immessi al consumo. Il dato percentuale è molto vicino a quello all’anno precedente (-0,8%) nonostante la pandemia abbia avuto un impatto importante sulla componente industriale.
Molto positivo invece il dato sulla raccolta differenziata nei Comuni, anche grazie all’impegno dei cittadini. Rispetto al 2019, lo scorso anno si è registrato infatti un aumento del 6% della quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,01 Kg per abitante. Un risultato favorito dal maggior tempo trascorso in casa e dal crescente utilizzo di imballaggi per uso domestico, ma anche una conferma che il sistema di raccolta e riciclo in Italia è ben collaudato, e che quello della sostenibilità è un tema sempre più presente nella coscienza comune. 

I dati sono stati resi noti da RICREA, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio, uno dei sei consorzi di filiera del Sistema CONAI. Nel 2020 le tonnellate di imballaggi in acciaio avviate al riciclo sono state 370.963, sufficienti per realizzare circa 3.700 km di binari ferroviari. 

“In un anno così delicato siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da tutta la filiera del riciclo degli imballaggi in acciaio, un metallo che viene riciclato all’infinito senza perdere le sue intrinseche qualità – commenta Domenico Rinaldini, Presidente di RICREA -. Questi dati evidenziano ancora una volta come siamo già in linea con l’obiettivo dell’80% previsto dalle direttive europee in materia di economia circolare entro il 2030. Come Consorzio lavoriamo da oltre 20 anni per favorire, promuovere e agevolare la raccolta e il riciclo, e il nostro principale obiettivo ora è quello di migliorare la qualità”.

In seguito al rinnovo dell’Accordo Quadro ANCI-CONAI, nel giugno scorso è entrato in vigore il nuovo Allegato Tecnico per gli imballaggi in acciaio relativo al quinquennio 2020-24 che mette in campo nuove regole e volge particolare attenzione al tema della qualità delle materie prime, premiando le fasce migliori con aumenti dei corrispettivi erogati ai Comuni.

Le positive ripercussioni di un percorso virtuoso, che comincia nelle case degli italiani con la differenziata e si conclude in acciaieria con la rinascita dell’acciaio sotto forma di nuovi prodotti, hanno un impatto importante non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia. Gli imballaggi in acciaio avviati al riciclo nel 2020 hanno consentito infatti di risparmiare 1,3 TWh di energia primaria e 260.000 tonnellate di materia prima, evitando la dispersione di 384.000 tonnellate di CO2 equivalente. Il valore economico della materia recuperata in un anno è pari a 12 milioni di euro.

“University Impact Ranking”. L’Università di Padova è tra i primi 100 al mondo


L’Università di Padova è tra i primi 100 atenei al mondo nella classifica THE Impact Ranking. Un importante riconoscimento del ruolo dell’Ateneo nel perseguire i 17 obiettivi dell’ONU per uno Sviluppo Sostenibile. 

 Il  21 aprile 2021 sono stati pubblicati  i risultati della terza edizione dello University Impact Ranking, la classifica elaborata dalla testata internazionale Times Higher Education (THE) con lo scopo di evidenziare come il settore dell’Alta Formazione e Ricerca affronti gli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati nell’Agenda ONU 2030. Il ranking intende fornire una rappresentazione di come il lavoro delle università influisca sulla comunità al di là dei compiti primari della didattica e della ricerca.  Intende valutare, cioè, il più generale contributo al benessere e al trasferimento di conoscenza della società. Queste attività sono oggi comunemente ricondotte all’espressione Terza Missione che THE valuta nella nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU (Sustainable Development Goals – SDGs).
L’Impact Ranking è una classifica recente che si sta affermando rapidamente a livello internazionale come è dimostrato dalla forte crescita nel numero di partecipanti, passati dai 768 atenei della scorsa edizione ai 1.115 di questo nuovo ranking, e dalla presenza di tutte le migliori grandi università.
In questa contesto competitivo, l’Università di Padova centra l’obiettivo di entrare tra i primi 100 atenei al mondo, posizionandosi al 99° posto, unico ateneo italiano con l’Università di Bologna. La classifica è elaborata sulla base dei risultati ottenuti per l’obiettivo 17 dell’ONU (modalità di attuazione e collaborazioni per il perseguimento degli SDG), considerato come prerequisito indispensabile per la partecipazione al ranking, e dei migliori tre risultati ottenuti con riferimento agli altri SDG. Analizzando le classifiche per i singoli Obiettivi, l’Ateneo padovano ottiene il migliore risultato nel SDG 4 – Qualità della didattica, dove si classifica 14° posto su scala mondiale. Questa classifica considera quanto l’istituzione garantisca un'istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuova le opportunità di apprendimento permanente per tutti. Il secondo migliore risultato, l’ateneo di Padova, lo ottiene nel SDG 8 – Lavoro Dignitoso e Crescita Economica, classificandosi 27°. Questo indice valuta le politiche di gestione del personale, la partecipazione degli studenti ad attività di stage e tirocinio nonché la partecipazione allo sviluppo del proprio territorio. Il terzo miglior risultato è nel SDG 11 – Città e Comunità Sostenibili, dove l’Ateneo si classifica 47°. Questo indice valuta le pratiche di sostenibilità ambientale e l’impegno per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale.

Infine, l’Università di Padova si conferma tra i primi 100 atenei al mondo per il proprio impegno nella Parità di Genere (SDG 5, 89° posto), nell’obiettivo relativo a Industria, Innovazione e Infrastrutture (SDG 9, 75° posto) e in quello riferito a Salute e Benessere (SDG 3, 84° posto).