* Madagascar: 5 sistemi idrici in costruzione per garantire acqua potabile a 25.000 persone

In occasione della giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo) Carbon Credits Consulting e Madaprojects rimarcano l’importanza di accelerare il cambiamento per contrastare la crisi idrica globale. 


Un nuovo progetto avviato in Madagascar da parte di due società italiane, Carbon Credits Consulting, la prima azienda italiana a sviluppare grandi progetti forestali per il sequestro e la riduzione di CO2, e Madaprojects, società benefit bolognese che realizza progetti ad alto impatto sociale e ambientale nei Paesi in via di sviluppo.
Queste due realtà hanno infatti deciso di avviare un nuovo progetto community-based ("Community based solutions carbon offsetting” sono le soluzioni che coinvolgono attivamente le comunità locali nella riduzione delle emissioni di carbonio, nella gestione delle risorse naturali e nell'implementazione di pratiche sostenibili) proprio nella regione di Tulear, la città più popolosa e povera del Sud del Madagascar, per portare l’acqua potabile alle comunità più colpite dalla crisi idrica, attraverso la costruzione di 5 sistemi idrici che serviranno circa 25.000 persone.

«La mancanza di acqua è uno dei problemi più gravi che affliggono il sud del Madagascar» racconta Massimo Lazzari, co-founder e Climate Finance Manager di Madaprojects. «A livello nazionale meno del 20% della popolazione ha accesso all’acqua potabile, ma questa percentuale crolla drammaticamente quando ci spostiamo nelle aree rurali del Sud. Qui le persone sono costrette quotidianamente a lunghi viaggi a piedi sotto il sole fino alla fonte idrica più vicina. Che spesso dista diversi km dai loro villaggi e consiste in acquitrini, pozzi a cielo aperto o buche nel terreno. L’acqua che poi riportano alle loro case è quindi contaminata, e questa è una delle principali cause degli elevati tassi di malattie e mortalità che riscontriamo sul territorio. Inoltre, questo comporta la perdita di gran parte della giornata per le donne e i bambini, che nella maggior parte dei casi sono addetti all’approvvigionamento idrico: tempo che invece potrebbe essere dedicato all’istruzione scolastica per i bambini o ad attività generatrici di reddito per le donne. Con il progetto MILA RANO stiamo per trasformare radicalmente la vita di circa 25.000 persone, che tra pochi mesi, quando saranno completati i 5 sistemi idrici a pompa solare attualmente in costruzione, avranno finalmente accesso gratuito e illimitato all’acqua potabile direttamente nei loro villaggi».

Ma i benefici di questo progetto non riguarderanno solo le comunità del Madagascar. Uno degli obiettivi principali è infatti quello di contrastare la deforestazione illegale e ridurre le emissioni di gas a effetto serra in atmosfera, contribuendo quindi anche al contrasto dei cambiamenti climatici, come spiega Fabrizia di Rosa Senior Advisor di Carbon Credits Consulting. «Grazie alle pompe solari che erogheranno acqua potabile, non sarà più necessario bollire l’acqua per “purificarla”. Il che porterà una diminuzione del consumo di combustibile legnoso che si traduce in una riduzione di CO2 emessa in atmosfera, contribuendo così all’obiettivo dell’Accordo di Parigi che richiede la riduzione del 90% delle emissioni globali entro il 2050 per contenere l’innalzamento delle temperature medie globali al di sotto della soglia critica di 1.5°c. Inoltre, il minor consumo di combustibile legnoso favorisce la preservazione delle foreste del Madagascar che solo tra il 1990 e il 2010 ha perso l'8,3% della sua copertura forestale, pari a 1.139.000 ettari».

Anche per questo progetto le due Società, impegnate in prima linea, stanno seguendo il processo di registrazione secondo i requisiti dello standard internazionale Verra, che prevede la verifica da parte di un ente terzo indipendente e accreditato, sia la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra sia l’impatto generato sugli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU, e in particolare su quello relativo all’Accesso all’acqua potabile. In questo modo sarà possibile generare crediti di carbonio di alta qualità, certificati con lo standard VCS (Verified Carbon Standard) e accompagnati dal riconoscimento dei co-benefits generati in linea con i requisiti dettati dallo standard SDVISta (Sustainable Development Verified Impact Standard), che forniranno le coperture finanziarie per garantire la manutenzione e il corretto funzionamento dei sistemi idrici negli anni, ma anche per sviluppare futuri interventi finalizzati a portare acqua potabile ad altre comunità del Madagascar.
“Accelerare il cambiamento” è un dictat sempre più urgente per risolvere la crisi idrica globale, e questa accelerazione può arrivare anche grazie allo strumento dei crediti di carbonio, che possono effettivamente agevolare il trasferimento dai Paesi industrializzati ai Paesi in Via di Sviluppo dei capitali privati necessari ad avviare, realizzare e mantenere nel tempo progetti mirati a garantire alle comunità più svantaggiate l’accesso all’acqua potabile essenziale per la loro sopravvivenza e sviluppo sociale.

Per approfondire:
 
https://www.madaprojects.it/progetto-mila-rano-madagascar/
https://carboncreditsconsulting.com/it/progetti-carbon-neutral

*Economia circolare e Green Jobs: i risultati di SIRCLES Italia, tra inclusione e sostenibilità


Presentati il 7 marzo 2023 a Bari i risultati finali del progetto SIRCLES – Italia, che si è svolto in Puglia nei comuni di Alberobello, Locorotondo, Noci e Putignano.

  • Il progetto ha mostrato l’impatto che l’economia circolare può avere sul territorio, anche grazie alla formazione di7 figure specializzate nel settore dei rifiuti organici, selezionate tra giovani NEET e persone a rischio di esclusione sociale, che sono state contrattualizzate per 10 mesi.
  • Attraverso indagini e attività locali, è stato fotografato anche il livello di consapevolezza sulla filiera dell'organico da parte di cittadini e commercianti: per 8 su 10 serve più informazione ed educazione.
  • Le strutture dell’hospitality più attente all'ambiente e al territorio sono state premiate nell’ambito di SIRCLES con il titolo di Bio Waste Recycler.

Sette persone formate e contrattualizzate per 10 mesi, 6.160 ore totali di attività, 21 presidi informativi, circa 2.000 cittadini intervistati e sensibilizzati sul tema della raccolta differenziata, oltre 50.000 persone raggiunte sui social. Sono i numeri con cui si conclude in Italia il progetto europeo SIRCLES– Supporting Circular Economy Opportunities for Employment and Social Inclusion, realizzato nel nostro Paese da CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Progeva, Ciheam Bari e Sud Est Donnee i cui risultati sono stati presentati e discussi in conferenza stampa a Bari, presso la Sala Convegni dell’Anci Puglia.

Nato con l’obiettivo di sostenere le opportunità dell’economia circolare in aree turistiche del Mediterraneo ad alto tasso di disoccupazione e formare figure specializzate nel settore dei rifiuti organici selezionate tra giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) e persone a rischio di esclusione sociale, SIRCLES Italia si è svolto infatti nella Valle d’Itria, in Puglia, coinvolgendo i comuni di Alberobello, Locorotondo, Noci e Putignano.

Il cambiamento auspicato è stato promosso attraverso l’impegno e le attività di 7 collaboratrici e collaboratori, selezionati tra 60 partecipanti al corso di formazione base sull’economia circolare condotto nella prima fase del progetto, che sono diventati veri e propri “ambasciatori della sostenibilità”, promuovendo i vantaggi dell’economia circolare e la conoscenza della filiera dei rifiuti organici.

I collaboratori e le collaboratrici sono stati contrattualizzati ed impiegati per 10 mesi per condurre attività di incontro, indagine e sensibilizzazione rivolte a cittadini, utenze commerciali (in particolare del settore HO.RE.CA.), amministrazioni comunali, scuole  e rilevare così informazioni cruciali sulle abitudini di raccolta differenziata dei rifiuti organici, utili per indirizzare future iniziative di miglioramento della qualità della filiera dell’organico.

I risultati delle indagini condotte per SIRCLES Italia

Dai risultati delle indagini è emerso, ad esempio, che il97% dei cittadini pugliesi residenti nei comuni di Alberobello, Locorotondo, Noci e Putignano si impegna nella raccolta dell’umido, ma quasi la metà (48%)non sa in quale impianto venga conferito il rifiuto organico. A emergere è poi la mancanza di informazione rispetto al tema della raccolta differenziata dell’organico: da quali sono i prodotti da gettare nell’umido a quali sono i prodotti che si ottengono dalla trasformazione, ovvero il compost e il biometano. Non a caso, il 78% indica proprio l'educazione e l’informazione come chiaveper migliorare i propri comportamenti in fatto di raccolta dell’organico.

Le indagini hanno coinvolto inoltre141 esercizi commerciali del settore alimentare e dell’hospitality (Ho.Re.Ca), quest’ultimo particolarmente attivo in una regione vocata al turismo come la Puglia. Nell’ambito di SIRCLES sono state quindi previste iniziative dedicate al mondo dell’hospitality tra cui la “Green Label Campaign” che, con indagini e monitoraggi, ha portato a premiare, ad oggi, 21 strutture della Valle dell’Itria con il titolo di “Bio Waste Recycler” e con il rilascio del “bollino verde” che certifica qualità e impegno per migliorare l’ambiente e il territorio, a partire dall’attenzione per la raccolta e la gestione dei rifiuti organici.

Il progetto SIRCLES è finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma ENI CBC Med 2014-2020. Budget totale del progetto SIRCLES è di 3,8 M€. Contribuzione UE 3,4 M€ (10% co-finanziamento). Questa pubblicazione è stata finanziata dall'Unione Europea nell'ambito del Programma ENI CBC per il bacino del Mediterraneo. Il contenuto di questo documento è di esclusiva responsabilità del Consorzio Italiano Compostatori e non può in alcun caso essere considerato come riflesso della posizione dell'Unione Europea o delle strutture di gestione del Programma. 
Pagina ufficiale progetto ENI: https://www.enicbcmed.eu/projects/sircles
Per approfondire leggi il comunicato stampa allegato

Chi è il CIC
Il Consorzio Italiano Compostatori è un’organizzazione senza fini di lucro che si occupa di promuovere e valorizzare le attività di riciclo di rifiuti e sottoprodotti a matrice organica e ha come finalità la produzione di compost, fertilizzanti organici e biometano.
Il Consorzio, che conta più di centotrenta consorziati, riunisce e rappresenta soggetti pubblici e privati produttori o gestori di impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, associazioni di categoria, studi tecnici, laboratori, enti di ricerca, produttori di macchine e attrezzature e altre aziende interessate alle attività di compostaggio e di gestione dei rifiuti organici.
Il CIC è impegnato in numerose iniziative volte alla prevenzione della produzione di rifiuti organici e alla diffusione di una raccolta differenziata di qualità che permetta l’effettivo recupero degli scarti organici negli impianti di trattamento biologico. A tal fine, oltre a monitorare costantemente la qualità della frazione organica in ingresso agli impianti di compostaggio – o agli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio – ha ideato programmi di qualità e sviluppato partnership con numerose associazioni nazionali ed internazionali.
Nel 2003 il CIC ha avviato il programma volontario Marchio Compost di Qualità CIC che, attraverso verifiche continue sul prodotto, attesta la qualità dei fertilizzanti organici prodotti negli impianti delle aziende consorziate.
Nel 2006 nasce poi il Marchio Compostabile CIC, un servizio fornito agli impianti consorziati che oggi garantisce l’oggettiva compostabilità dei manufatti biodegradabili durante il recupero del rifiuto organico negli impianti di compostaggio su scala industriale.
Oggi, oltre alle attività legate alla qualità di matrici e prodotti, il CIC è costantemente impegnato in numerose iniziative rivolte al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea nell’ambito del pacchetto dell’Economia Circolare recentemente approvato.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale:www.compost.it

* Gli Orto-Frutteti solidali realizzati da P&G e AzzeroCO2 mettono radici in tutta Italia ed entrano nella top 10 del Diversity Brand Index 2023


Circa 30 mila mq di terreno incolto reso disponibile per agricoltura sostenibile, più di 2.000 alberi e arbusti piantati, circa 1.000 tonnellate di CO2 catturata e 23 comunità di persone fragili sostenute: il progetto realizzato da Procter & Gamble con AzzeroCO2, parte del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, raggiunge tutta Italia con 23 oasi verdi capaci di unire sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità e inclusione sociale e lavorativa. Frutto della collaborazione con enti e cooperative locali, gli Orto-Frutteti Solidali sono riconosciuti tra i 10 progetti con più alto impatto sociale dall’unica ricerca italiana che misura il reale impegno delle aziende sulla DE&I.

Coniugano attenzione per l'ambiente, tutela della biodiversità e inclusione sociale e lavorativa, restituendo nuovo valore al territorio e ai suoi cittadini. Un valore riconosciuto dal Diversity Brand Index, che lo posiziona tra le TOP 10 Initiatives 2023, ovvero i dieci progetti con più alto impatto sociale e che si sono più distinti come best practices autentiche e innovative. Sono gli Orto-Frutteti Solidali, le oasi verdi realizzate da Procter & Gamble con il supporto tecnico di AzzeroCO2, che saranno premiati domani a Milano nel corso del Diversity Brand Summit, in cui si presenteranno i risultati dell’unica ricerca italiana che misura e verifica il reale impegno delle aziende sulla DE&I (Diversity, Equity and Inclusion), attraverso le valutazioni di consumatori e consumatrici, di un Comitato Scientifico Internazionale e della Security Check Committee, composta da esponenti appartenenti alle specifiche forme di diversità.

Dopo i primi due nati nell’estate 2021 nell’ambito di “P&G per l’Italia” – il più vasto programma di cittadinanza d’impresa mai avviato nel nostro Paese da Procter & Gamble, che sta realizzando progetti concreti di responsabilità sociale e ambientale su tutto il territorio nazionale –, oggi gli Orto-Frutteti Solidali sono ben 23 sparsi da Nord a Sud Italia. Questi 23 polmoni verdi si estendono per un totale di circa 30.000 metri quadri, in cui più di 2.000 alberi da frutto e melliferi messi a dimora da AzzeroCO2 aiuteranno nel corso della loro vita ad assorbire oltre 1.000 tonnellate di CO2 (equivalenti a circa 3.000 viaggi in auto tra Roma e Milano) e a salvaguardare la biodiversità, grazie all’inserimento di cultivar antiche e di arbusti e piante mellifere capaci di attirare gli impollinatori. Non da ultimo, un ulteriore beneficio è stata la creazione di quasi 30 nuovi posti di lavoro. La gestione di ogni Frutteto è affidata infatti a cooperative che, oltre che di tutela della biodiversità, si occupano di promuovere l’inclusione di circa 400 soggetti fragili e a rischio di emarginazione sociale (persone con disabilità, donne vittime di abusi, rifugiati, detenuti, famiglie in difficoltà…) e che dai proventi della vendita della frutta, dei suoi derivati e della verdura coltivata aiutano le stesse comunità a prosperare e forniscono lavoro agli individui, garantendo autonomia economica, inclusione nella società e dignità.

Si va dai Frutteti Solidali che vedono nell’agricoltura sociale uno strumento di integrazione per le persone con disabilità, come quello di Modica (il capostipite del progetto, dove disabili e anziani si prendono cura di antiche cultivar siciliane), Villa San Giovanni (Reggio Calabria, messo a dimora su terreni confiscati alla ‘Ndrangheta), Teramo (che impiega solo ragazzi con Sindrome di Down), Sesto Fiorentino (Firenze) e La Spezia (che accompagna i ragazzi autistici in un percorso di inserimento lavorativo). A quelli che si prendono cura, attraverso attività nella natura, di persone che soffrono di malattie mentali, come quelli di Civitavecchia (Roma) e Rivoli (Torino), o di dipendenze patologiche, come a Picerno (Potenza). Fino a quelli di Bastia Umbra (Perugia), Macerata, Bologna, Villafranca di Verona e Sondrio che aiutano famiglie in difficoltà e persone fragili.

Parlano invece di seconde possibilità i Frutteti Solidali di Catania, che coinvolge ex detenuti e migranti, Cerignola (Bari), che impegna persone che provengono da percorsi di giustizia riparativa in progetti di agricoltura sociale su terreni confiscati alla mafia, Roma, che si occupa di rifugiati, persone fragili e donne vittime di violenza, e Sassari, dove giovani migranti, provenienti dai centri di accoglienza della zona, coltivano prodotti bio in modo completamente ecosostenibile.

Alcuni Orto-Frutteti Solidali ricoprono poi un ruolo significativo nella tutela della biodiversità. È il caso di Succivo (Caserta), dove si allevano viti di Asprinio di Aversa DOC su terreni confiscati alla Camorra, di Bleggio Superiore (Trento), dove si realizzano innesti di Noce Bleggiana, cultivar autoctona della zona e presidio Slow Food, e di Trieste, dove è stato creato un frutteto storico conservativo con specie e cultivar antiche dell’area collinare della Giulia, parte di un più ampio progetto che prevede la costituzione di un polo didattico e per famiglie. Di particolare interesse scientifico, inoltre, il sito di Oulx (Torino), affidato a Nimbus, Società Metereologica Italiana presieduta da Luca Mercalli, che ha realizzato due frutteti in quota (a 800 e 1.600 metri), entrambi accessibili dagli studenti del liceo locale, per recuperare cultivar antiche in parte sparite dalle Alpi occidentali e per osservare e studiare gli adattamenti delle piante ai cambiamenti climatici.

Infine, ci sono i progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana dei due Frutteti Solidali di Palermo e Bari, veri e propri giardini che hanno messo radici all’interno delle città. A Palermo, Legambiente Sicilia sta sviluppando un centro polivalente a vocazione ambientale presso i Cantieri Culturali della Zisa, realizzando un giardino con piante a bassa richiesta idrica, capace di raccogliere l’acqua piovana e creare ombra, mitigando l’isola di calore urbana. Mentre a Bari il Frutteto Solidale porta bellezza e biodiversità a San Paolo, quartiere popolare molto degradato e ad alto tasso di criminalità.

 “P&G per l’Italia” è il più importante programma di cittadinanza di impresa mai avviato da P&G nel nostro Paese. Lanciato nel 2021, il programma prevede l’investimento di alcuni milioni di euro per realizzare azioni concrete nell’ambito della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della responsabilità sociale. Obiettivo: contribuire in modo sempre più significativo e concreto a creare un futuro migliore per tutti affinché nessuno resti indietro.

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