* Voi Technology: l’avvio del servizio InApp Navigator nella Capitale

 Voi Technology, compagnia svedese di micromobilità elettrica condivisa, in qualità di partner della 6° Conferenza nazionale della sharing mobility di Roma, annuncia l’avvio del servizio InApp Navigator nella Capitale, che permetterà agli utenti di conoscere in anticipo il costo della corsa che vogliono effettuare e il percorso consigliato, tenendo conto delle piste ciclabili presenti, per una migliore esperienza di viaggio e di parcheggio. 


Voi Technology è partner della 6° Conferenza nazionale della sharing mobility di Roma  (10 ottobre 2022) in qualità di esperto del settore, con operazioni attive in 11 nazioni europee e oltre 100 città, di cui 6 in Italia. “Lesscars drive the(R)evolution”, questo il tema chiave dell’intera conferenza, ovvero come la diminuzione dell’uso dell’auto privata potrà contribuire a cambiare e migliorare il modo in cui ci sposteremo e vivremo nelle nostre città. 

I progetti pratici per realizzare un servizio di micromobilità elettrica in sharing più efficienti, sicuri ed integrati per il trasporto pubblico urbano.

L’operatore svedese sta investendo molto nelle città italiane. Lo sviluppo della micromobilità elettrica in sharing passa anche per una migliore esperienza di utilizzo del servizio sull’app. Per questo motivo Voi ha lanciato da poco a Roma il servizio InApp Navigator, che permetterà agli utenti di conoscere in anticipo il costo della corsa che vogliono effettuare e il percorso consigliato per una migliore esperienza di viaggio e di parcheggio. Agli utenti sarà infatti consigliato il percorso più efficiente ma anche più sicuro per il proprio itinerario da un punto A a un punto B della città tenendo in considerazione diversi fattori. Innanzitutto, l’area di parcheggio consigliata od obbligatoria più vicina alla propria posizione di partenza e di destinazione. In questo modo l’utente saprà in anticipo dove potrà parcheggiare.
Inoltre, per la corsa, sarà consigliato un itinerario che terrà principalmente conto di strade in cui sono presenti piste ciclabili per un’esperienza di viaggio più sicura, ma anche strade secondarie in modo che l’utente possa evitare le arterie più trafficate.
Al punto di arrivo poi, il conducente sarà facilitato ad individuare l’area in cui potrà parcheggiare correttamente il monopattino grazie a un sistema di visualizzazione fotografica dell'area, così che, oltre all’indicazione del punto sulla mappa in app, l’utente possa riconoscerla anche visivamente come appare nella realtà.  

Voi ha inoltre selezionato Roma come una delle 10 città europee in cui iniziare un progetto pilota per testare una nuova soluzione di computer vision, machine learning ed intelligenza artificiale, che possa individuare quando un conducente di monopattino sta conducendo il veicolo sui marciapiedi. Grazie a una base di dati iniziali ed al continuo apprendimento dei mezzi sulle strade, questo sistema di computer vision e machine learning permetterà alla nuova tecnologia di imparare a determinare la differenza fra l’asfalto delle strade e quello dei marciapiedi di ogni singola città.

La Conferenza e la Visione e proposta di Voi Technology

Durante un panel dedicato alla condivisione dello spazio urbano tra i molteplici attori del traffico cittadino (pedoni, automobilisti, motociclisti, ciclisti ed utenti di monopattini), sono state presentate le visioni (rendering a cura dello studio d’architettura JaJa Architects) di Voi Technology della Città fatte per essere vissute.

 

* Agricoltura, l’economia circolare supera la “crisi concime”. In Friuli Venezia Giulia, fertilizzante organico dagli impianti di biogas

Greenway Group, grazie alla produzione di digestato, ha limitato al minimo il ricorso ai concimi chimici grazie a una filiera sostenibile dal valore aggiunto sia ambientale sia economico. 


Per superare la crisi che sta colpendo l’agricoltura davanti a una carenza di fertilizzante, con conseguente aumento esponenziale dei prezzi, arriva la risposta del Greenway Group. La realtà friulana, che raccoglie la Greenway Agricola, la San Daniele Bioenergie (entrambe con sede a Codroipo – UD) e la Greenfirm di Pordenone, ha concretizzato da tempo i principi di quella transizione ecologica diventata oggi linea guida di sviluppo. Come? «Avviando una vera economia circolare a carattere territoriale», spiega il presidente Marco Tam alla guida del gruppo insieme con Gabriele Gardisan. «Dalla coltivazione dei campi alla produzione di biogas, fino a ottenere il digestato: un residuo della fermentazione delle biomasse vegetali agricole che è ad altissimo valore agronomico e viene utilizzato nei campi in sostituzione dei concimi cimici».
Attraverso i propri impianti di Bertiolo e San Daniele del Friuli, il Greenway Group riesce ad arrivare a una produzione di circa 28 mila tonnellate di digestato all’anno «che ci permette di sostituire quasi interamente il ricorso ai concimi chimici per la coltivazione di quasi 700 ettari di terreno», prosegue Tam. «Questo ci consente ad oggi di non essere dipendenti dai fertilizzanti e dalle materie prime necessarie – come ad esempio l’azoto – per la concimazione che provengono dall’est Europa e i cui costi, a causa del conflitto russo-ucraino in corso e delle tensioni internazionali, sono aumentati esponenzialmente negli ultimi mesi, aprendo una pesante crisi sul fronte agricolo». La filiera circolare del Greenway Group parte dai campi. «Sono circa 700 gli ettari dedicati per il 75% alle colture energetiche, per la produzione di biomasse, e per il restante 25% alle colture di uso umano e animale, prevalentemente soia, colza e girasole», prosegue il presidente del Greenway Group. «Altri 45 ettari sono destinati alla coltivazione della vite. Da queste uve ricaviamo vino che viene commercializzato attraverso la Greenfirm con il nostro marchio “Filare Italia”. Tutte le coltivazioni beneficiano di quel digestato, un fertilizzante organico con una parte liquida e una frazione solida e completamente inodore, ottenuto negli impianti di biogas». E proprio da questi impianti arriva la produzione di energia elettrica che permette di soddisfare il fabbisogno di circa 20.000 persone.

Il Gruppo Greenway opera nel settore agro-energetico e vitivinicolo con un’attività che spazia dalla produzione di energia da biomasse alla produzione e commercializzazione delle uve, comprendendo la coltivazione di prodotti agricoli per uso energetico e alimentare. Per l’estensione della superficie in coltivazione diretta e per il suo giro d’affari, il gruppo è una delle realtà più importanti nel settore in Friuli Venezia Giulia.

 Greenway Gruppo

 

 

*CONAI annuncia i dati nazionali nel suo Programma Generale

Il 73,3% degli imballaggi a riciclo nel 2021. Cresce l’immesso al consumo, ma il riciclo tiene: 10 milioni e 550mila tonnellate di pack hanno una seconda vita. Il recupero totale supera invece l’82%. 727 milioni di euro versati da CONAI ai Comuni per la differenziata, 445 milioni per finanziare attività di trattamento, riciclo e recupero. Il presidente Luca Ruini: «In un momento di crisi legata a materie prime ed energia, le nostre città sono sempre più miniere urbane che producono risorse». Crescono i conferimenti a CONAI al Centro e al Sud, in flessione nel Nord.


Nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate. Una percentuale in leggera crescita rispetto al record del 2020, in cui si era toccato un livello di avvio a riciclo che sfiorava il 73%, e un risultato che supera abbondantemente il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025. Il tutto pur in un anno di forte ripresa dei consumi, che ha visto aumentare in modo esponenziale l’immesso al consumo di packaging: oltre 14 milioni di tonnellate, l’8,5% in più rispetto all’anno precedente. È il quadro che traccia CONAI nel rendere pubblico il suo nuovo Programma Generale, che rendiconta i risultati del Paese per il 2021.

«In una situazione pandemica che allentava la morsa pur senza cessare, la ripresa dei consumi nel 2021 è stata davvero forte» spiega Luca Ruini, presidente CONAI. «E dal momento che le percentuali di avvio a riciclo si basano sulle quantità di imballaggi immesse sul mercato, molti pensavano che l’Italia non avrebbe confermato il 73% del 2020. Gli Italiani, però, si sono confermati bravissimi nella raccolta differenziata, e il nostro lavoro non si è fermato. Così, l’Italia ha potuto avviare a riciclo un nuovo quantitativo record di imballaggi». Nel dettaglio, hanno trovato una seconda vita quasi 400mila tonnellate di acciaio; 53mila tonnellate di alluminio; oltre 4 milioni e 450mila tonnellate di carta e cartone; quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di legno; più di 1 milione e 250mila tonnellate di plastica e bioplastica; e quasi 2 milioni e 200mila tonnellate di vetro.
I 10 milioni e 550mila tonnellate di imballaggi avviati a riciclo sono un risultato raggiunto per il 50% grazie al lavoro dei Consorzi di filiera del sistema CONAI, per il 48% grazie ai riciclatori indipendenti e per il restante 2% grazie all’operato dei sistemi autonomi.

L’intervento del sistema si è ridotto di circa due punti percentuali rispetto allo scorso anno, com’è normale in momenti favorevoli per il mercato, dimostrando il ruolo di sussidiarietà che il Consorzio svolge da venticinque anni.

Miniere urbane

Se alle cifre dell’avvio a riciclo sommiamo quelle del recupero energetico, che usa i rifiuti di imballaggio come combustibile alternativo per produrre energia, i numeri crescono: nel 2021 l’Italia supera l’82% di imballaggi recuperati, ossia più di 11 milioni e 800mila tonnellate. «È un grande risultato per l’Italia» commenta il presidente Ruini. «Da noi, più di otto imballaggi su dieci oggi evitano la discarica. Siamo primi fra i grandi Paesi europei, secondo i dati Eurostat, per riciclo pro-capite, e la stragrande maggioranza dell’avvio a riciclo avviene sul territorio nazionale, non all’estero. Senza contare che nel nostro Paese il riciclo dà risultati più efficienti a costi che, in Europa, risultano fra i più bassi per il tessuto imprenditoriale. Le nostre città, del resto, sono sempre più vere e proprie miniere urbane: i crescenti quantitativi di rifiuti avviati a riciclo si trasformano in nuove materie prime, e la piccola percentuale che va a recupero energetico diventa un’alternativa ai combustibili fossili. In un momento di crisi legata sia alle materie prime sia all’energia, i risultati italiani devono far riflettere».

727 milioni di euro ai Comuni italiani

I dati nazionali non potrebbero essere così positivi se non fosse per il lavoro portato avanti da CONAI con i Comuni italiani tramite l’accordo nazionale con ANCI, che permette di intercettare i flussi dalla raccolta urbana, oltre che con una rete di 579 piattaforme di rigenerazione, riparazione e riciclo che si occupa di imballaggi commerciali e industriali, in accordo con i Consorzi di filiera.

Nel 2021 sono stati 7.583 i Comuni che hanno stipulato almeno una convenzione con il sistema consortile, con una fetta di popolazione servita pari al 98% degli Italiani. Per coprire i maggiori costi che i Comuni sostengono nel ritirare i rifiuti in modo differenziato nel 2021 il sistema CONAI ha riconosciuto alle amministrazioni locali del Paese 727 milioni di euro, circa 70 milioni in più rispetto all’anno precedente.

445 milioni, invece, sono stati destinati dal sistema al finanziamento di attività di trattamento, riciclo e recupero.

Sempre con un’attenzione particolare alle aree del Mezzogiorno, in cui la raccolta deve continuare a crescere. «Nell’ultimo anno i progetti territoriali speciali nelle Regioni del Centro-Sud hanno coinvolto più di 15 milioni di abitanti» svela Ruini. «E un progetto speciale è stato portato avanti con ANCI per aiutare i Comuni di Puglia, Calabria, Campania e Sicilia a drenare parte dei fondi del PNRR: 189 Comuni sono stati supportati nel presentare 1.775 soluzioni progettuali, per un valore di 115 milioni di euro».

Anche grazie a tutte queste attività i rifiuti di imballaggio conferiti dai Comuni al sistema CONAI sono cresciuti proprio nel Centro (+4,5%) e nel Sud (+4,4%), compensando la flessione registrata al Nord (-2,5%), dove il dato ha risentito soprattutto di un calo nei conferimenti di acciaio e alluminio dovuto alle quotazioni favorevoli del rottame ferroso, che hanno reso più conveniente affidare i metalli al libero mercato.

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Pagina web CONAI