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Agricoltura biologica, il Parlamento europeo approva il nuovo regolamento

Controlli sui produttori annuali e massimo biennali se non si riscontreranno frodi per tre anni consecutivi, certificazioni di gruppo per i piccoli produttori riuniti in cooperative e consorzi locali. Nuove norme sulla contaminazione da fitofarmaci e fertilizzanti non autorizzati per i prodotti biologici. Giudizio sostanzialmente negativo sul nuovo regolamento da parte degli europarlamentari italiani (che hanno votato contro) e delle principali associazioni di categoria.


Cosa prevede il nuovo regolamento

Nuove norme in arrivo per il settore dell’agricoltura biologica. Lo scorso 19 aprile il Parlamento europeo ha approvato il nuovo regolamento sull’agricoltura biologica. Il regolamento comprende norme per la produzione agricola, l’allevamento, e l’acquacoltura, stabilisce migliori sistemi di informazione tra gli stati membri e armonizza i regimi di responsabilità e gli schemi di certificazione. In base al nuovo regolamento, i controlli sui produttori avranno cadenza annuale e potranno diventare biennali, se non si riscontreranno frodi per tre anni consecutivi. Al fine di ridurre i costi, i piccoli produttori riuniti in cooperative e consorzi locali potranno ottenere certificazioni di gruppo. Per quanto riguarda i prodotti importati da paesi fuori dall’Unione europea, si passerà dall’attuale “principio di equivalenza”, che richiede solamente il rispetto di standard analoghi, all’obbligo per le aziende esportatrici verso l’Ue di conformarsi alle norme comunitarie. Le attuali norme in materia di “equivalenza saranno infatti eliminate entro cinque anni dall’entrata in vigore del regolamento (nel 2027). Al fine di incentivare il settore dell’agricoltura biologica, il regolamento prevede un considerevole aumento dell’offerta di semi biologici a livello europeo. Tuttavia, le deroghe che permettono l’utilizzo di semi convenzionali nelle produzione biologiche saranno eliminate totalmente entro il 2035. Le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali sia prodotti biologici continueranno, anche dopo l’entrata in vigore del regolamento, ad essere autorizzate a condizione che le due attività agricole (convenzionale e biologica) rimangano separate. Per quanto riguarda poi la contaminazione con pesticidi, le nuove norme prevedono che, in caso di sospetta presenza di fitofarmaci o fertilizzanti non autorizzati, il prodotto finale non possa ricevere l’etichettatura come prodotto biologico fino ad ulteriori indagini. Qualora la contaminazione risulti essere stata volontaria o l’operatore non abbia applicato le adeguate misure precauzionali, il prodotto perderà immediatamente lo “status” di alimento biologico.

Un punto controverso – secondo gli europarlamentari italiani, i quali hanno votato contro il regolamento – riguarda le soglie massime previste per le sostanze non autorizzate presenti nelle produzioni biologiche. Secondo le nuove norme, infatti, i paesi che le applicano, come ad esempio l’Italia, potranno continuare a farlo, ma non potranno impedire la commercializzazione di prodotti provenienti da paesi europei che si comportano diversamente. A questo proposito, spiega la Commissione europea, il nuovo regolamento introduce comunque misure precauzionali che gli operatori dovranno adottare per ridurre il rischio di contaminazione accidentale nei casi di coltivazioni biologiche e convenzionali adiacenti. Il controllo spetterà, secondo la normativa, alle autorità nazionali dei singoli paesi.

 

Le associazioni di categoria si schierano contro il nuovo regolamento

Critico è stato il commento della Coldiretti, che ha sottolineato come il nuovo regolamento (secondo l’associazione di categoria) conceda troppa libertà ai singoli paesi dell’UE per quanto riguarda le soglie previste per le sostanze non autorizzate nelle produzioni biologiche. «Le nuove norme – sostiene Coldiretti – permettono di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da OGM (“organismi geneticamente modificati”) con un grave danno di immagine per il settore del biologico soprattutto in quei paesi, come l’Italia, nei quali gli standard di produzione sono molto elevati». Si è dichiarata contraria al nuovo regolamento anche la Confederazione italiana agricoltori (Cia), che in una nota stampa ha fatto sapere: «Le nuove regole europee sull’agricoltura biologica non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a ‘bio’ (Figura 1).». «Esprimiamo dunque – ha concluso la Cia  tutta la nostra contrarietà come Agricoltori Italiani». Questo è stato il commento della Cia a conclusione del voto favorevole del Parlamento europeo.
 

Figura 1. Agricoltura biologica nei paesi dell’Unione europea nel 2016 (fonte: Parlamento europeo)

 

A questo proposito, è utile ricordare che il numero di imprese che operano nel settore dell’agricoltura biologica in Italia è il più elevato tra i paesi dell’Unione europea – oltre 72 mila imprese (nel 2016) – e che la superficie coltivata utilizzata per l’agricoltura biologica si estende per quasi due milioni di ettari quadrati (Figura 2).

Figura 2. Sviluppo del mercato del biologico nell’Unione europea nel periodo 2012 – 2016 (Fonte: Parlamento europeo)

 

Un giudizio sostanzialmente negativo al nuovo regolamento è arrivato inoltre da FederBio, federazione italiana delle aziende che operano nella filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, che ha riconosciuto tuttavia alcuni aspetti (secondo la federazione) positivi, tra i quali la possibilità della certificazione di gruppo per piccole aziende agricole riunite in cooperative e consorzi locali e i nuovi strumenti per garantire un quadro di controllo e di garanzie anche sui prodotti importati da paesi extra-Ue. Lo sviluppo del settore biologico deve ora diventare una priorità delle politiche europee e nazionali – secondo FederBio – a partire dalle programmazioni regionali dei Piani di sviluppo rurale agli acquisti verdi della pubblica amministrazione”.


Nota:

Il mercato dell’agricoltura biologica a livello mondiale supera gli 80 miliardi di dollari di fatturato complessivo, con 2,7 milioni di produttori e 57,8 milioni di ettari coltivati con i metodi dell’agricoltura biologica (rapporto “The World of Organic Agriculture”, 2018). L’Italia in particolare risulta il Paese europeo che ha registrato la maggiore crescita di superficie coltivata con metodo biologico. Si tratta di un risultato di indubbio valore rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica. Secondo la FAO, nel periodo 2005-2012 le aziende agricole sono passate da un consumo medio di fertilizzanti chimici di 120 kg/ha a 140 kg/ha, con un valore di mercato che nel 2017 raggiungeva i 230 miliardi di dollari a livello mondiale.