La giornata mondiale dei diritti umani

Il World human Rights Day si celebra ogni anno, sin dal 1950, il 10 dicembre, data in cui l’ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR) nel 1948. La Dichiarazione, disponibile in oltre 500 lingue, è un documento epocale, che dichiara i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere. 

La UDHR è un documento fondamentale che proclama i diritti inalienabili a cui tutti hanno diritto in quanto esseri umani – indipendentemente da razza, colore, religione, sesso, lingua, opinione politica o di altro tipo, origine nazionale o sociale, proprietà, nascita.

domenica 10 dicembre: le iniziative a Padova

  • Il Comune di Padova aderisce alla Marcia della Pace e della Fraternità di Assisi promossa in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, per dire basta a tutte le guerre e violenze e riprendere in mano la bussola dei diritti umani, su invito del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani.
  • Il Comune di Padova aderisce alla proposta di Amnesty International Padova – Gruppo 186 di programmare l’illuminazione di colore giallo del monumento “Memoria e Luce”, realizzato dall’architetto Libeskind, dall’imbrunire del 10 all’alba dell’11 dicembre.
  • ore 21:00 – Auditorium del Centro Culturale Altinate/San Gaetano – mappa
    Spettacolo teatrale “Il Monsone – Una storia di caporalato” di e con Beppe Casales, promosso da Fairtrade Italia.
    Lo spettacolo affronta il tema del clima e delle migrazioni, per raccontare come i diritti ambientali e i diritti umani siano correlati.
    L’iniziativa è inserita nell’ambito del progetto “Equosolidale: l’altra faccia del clima”, finanziato dalla Regione Veneto, e realizzata in collaborazione con il Comune di Padova.
    Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili; è possibile prenotare attraverso l’apposito form online.

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Slow Food: “Senza suolo non c’è sovranità agroalimentare. Senza terra non c’è vita”

Il 5 dicembre è la Giornata mondiale del suolo: per Slow Food chimica e cementificazione sono una minaccia per la sua (e la nostra) salubrità e per la biodiversità

«Abbiamo bisogno di capire quanto sia fondamentale la terra in ogni nostra giornata di vita sul pianeta, quanto sia determinante per la sopravvivenza di ogni essere vivente. Dovremmo imparare a camminarci su con rispetto, a usarla con delicatezza e a respingere ogni abuso» questo è l’invito di Francesco Sottile, agronomo, docente dell’Università di Palermo e membro del Board di Slow Food. Un invito da mettere in pratica 365 giorni l’anno e non solo il 5 dicembre, in occasione della Giornata mondiale del suolo.

Un suolo cementificato è irreversibilmente perso

Tuttavia, nonostante l’evidenza della cronaca e gli appelli scientifici, continuiamo a mortificarlo: «I nostri suoli – puntualizza Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia – sono messi a dura prova da un consumo spregiudicato legato a nuovi insediamenti e infrastrutture e alla desertificazione. Secondo i dati del Rapporto ISPRA 2023, la cementificazione continua ad accelerare, arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando di 77 km2, oltre il 10% in più rispetto al 2021. Il territorio nazionale si sta trasformando, le città diventano sempre più calde e invivibili, aumenta l’esposizione al rischio idrogeologico. Nell’ultimo anno, nelle aree a pericolosità idraulica media, sono oltre 900 gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile. Diminuisce anche la disponibilità di aree agricole: oltre 4.500 gli ettari persi nell’ultimo anno, pari al 63% del consumo di suolo nazionale, che corrispondevano a 4 milioni di quintali di cibo prodotto e 2 milioni di tonnellate di carbonio assorbito. I costi nascosti dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici, sempre secondo il rapporto, ammontano a 9 miliardi di euro ogni anno». Un suolo cementificato è irreversibilmente perso, muore la biodiversità in esso contenuta che non ha pari sul pianeta.

Il doppio volto della desertificazione

Un altro dato preoccupante è la desertificazione che si manifesta in due modi. Il primo dovuto alla siccità crescente con la crisi climatica che sta investendo ampie zone del pianeta colpendo spesso comunità, come quelle africane, che hanno contribuito storicamente meno a causarla. A questo si aggiunge la desertificazione da agricoltura industriale: «È un problema sempre più complesso – aggiunge il professore Sottile – e radicato su basi agronomiche, sociali, forse più genericamente antropologiche. Basti pensare a un appezzamento di terra in cui si applica una lavorazione agroindustriale. Si coltiva una specie in modo esclusivo, eliminando la biodiversità naturale con scelte di monocoltura, e il suo perdurare negli anni richiede necessariamente l’uso di chimica di sintesi per il suolo. Richiede una meccanizzazione sempre più spinta. Senza tralasciare che, spesso, dà spazio a una forma di inquinamento legalizzata come lo sversamento dei fanghi da depurazione». 

Un problema che rischia di compromettere la potenzialità di molti suoli, anche in Italia. Il 70% di tutti i suoli europei è in uno stato di cattiva salute a causa delle attuali pratiche di gestione, dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e degli effetti del cambiamento climatico. 

Fonte: Ufficio stampa Slow Food

Giornata mondiale del suolo

Istituita dalla FAO, si celebra il 5 dicembre di ogni anno

Il World Soil Day è stato istituito nel 2002 dalla FAO (Food and Agriculture Organization) l’’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Si vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sia importante la gestione sostenibile del suolo.

Il tema della Giornata Mondiale del Suolo cambia ogni anno. Suolo e Acqua fonte di vita, il tema scelto per l’edizione 2023, vuole sottolineare la profonda relazione tra suolo e acqua nella realizzazione di sistemi agroalimentari sostenibili e resilienti.

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La sopravvivenza del nostro pianeta dipende dal prezioso legame tra suolo e acqua. Oltre il 95% del nostro cibo proviene da queste due risorse fondamentali. L’acqua del suolo, vitale per l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante, tiene insieme i nostri ecosistemi. Questa relazione simbiotica è il fondamento dei nostri sistemi agricoli.

Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici e delle attività umane, i nostri suoli si stanno degradando, esercitando una pressione eccessiva sulle nostre risorse idriche. L’erosione sconvolge l’equilibrio naturale, riducendo le infiltrazioni d’acqua e la disponibilità per tutte le forme di vita.

Pratiche di gestione sostenibile del suolo, come la lavorazione minima, la rotazione delle colture, l’aggiunta di materia organica e le colture di copertura, migliorano la salute del suolo, riducono l’erosione e l’inquinamento e migliorano l’infiltrazione e lo stoccaggio dell’acqua. Queste pratiche preservano inoltre la biodiversità del suolo, migliorano la fertilità e contribuiscono al sequestro del carbonio, svolgendo un ruolo cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico.

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